ORMAI CI SIAMO - La
Ferrari fa il primo passo per essere quotata alla
Borsa di New York (
foto qui sopra). Lo ha reso noto il gruppo Fiat Chrysler Automobiles, la cui controllata New Business Netherlands (che assumerà il nome di Ferrari N.V.) ha depositato presso la Sec (l’Autorità americana dei mercati finanziari) i documenti necessari. Si tratta del registration statement form F-1, che riguarda l’Ipo (lo barco sul mercato di New York) di
azioni ordinarie attualmente detenute dalla stessa FCA. Il numero di azioni ordinarie oggetto dell'offerta e il relativo prezzo non sono ancora stati determinati: si prevede, però, che la quantità delle quote in questione “non ecceda il 10% delle azioni ordinarie”. In connessione con l'Ipo, la Ferrari intende presentare domanda per l'ammissione alla quotazione sul New York Stock Exchange (il N.Y.S.E.) delle sue azioni. Proprio come già nel 2011 alvolante.it aveva annunciato (vedi news
qui), il Cavallino Rampante si avvia così a ricalcarre la struttura della FCA: l'azienda diventa olandese, la quotazione sarà a New York.
SCORPORATA DALLA FCA - Alla fine del processo, nella prima parte del 2016, la FCA non avrà più titoli Ferrari. Questi, infatti, saranno girati agli azionisti della stessa FCA pro quota: la holding degli Agnelli, la Exor, si ritroverà a possedere il 24% circa della holding olandese del Cavallino Rampante, che a sua volta avrà il 100% della Ferrari S.p.A. italiana. A Piero Ferrari resterà il 10% che già detiene, agli azionisti diffusi andrà il 66%. E le tasse, dove verranno pagate? Già in un comunicato del 9 luglio, l'azienda sottolineava che "la separazione di Ferrari da FCA non comporta e non comporterà il cambiamento della residenza fiscale di Ferrari S.p.A., che continuerà ad avere nazionalità e residenza fiscale italiane e pagherà le tasse sui propri redditi come tutte le società fiscalmente residenti in Italia".
LE SOMME IN GIOCO - La valutazione della casa di Maranello è stimata in 10 miliardi di euro per la totalità della società. Ma l’amministratore delegato, Sergio Marchionne, considera questa soglia "un livello minimo, mentre il massimo sarà fatto dal mercato". Il 10% del capitale Ferrari andrà sul mercato: una quota minima, ma suffciente a infiammare la competizione. Nel documento inviato alla Sec, la società italiana ricorda che l'anno scorso la Ferrari ha consegnato 7255 auto, registrando ricavi per 2,762 miliardi di euro e utile netto di 265 milioni.