FULMINE A CIEL SERENO - Quattro giorni fa l’edizione on-line del mensile tedesco
Manager Magazine, del colosso editoriale Der Spiegel, ha lanciato la notizia della possibilità di una qualche intesa societaria tra
Volkswagen e
Fiat-Chrysler (
qui la news). In pratica una autentica notizia bomba nel mondo dell’automobile e probabilmente non solo in quello, viste le dimensioni e le implicazioni di varia natura che l’ipotesi comporta. È bene ricordare che la cosa ha trovato subito la smentita delle fonti ufficiali, ma le considerazioni e le analisi di una tale prospettiva non si sono certo fermate, anzi. Tra chi si è dedicato a una lettura ravvicinata della notizia-bomba non poteva mancare il periodico specializzato
Automotive News che ha fatto la fotografia della realtà e delle eventuali conseguenze della intesa. Vediamone una sintesi.
QUESTIONI DI FAMIGLIE - L’approccio con la vicenda riguarda la sua chiave di lettura di fondo: l’ipotesi non nasce negli ambiti manageriali dei due gruppi, ma in quello degli azionisti. Il progetto-sogno sarebbe frutto della visione di Ferdinand Piech, nipote del fondatore della Volkswagen, Ferdinand Porsche, maggiore azionista del gruppo Volkswagen, insieme alla sua famiglia, attraverso la Porsche Holding. Su versante italiano, gli Agnelli, maggiori azionisti del gruppo FCA (Fiat-Chrysler).
AMBIZIONI E STORIA - Da parte tedesca la questione ha la sua chiave di volta nel sogno del 77enne Ferdinand Piech di creare, acquisendo il controllo della FCA, un colosso mondiale da 14 milioni di auto l'anno, irraggiungibile da parte di GM e Toyota, ferme a 10 milioni. Secondo quanto riporta Automotive News, che cita fonti vicine al manager austriaco, per il nuovo soggetto industriale si parla del nome Auto Union, come il gruppo creato in Germania all’inizio degli Anni 30 dalla fusione di DKW, Audi, Horch e Wanderer.
FAMIGLIA NUMEROSA - Sul fronte torinese degli azionisti Agnelli-Elkann, e della loro holding Exor, il ventilato “matrimonio” con il gruppo Volkswagen, sarebbe un modo per semplificare una situazione parecchio complessa. La famiglia in realtà è costituita da circa 150 membri, in cui le idee e le aspettative non sempre coinciderebbero. E ciò non soltanto per una ovvia questione generale. Le diversità di opinioni possono essere più marcate di fronte a prospettive come quelle attuali del gruppo Fiat-Chrysler, che si è imbarcato in un progetto di rilancio da qui al 2018 da molti miliardi di euro a fronte di dividendi al momento non certi. Vendere la quota del 30% in FCA, prosegue il ragionamento di Automotive News, consentirebbe alla Exor di incassare una cifra di circa 5-6 miliardi e mantenere la proprietà della Ferrari che ogni anno genera più di 400 milioni di euro di utili. La Volkswagen non avrebbe problemi a sborsare 5-6 miliardi visto che ne ha in cassa 24 di liquidità.
PRO E CONTRO - Il mondo dell’auto sta cercando dunque di vedere meglio quali sarebbero i pro e i contro dell’eventuale “matrimonio”. Automotive News ne evidenzia alcuni. Fra i pro i benefici che la Volkswagen trarrebbe sul mercato americano, dove i risultati ottenuti non sono quelli desiderati, avrebbe dalla sua marchi come Jeep e Alfa Romeo, che hanno grandi potenzialità, e trarrebbe beneficio dalle abilità della Fiat nel settore delle auto più piccole. Tra i contro gli altissimi costi dell'integrazione fra due realtà tanto diverse in termini industriali e manageriali e le eventuali obiezioni delle autorità antitrust di qua e di la dell'Atlantico.