Numero uno di Peugeot da inizio 2025, Alain Favey (nella foto sopra) ci ha concesso una lunga intervista, dove abbiamo parlato del futuro del marchio in Europa: qui nel 2024 la marca ha venduto 800.000 veicoli su 1,1 milioni complessivi e l’obiettivo è arrivare a 1 milione su 1,5 globali nel 2030.
Pensate di rientrare nel segmento A (quello delle citycar)?
No: non si può perché, come tutti gli altri costruttori tranne Fiat, non c’è modo di produrre queste piccole vetture con profitto. Se arriveranno le E-Car (piccole elettriche economiche da produrre in europa, qui per saperne di più) vedremo: è un’idea bellissima e sicuramente le prime a farle dentro il gruppo Stellantis saranno le Citroën e la Fiat, ma anche la Peugeot troverà modo di entrare in questo mercato. Ma oggi pensarlo è fantascienza.

Quale sarà il “peso” delle elettriche per il marchio?
Fino a un anno fa la strategia era di diventare solo elettrici nel 2030, poi abbiamo visto come il mercato si muove (o non si muove) e già prima che arrivassi io, Imparato e gli altri hanno cambiato i piani: non sarà possibile avere 100% elettrico nel 2030 ma ci arriveremo, solo più tardi. Abbiamo ancora questo obiettivo. Nel segmento B (utilitarie e piccole crossover) e C (vetture medio-grandi) “saremo multi energia” offrendo veicoli elettrici e termici anche dopo il 2030 e finché ci sarà domanda da parte degli automobilisti.
Nel “paniere” delle tecnologie Stellantis ora avete anche il full hybrid: la nuova Jeep Cherokee, venduta solo negli Usa, ha questa tecnologia. Vedremo in Europa una Peugeot ibrida full?
No: in Europa rimaniamo sulla tecnologia mild perché crediamo che questa sia la scelta giusta per costi, potenza ed emissioni. È il compromesso migliore e oggi non ci manca un full hybrid in gamma.
Arriverà però un mild hybrid più potente, dato che avete vetture grandi come la 5008?
Abbiamo già le plug-in da 195 CV: un mild hybrid più potente non è previsto.
C’è ancora spazio per il cambio manuale?
Sì: avremo ancora in futuro auto con questa trasmissione, perché è un modo per ridurre i prezzi e ci sono mercati dove è necessario averlo per vendere, come il Marocco.

Possiamo sognare una piccola 208 GTI termica, magari manuale?
No: la GTI “funziona” solo come elettrica. In Francia una 208 GTI termica con la stessa potenza dell’elettrica oggi pagherebbe 70.000 euro di malus (a causa delle leggi nazionali sulle emissioni) e la metà delle vendite della GTI oggi sono in Francia.
Magari una GTI meno potente, ma con le stesse caratteristiche tecniche di sterzo e assetto?
È un dibattito che in Peugeot abbiamo di continuo: “da quale livello di potenza un’auto è una vera GTI”? Fino ad oggi siamo dell’opinione che una GTI deve essere qualcosa di straordinario come piacere di guida ed essere ai vertici anche come potenza. Con meno cavalli sarebbe qualcosa di diverso…
Molte persone non si possono più permettere un’auto nuova. Alcuni marchi del gruppo Stellantis stanno abbassando i prezzi riducendo i contenuti o costruendo le auto su piattaforme meno sofisticate, come la Smart Car che è alla base della Citroën C3 e di altre. Farete lo stesso?
La nostra strategia è di essere “upper mainstream” (la parte alta dei marchi generalisti): offriamo più contenuti della media a un prezzo forse un po’ più alto, ben sapendo che così non diventeremo il primo marchio in Europa. Puntiamo al 7% del mercato fra 5 anni, quando oggi siamo al 5,5%.
Con quali “armi” crescerete fino a questo 7%?
Puntiamo molto sul segmento B, a partire dalla nuova 208 che arriverà nelle concessionarie nella seconda metà del 2027. Con lei rinnoveremo design (principalmente esterno), contenuti e tecnologia. A partire dall’hypersquare (l’originale volante rettangolare privo di collegamento fisico con le ruote, che abbiamo già provato in anteprima qui) . Questo ci farà percepire in maniera diversa, più innovativa. Continueremo poi a lavorare sul piacere di guida e sulla posizione di guida unica assicurata dall’i-Cockpit (il cruscotto montato in alto, che si legge da sopra il volante tipico di tutte le Peugeot recenti). E promettiamo qualità: negli ultimi anni abbiamo commesso degli errori, siamo coscienti di ciò e dobbiamo essere all’altezza delle aspettative dei clienti.
Quindi, potrete portare la garanzia a 8 anni in maniera definitiva e non come promozioni limitate nel tempo, come state facendo da alcuni mesi sulle auto nuove?
È in atto una discussione interna al riguardo, anche con i concessionari; e per comunicare la qualità dei prodotti ci sono anche altri modi. Per ora proviamo queste estensioni di garanzia limitate nel tempo e poi faremo un bilancio, anche alla luce di cosa verrà fatto dentro Stellantis: se si fa da noi, gli altri marchi del gruppo come reagiranno?

Molti costruttori stanno “tornando” ai comandi fisici: anche voi seguirete questa via?
Cercheremo di bilanciare comandi fisici e a sfioramento, come oggi. Ma di sicuro non vedrete uno schermo che occupa l’intera plancia, come sulle più recenti Mercedes.
Pensate di offrire i servizi di Google a bordo, come alcune rivali quali Renault?
No.
Stellantis ha il 21% della cinese Leapmotor. Avete con loro scambi di tecnologia o altro?
Abbiamo rapporti con loro, anche perché produrremo le loro auto nella fabbrica Stellantis di Saragozza. Sul tema abbiamo scambi intensi di informazioni sul modo in cui riescono a tenere così bassi i prezzi ed è molto interessante. Ma non prenderemo pezzi o tecnologie per usarli nei nostri modelli; il nome Peugeot è una promessa di una marca francese e non penso sarebbe giusto usare tecnologia cinese.
Voi non siete mai caduti nel design rétro, come invece ha fatto Renault, tranne forse per la concept E-Legend del 2018 che richiamava la 504...
Abbiamo ancora quella concept esposta nello studio dei designer, ma abbiamo altre idee: possiamo mettere nelle nostre auto alcune citazioni del passato, come la "firma luminosa" a sviluppo orizzontale della concept Polygon che richiama la griglia della 205 ma non rifaremo un’intera macchina che c’è già stata.
Il successo delle suv e crossover dura da molto tempo: continuerà?
Nel futuro immediato sì e in Peugeot ne avremo ancora di più. Ma il nostro lavoro, col centro stile, è provare a immaginare cosa verrà dopo, sperimentando con forme alternative e stili diversi. Però sono tutte cose che arriveranno dopo il 2030…











