Il 2025 sarebbe dovuto essere l’anno della nuova Alfa Romeo Stelvio, seguita nel 2026 dalla nuova Giulia. L’uso del condizionale è d’obbligo perché sembra proprio che del due vetture, entrambe costruite sulla piattaforma STLA Large di Stellantis, verranno lanciate in ritardo rispetto alla tabella di marcia. La notizia era nell’aria da tempo: del resto entrambe le vetture nei piani iniziali dell’azienda dovevano essere solamente elettriche, ma una transizione energetica più lenta del previsto sta obbligando l’Alfa Romeo - come molte altre case automobilistiche di tutto il mondo - a cambiare i propri piani iniziali. Quindi là dove avrebbero dovuto esserci solamente batterie e motori a elettroni bisognerà montare anche serbatoi, motori termici, impianti di scarico e trasmissioni. E per fortuna la STLA Large è un’architettura multi-energia, quindi sulla carta in grado di adattarsi anche a powertrain basati su motori termici.

Che i tempi si stiano dilatando lo ha confermato, seppur tra le righe, anche il ceo dell’Alfa Romeo Santo Ficili, che alla nostra domanda durante l’intervista al Fuori Concorso sulle sponde del lago di Como (qui il video) ha sottolineato come sulle eredi delle attuali Stelvio e Giulia ci siano attualmente lavori in corso: “Come sapete eravamo andati nella direzione di avere soltanto le vetture elettriche, invece dobbiamo sviluppare anche dei motori termici, per cui stiamo definendo i tempi”. Si va al 2026 quindi? “Vi faremo sapere presto”, ha nicchiato Ficili. A confermare il ritardo ci sarebbe quanto dichiarato da Mirko Marsella, segretario provinciale dei metalmeccanici della Cisl di Frosinone, provincia a cui appartiene Cassino, luogo dove si trova lo stabilimento che produrrà i due modelli. Nei giorni scorsi Marsella aveva detto: “Sulle linee è tutto pronto, ma è la vettura a non essere pronta”, ricordando anch’egli il passaggio da una strategia solamente elettrica a una di convivenza tra elettrico e ibrido.

Secondo le indiscrezioni, il problema principale riguarderebbe i motori ibridi plug-in, per i quali i progettisti di Stellantis avrebbero difficoltà a trovare una quadra a bordo della STLA Large. I rappresentanti sindacali dell’impianto di Cassino dicono di aver avuto notizie e assicurano che, ad oggi, non esiste alcun esemplare preserie dotato di motori termici. La stessa piattaforma è già utilizzata in Nord America anche dalla Dodge Charger, che mette a disposizione oltre alla variante elettrica anche il 6 cilindri 3.0 turbo Hurricane, con potenze di 420 e 550 CV. Che possono andare bene per le versioni sportive, ma non certo per quelle che poi i clienti comprano per la guida di tutti giorni. Quindi si devono adottare motori 4 cilindri che, però, nessun altro costruttore del gruppo Stellantis ha utilizzato per la piattaforma STLA Large fino ad ora. C’è dunque un grosso lavoro di sviluppo da portare avanti, che inevitabilmente necessita di anni.





















































































































































