QUESTIONE ETICA - Progettare il software di una vettura con a guida autonoma è una sfida enorme per collaudatori e ingegneri, che oltre a prevenire qualsiasi malfunzionamento devono anche dotarlo di una vera e propria coscienza, ovvero la capacità di assumere una decisione potenzialmente “distruttiva” in caso di estremo pericolo. Cosa deciderebbe il software se l'automobile si trovasse davanti un gruppo di pedoni? Farebbe sterzare bruscamente l'auto per evitarli (con il rischio di mettere a repentaglio i passeggeri o altri soggetti) o la farebbe andare dritta travolgendoli (ma salvando i passeggeri)? Negli scorsi giorni sono stati pubblicati dal giornale scientifico Nature i risultati di un grosso studio a livello mondiale, dove i partecipanti hanno dovuto esprimersi su questioni che hanno più a vedere con la morale che non con la tecnica.
TANTE VARIABILI - Il tema è fra i più interessanti sulle future auto con il pilota automatico, perché gli sviluppatori hanno pochi precedenti a cui ispirarsi e innumerevoli variabili da considerare, a partire dall'età dei pedoni fino al loro sesso o stato di salute. I partecipanti alla ricerca hanno espresso il loro punto di vista sul sito internet Moral Machine. Qui è presente una serie di scenari senza alternative, nessuno dei quali può essere interpretato nel modo “giusto”, perché in entrambi i casi la decisione è tragica. Se l'auto trovasse davanti a sé due gruppi di quattro persone, senza aver la possibilità di fermarsi o sterzare, andrebbe dritta per salvare quelle di mezza età o i giovani? E chi salverebbe fra tre animali e tre passeggeri dell'auto? I test sono in tutto tredici, compresi quelli con persone che violano le regole: l'auto investirebbe cinque persone che hanno attraversato la strada con il rosso oppure quattro che sono passati con il verde?
DIFFERENZE CULTURALI - Lo studio è iniziato nel 2014 e ha prodotto 40 milioni di interazioni, che non verranno considerate un modello per gli sviluppatori ma danno un'idea di cosa pensano le persone su questioni così delicate. Dai risultati è emerso che i partecipanti hanno cercato di salvare gli umani a scapito degli animali, i giovani a scapito degli anziani e di “sacrificare” il minor numero di persone. Gruppi più piccoli di partecipanti hanno messo in salvo le donne a scapito degli uomini, le persone di fascia sociale più alta ed i pedoni rispetto ai passeggeri. La ricerca ha evidenziato anche differenze fra paesi di cultura orientale e occidentale, che mettono un'enfasi diversa nei confronti della singola persona: nelle nazioni asiatiche, dove al centro della società c'è il gruppo, i partecipanti hanno salvato maggiormente i giovani, mentre in quelle occidentali e in Nord America è parsa evidente la volontà di salvare il maggior numero di persone.