TESTATE JEEP E DODGE - I modelli a gasolio di Fiat Chrysler Automobiles hanno emissioni inquinanti fino a 20 volte superiori al limite di legge. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, lo rileverebbero le analisi dei ricercatori dell'Università di West Virginia, gli stessi che contribuirono a fare scoppiare nel 2015 lo scandalo Dieselgate della Volkswagen. Un risultato che, se confermato (il rapporto completo deve essere ancora diffuso), avvalorerebbe la tesi del Dipartimento di Giustizia Usa che ha avviato lo scorso mese una causa legale contro FCA con l’accusa di avere utilizzato sui motori a gasolio dei software per eludere i test sulle emissioni (qui la news). In verità, i ricercatori del Center for Alternative Fuels, Engines and Emissions non si azzardano a dichiarare la presenza di dispositivi alteranti, ma rilevano soltanto che i livelli registrati nei test su strada dalla Jeep Grand Cherokee e dalla Dodge Ram 1500 hanno rilasci di ossido d’azoto (NOx) da 3 a 20 volte a quelli consentiti dalle norme in materia in USA. Inoltre, affermano gli studiosi, le cinque vetture prodotte nel 2014 e nel 2015 hanno fornito risultati diversi nei test in laboratorio e in quelli su strada, fattore che aumenterebbe il sospetto della presenza di eventuali software illeciti.
LA REPLICA DI FCA - Alla diffusione delle anticipazioni sui dati dell'Università di West Virginia la FCA ha replicato chiedendo maggiori informazioni su come sono state condotte le prove e specificando che gli esiti su strada possono portare a risultati molto diversi a seconda dello stile di guida e del percorso effettuato. Inoltre, i responsabili del marchio hanno affermato che i rilevamenti su strada non hanno validità legale poiché non esiste nessun protocollo di regolamentazione che stabilisca le procedure da adottare per l’acquisizione dei dati. Il sospetto degli uomini della filiale USA della FCA è che la ricerca sia stata commissionata dagli avvocati di una società intenta ad avviare un contenzioso legale contro il Gruppo, ma ribadiscono che sulle vetture diesel dei propri marchi non sono mai stati montati dispositivi per alterare i test sulle emissioni previsti negli Stati Uniti. Per contro, i ricercatori del West Virginia si sono limitati ad affermare di non avere dubbi sull’integrità del rapporto e sui risultati emersi. A chiarire la situazione dovrebbe essere la pubblicazione del rapporto integrale attesa per le prossime settimane.