IPOTESI DI TRUFFA - I quotidiani francesi riportano la notizia che la Procura della Repubblica di Parigi il 7 aprile scorso ha inviato una comunicazione giudiziaria al gruppo PSA informandolo di avere aperto una inchiesta nei suoi confronti. Al centro del procedimento ci sono i risultati emersi da test compiuti con sei veicoli diesel Peugeot e Citroën per valutare le loro reali emissioni. Secondo le fonti della stampa francese, l’ipotesi di reato avanzata nella comunicazione giudiziaria è di “truffa sulle effettiva qualità e i controlli effettuati, con l’aggravante che tali fatti hanno avuto la conseguenza di rendere i veicoli, pericolosi per la salute dell’uomo o degli animali”.
IN BUONA COMPAGNIA - L’iniziativa giudiziaria nei confronti del gruppo PSA viene dopo quelli già aperti contro la Volkswagen, la Renault e la FCA, sempre per le stesse ragioni e sempre sulla base dei test compiuti dalla commissione Royal (dal nome del ministro dell’Ambiente Segolene Royal che tale commissione ha voluto). Nei mesi scorsi per incarico della commissione la DGCCRF (organo di polizia per i reati di frode) ha fatto compiere numerosi test di laboratorio e su strada, con decine di veicoli dei principali costruttori. Ciò assieme a perquisizioni e audizioni di dirigenti delle stesse case. I risultati di questo lavoro hanno messo in evidenza non poche contraddizioni, con “sforamenti” importanti delle emissioni rispetto ai limiti di legge. Come si ricorderà, finora soltanto l’Opel si è guadagnata un “non luogo a procedere” perché tutto è risultato chiaro e senza alcun sospetto.
PSA SI DIFENDE - Dopo la diffusione della notizia della comunicazione giudiziaria, il gruppo PSA ha emesso un comunicato con cui respinge ogni accusa e afferma di avere sempre agito correttamente e “rispetta i regolamenti in tutti i paesi in cui opera”. Questo con l’impegno a difendersi di fronte alla magistratura.