UN BUSINESS RILEVANTE - L’anno scorso sono stati sequestrate più di 4.595 tonnellate di prodotti petroliferi illegali, nel senso che erano stati rubati o importati di contrabbando e posti in vendita. Lo ha comunicato la Guardia di Finanza informando che nel 2015 ha compiuto 3.854 operazioni relative a questi reati, con 4.595 tonnellate di prodotti sequestrati. La stessa GdF ha fornito una stima sul consumo presunto di carburanti illegali nel corso dell’anno: oltre 191 mila tonnellate. Tutto ciò provoca un notevole danno per le casse dello Stato, stimato in circa un miliardo di euro.Tutti i dati fanno registrare un incremento rispetto all’anno precedente, con un aumento del 5%, per i prodotti sequestrati e addirittura del 91% per la stima del consumo illegale. E i dati sono in aumento da diversi anni, con eccezione del 2013. In pratica i reati di questo tipo si stanno rivelando come un nuovo fronte delle attività per la malavita, spesso del tipo organizzato.
FURTI DAGLI OLEODOTTI - I prodotti oggetto delle attività criminali sono principalmente il kerosene per aerei e il gasolio, ma non mancano la benzina e il gasolio. Il kerosene viene poi miscelato e smerciato come gasolio. Minori sono i traffici relativi alla benzina. I reati in questione sono molteplici: anzitutto il furto dai 1.833 chilometri degli oleodotti di prodotti petroliferi finiti esistenti in Italia (157 casi nel corso del 2015), l’importazione illegale su camion, treni e navi (di prodotti che oltretutto sono di qualità scadente, non adatti ai motori delle nostre autovetture) e il commercio illegale in una sorta di “rete parallela”. Da gennaio al 20 aprile di quest’anno la Guardia di Finanza ha scoperto già 71 casi di traffici fuori legge.
DANNI PER TUTTI - Il fenomeno ha diverse gravi conseguenze, oltre a quella dei danni alle casse dello stato. Trattandosi di prodotti scadenti, spesso il loro impiego causa danni alle auto degli automobilisti più ingenui (ma anche ingordi, laddove l’acquisto sia effettuato presso pompe evidentemente clandestine…), inoltre i malviventi provocano inquinamento facendo riversare i prodotti nei corsi d’acqua durante i furti dagli oleodotti. Di fronte a questa nuova realtà, le organizzazioni settoriali Unione Petrolifera e Assopetroli hanno elaborato un documento congiunto che sollecita al governo misure che introducano una tracciabilità dei prodotti petroliferi , così da garantire gli automobilisti sulla qualità di ciò che acquistano.