Mancano poco più di 4 mesi al giorno in cui le auto diesel Euro 5 verranno bandite - con più o meno forza - da tre delle più importanti Regioni italiane, divieto che si aggiunge a limitazioni sparse a macchia di leopardo anche in altre zone. Infatti dal 1° ottobre 2026 le vetture diesel con omologazione Euro 5, quindi prodotte tra il 2011 e il 2015, non potranno più circolare in molte zone di Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte (qui per tutti i dettagli sulle limitazioni): nelle prime due il divieto è permanente, mentre in Piemonte vale solo per la stagione invernale (almeno per il momento).
Un problema non da poco per chi ha un’auto tutto sommato recente che diventa inutilizzabile o quasi per muoversi nei giorni feriali nelle zone più popolate di queste tre Regioni. Cosa deve fare quindi chi possiede uno di questi veicoli considerati inquinanti dalle amministrazioni regionali? Vediamo quali sono le opzioni disponibili per i cittadini delle tre regioni coinvolte, ma anche per tutti coloro i quali per lavoro o per piacere devono recarsi nelle aree “proibite”.
Spesso in Italia i provvedimenti vengono annunciati e poi ritirati di fronte alle proteste dei cittadini. Ad oggi, non sembra essere questo il caso e le amministrazioni che hanno deciso il blocco per le diesel Euro 5 appaiono convinte di proseguire sulla strada intrapresa. Rimandare non sembra una scelta saggia, anche perché più si avvicina il giorno in cui scatteranno i divieti più è probabile che il valore residuo della propria auto diminuisca. Prendendosi un po’ di tempo, si può trovare qualcuno interessato, magari in parti d’Italia non toccate dai divieti.
È senza dubbio la soluzione meno consigliabile, visto che in caso di controlli si va incontro a una multa da 168 a 679 euro a cui si aggiunge anche la sospensione della patente da 15 a 30 giorni in caso di recidiva.
In una grande città in cui i mezzi di trasporto pubblico funzionano bene, molte persone potrebbero non avere necessità di usare l’auto durante i giorni lavorativi, limitandosi a un utilizzo solo durante i weekend, quando continuerà a essere consentita la circolazione delle diesel Euro 5. Per questa categoria di persone potrebbe aver senso tenere la propria auto, magari dotandola del dispositivo di cui parliamo nel prossimo paragrafo.
Nessuna delle Regioni in cui entreranno in vigore prevedono deroghe generalizzate, ma in tutti i casi è possibile montare sulla propria auto il dispositivo Move-In (Monitoraggio Veicoli Inquinanti). Si tratta di una sorta di “scatola nera” (nella foto qui sopra) che monitora gli spostamenti del veicolo sul quale è installata, che può quindi circolare entro un limite chilometrico annuale, che varia in base alla categoria del veicolo e alla sua classe ambientale. Per esempio, per le autovetture diesel Euro 5 il limite massimo di km all’anno all’interno delle zone “vietate” è di 10.000 km in Lombardia. È quindi una soluzione che consente di fare parecchia strada a bordo delle auto meno inquinanti e potrebbe scongiurare il cambio dell’auto.
La soluzione definiva è cambiare l’auto. Ma anche in questo caso ci sono varie opzioni da condiderare.
E qui è più complicato. Infatti difficilmente chi nel 2015 ha acquistato un vettura con motore diesel Euro 5 avrebbe pensato che nel giro di 10 anni quell’auto sarebbe diventata proibita in diverse zone del Nord Italia. Possiamo dire che chi acquista un auto nuova, soprattutto se non diesel, dovrebbe stare abbastanza tranquillo per diverso tempo: tutte le nuove automobili rispondono agli ultimi standard di omologazione Euro 6 e dovrebbero poter circolare ancora per molti anni. Il discorso potrebbe essere diverso per il diesel: il gasolio è considerato da molte amministrazioni come un carburante fortemente inquinante e di conseguenza non ci stupiremmo fra un decennio vedere banditi da certe città anche i più recenti veicoli diesel. In commercio ci sono molte auto ibride che possono soddisfare le esigenze di mobilità delle famiglie, ma resta il fatto che si è costretti a spendere parecchi soldi. Occorre quindi mandare giù il boccone amaro e trovare l'offerta più adatta alle proprie tasche.
Chi invece si rivolge al mercato dell’usato deve invece fare attenzione alla classe ambientale dell’auto che sta per acquistare, ricordando che le norme distinguono tra motori diesel e a benzina: mentre i primi omologati Euro 5 verranno presto vietati, i secondi con classi di inquinamento inferiori continuano a poter circolare liberamente. Quindi per risparmiare potrebbe aver senso optare per una vettura più vecchia ma con il motore a benzina.
Una soluzione potrebbe essere il noleggio e lungo termine. La formula prevede di utilizzare il veicolo per un periodo di tempo limitato per poi restituirlo e cambiarlo con un altro più recente, quindi sempre in regola con gli aggiornamenti normativi. Conviene a chi vuole cambiare l’auto ogni pochi anni, ma per chi punta tenere la macchina dalla concessionaria allo sfasciacarrozze non è certamente una strada percorribile.