ERRORE STRATEGICO - Le batterie sono l’elemento cruciale per la produzione delle auto elettriche delle quali rappresentano tra il 30 e il 50% del prezzo finale. E, attualmente, la produzione di questo fondamentale tassello è saldamente in mani asiatiche, con Cina e Corea in prima fila. Un grave errore strategico da parte dei produttori europei. Per questo, a fine 2017, è nata l’Alleanza europea sulle batterie, di cui fanno parte 250 tra enti pubblici e aziende di tutte le fasi della filiera, compresa la FCA e gli altri grandi gruppi dell’auto. L’Alleanza sta passando, ora, alle azioni concrete che porteranno nei prossimi anni alla realizzazione di fabbriche in grado di produrre le batterie.
GRANDI INVESTIMENTI - Stando all’European institute of innovation and technology nel 2025 la filiera delle batterie, di cui oggi le aziende europee hanno solo il 3%, potrebbe valere in Europa intorno ai 250 miliardi di euro l’anno, con in gioco fino a 5 milioni di posti di lavoro, che passeranno anche dalla formazione di figure specializzate in questo settore; il Politecnico di Torino si candida a ospitare il primo master europeo per ingegneri specializzati in batterie. Stando alle stime dell’Unione Europea per contrastare lo strapotere asiatico (con colossi come LG Chem, CATL, Samsung e Panasonic) e soddisfare la domanda del Vecchio continente servono 20 miliardi di investimenti in 20 o 30 “gigafactory”, cioè stabilimenti produttivi di batterie da decine di gigawattora l’anno, che avranno economie di scala tali da ridurre notevolmente il costo del prodotto finito.
E IN ITALIA? - Al fine di raggiungere questo obiettivo sono necessari cospicui investimenti sia da parte delle case automobilistiche che dei governi, come quelli stanziati da Parigi e da Berlino, che hanno messo 1,7 miliardi di aiuti pubblici. In Italia, grazie ad un investimento di 55 milioni (37 milioni sono da parte di Invitalia, società controllata dal Tesoro), entro fine anno verrà convertirà l’ex fabbrica di Whirlpool di Teverola (Caserta) in uno dei primi impianti pilota europei per la produzione di celle litio-ioni dove opererà l’azienda specializzata Faam.
TUTTI SI MUOVONO - Per quanto riguarda i costruttori automobilistici da segnalare il Gruppo PSA, che con il supporto della francese Saft convertirà lo stabilimento Opel di Kaiserslautern, vicino al confine tra i due Paesi, in una fabbrica di batterie. Il Gruppo Volkswagen, uno dei produttori europei che ha investito di più nell’offensiva elettrica, al fine di rendere maggiormente profittevoli i suoi sforzi economici, costruirà uno stabilimento in Europa per la produzione di batterie, che sorgerà a Salzgitter, in bassa Sassonia. In questo stabilimento, che inizierà la produzione pilota a partire dalla seconda metà del 2019, il gruppo tedesco ha inoltre riunito tutte le competenze in materia di batterie, compreso il riciclaggio e la ricerca e sviluppo. Inoltre, sempre in Germania nel 2020 è attesa la prima linea produttiva di celle, con una capacità iniziale di 4 gigawattora, ad opera del gruppo BMZ. La compagnia tedesca, che punta a una capacità di oltre dieci gigawattora, al fine di garantire un approvvigionamento costante di accumulatori, ha inoltre siglato delle partnership strategiche con fornitori di celle come la SKI, la LG Chem e la CATL. La produzione delle cella passa anche dall’approvvigionamento delle materie prime; al fine di attingere ad esse, il gruppo tedesco farà riferimento al MoU, accordo decennale firmato con la Ganfeng e che dovrebbe soddisfare il fabbisogno di litio. Un’altra realtà europea sicura protagonista in questa corsa sarà la Northvolt, che grazie a un finanziamento da 52 milioni della Banca europea, costruirà entro il 2021 a Skellefteå, nel nord della Svezia, una fabbrica da 32 gigawattora all’anno.