Quando le coupé facevano strage di cuori

Puntando su una meccanica “popolare” (quella a trazione anteriore delle berline da famiglia Tipo e Tempra) e su un look da piccola supercar, con la Fiat Coupé la casa torinese ha fatto bingo, creando un’auto destinata a fare breccia nel cuore di tantissimi appassionati. Le versioni Turbo, macchine capaci di sfrecciare sul filo dei 250 km/h, sono un’autentica leggenda, ma per superare il fatidico muro dei 200 all’ora basta la versione “base” con il 1.8 da 130 CV (lo stesso della barchetta e della Punto HGT). 

La Mazda MX-3 è un chiaro esempio di quanto i costruttori generalisti negli anni ’90 avessero a cuore le piccole sportive e fossero disposti, se necessario, a fare uno sforzo extra pur di renderle uniche nel loro genere. Basata su una piattaforma ad hoc derivata da quella della berlina Mazda 323, questa compatta due porte dalla linee tondeggianti è passata alla storia per il “gioiellino” che nasconde sotto il cofano: con una cilindrata di appena 1845 cc, il suo motore da 135 CV è tra i V6 di serie più piccoli di sempre.

Se anche spremendovi le meningi proprio non vi viene in mente, non c’è nulla di cui preoccuparsi: bisogna essere dei cultori dell’auto un po’ “nerd”, infatti, per ricordarsi che, nella grande famiglia delle coupé anni ’90, c’era anche un’auto di nome Ford Probe. Nata da una joint-venture con la Mazda, questa coupé, che veniva venduta anche in alcuni mercati europei ma in Italia è introvabile, condivide la meccanica con la “gemella” MX-6, a sua volta derivata dalla berlina Mazda 626. Morbida e grintosa nelle forme e con un padiglione interamente vetrato, ha un look che rifugge dalla banalità e con il 2.5 V6 da 165 CV vanta prestazioni da sportiva, con uno “0-100” in 8 secondi e una punta massima di circa 220 km/h.

Rispetto alla “gemella” a stelle e strisce Ford Probe, la Mazda MX-6 ha una linea un po’ meno originale, ma altrettanto gradevole e filante. Entrambe le vetture venivano costruite a Flat Rock, nel Michigan, per il mercato americano, e nelle fabbriche di Hiroshima e Hōfu, in Giappone, per i mercati asiatici ed europei. Il motore era il 2.5 V6 da 165 CV.

Costruita dalla casa americana nei suoi stabilimenti tedeschi di Colonia e solo per i mercati europei, la Ford Puma, basata sulla Fiesta di quarta generazione, è una coupé dalle forme personali e vivace nella guida. Con il motore 1.7 a 16 valvole da 125 CV, poi, offre prestazioni di tutto rispetto, con allunghi sul filo dei 210 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h “bruciato” in meno di nove secondi.

Con la Opel Tigra negli anni ’90 la casa del fulmine punta a fare breccia nel cuore dei giovani e delle donne. E ci riesce, grazie a un’indovinata formula che mescola una meccanica di grande serie (quella dell’utilitaria Corsa) a un look audace e ricco di personalità. Due i motori disponibili, entrambi a benzina, con distribuzione bialbero e sedici valvole: un 1.4 con 90 CV e un 1.6 con 106 CV che consente a questa piccola 2+2 di infrangere il muro dei 200 km/h.

La Ford Cougar ha preso il posto della Probe ed è una grossa coupé che prende il nome dalla celebre muscle car costruita dall’americana Mercury in otto serie a cavallo tra gli anni ’60 e i 2000. Sorella maggiore della Puma, poggia sulla base meccanica a trazione e motore anteriori della Mondeo in versione station wagon, ed è offerta con due motori, entrambi a benzina: un 4 cilindri 2.0 con 130 CV e un 2.5 V6 con 170 CV. 

Venduta in Italia con il nome di Nissan 200SX, con le sue forme filanti e affusolate la Silvia di quinta generazione, siglata S14, è tra le coupé più “esotiche” della sua epoca e dalle nostre parti è parecchio rara. Agili e potenti, grazie al tandem vincente tra i potenti motori turbo e la trazione posteriore, molte di queste sportive sono state pesantemente modificate per il drifting, motivo per il quale le poche rimaste in “condizioni di fabbrica” oggi valgono una piccola fortuna.

Nata alla fine degli anni ’80 da una joint-venture con la Chrysler e destinata principalmente al mercato americano, la Mitsubishi Eclipse acquista una fama mondiale con il modello di seconda generazione, comparendo nel 1998 nel garage virtuale del primo Gran Turismo e tre anni più tardi nel primo film della saga di Fast&Furious. Quella mossa dal 2.0 turbo con 210 CV è un “fulmine”: archivia la pratica dello “0-100” in 6,5 secondi e sfiora i 260 km/h.

Comfort, eleganza, tecnologia e prestazioni sono gli ingredienti principali della Honda Prelude. Quella dei primi anni ’90 rompe con la tradizione, abbandonando i proiettori a scomparsa e presentandosi come una sportiva filante e sinuosa in cui i volumi dei due cofani e dell’abitacolo si fondono tra loro senza soluzione di continuità. Robusta e affidabile, questa coupé giapponese è stata tra le auto più elaborate della sua categoria e oggi trovarne una in condizioni originali non è cosa semplice. Quella mossa dal 2.2 VTEC con 185 CV, oltre a offrire prestazioni da sportiva vera (“0-100” in 7,5 secondi, 228 km/h), vanta finezze come le ruote posteriori sterzanti.

La Toyota Celica più radicata nell’immaginario degli anni ’90 è quella di sesta generazione. Siglata T200, questa coupé giapponese è in pratica la versione aggiornata della serie precedente, nata nel 1989, rispetto alla quale perde i fari retrattili ma migliora nella sicurezza, grazie all’airbag per il conducente. La versione più potente, denominata GT-Four, è una vera “belva”: i 242 CV del suo quattro cilindri 2.0 turbo, scaricati a terra su tutte le ruote, si traducono in uno “0-100” in 6,3 secondi e in una punta massima di 245 km/h. 

Prodotta dalla carrozzeria tedesca Karmann in non più di 90 pezzi al giorno, la Volkswagen Corrado sfrutta la base meccanica della Golf di seconda generazione. Il suo nome, che deriva dallo spagnolo correr (correre in italiano), fa rima con velocità sin dai modelli meno “spinti”. La 2.0 con 116 CV tocca i 200 km/h, mentre la G60 e l’ancor più potente 2.9 VR6 sono delle vere “saette”: la prima, mossa dal 1.8 della Golf GTI col compressore volumetrico (160 CV), tocca i 225 km/h; la seconda, forte di un sei cilindri a V “stretta” con 190 CV, raggiunge i 235 km/h.