L’ITALIA ADERISCE ALLO STOP MA C’È UN PERÒ - Gli incentivi per auto elettriche sono di grande attualità: c’è chi li considera ingiusti e chi li invoca a gran voce. L’adesione dell’Italia al progetto europeo di bandire le auto nuove con motori a combustione dal 2035 (qui per saperne di più) avrebbe dovuto avere come conseguenza logica il sostegno all’acquisto delle auto elettriche. E invece, dopo tre anni di rifinanziamenti, all’esaurirsi (verso la fine del 2021) degli ultimi fondi non ha fatto seguito alcuna iniziativa del Governo. Questo 2022 è quindi iniziato con l’Italia a far parte dello sparuto drappello dei Paesi europei che non accordano incentivi per le automobili e emissioni locali zero.
PROPOSTE “PESANTI” - L’agenzia Ansa riferisce comunque di finanziamenti ingenti, che interesserebbero sia l’incentivazione all’acquisto sia il sostegno alle aziende per la transizione verso l’elettrico. Queste ipotesi sono emerse dopo un vertice fra il sottosegretario alla presidenza del consiglio Roberto Garofoli, i ministri dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e dell’Economia Daniele Franco, il ministro per le Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Enrico Giovannini e i vertici del ministero della Transizione ecologica, compreso il ministro Cignolani. Per i soli incentivi la dotazione potrebbe essere di un miliardo l'anno da destinare per il 75% alle auto a basse emissioni (comprese quindi le ibride Plug-in, che però sono messe sotto accusa dalla UE, leggi qui perché) e per il rimanente 25% a quelle che emettono fino a 135 grammi di CO2 al chilometro. I fondi per la transizione ecologica delle imprese deriverebbero dal PNRR e da altri fondi, quali quelli per lo sviluppo e la coesione.
L’ALLARME DELLA FILIERA - L’associazione dei costruttori Anfia ha infatti sottolineato l’effetto positivo degli incentivi nel 2021 ma ha criticato i continui “stop & go” dei vari rifinanziamenti, accusati di esser stati "controproducenti perché hanno creato un ‘effetto attesa’ che ha depresso la domanda". La riunione a Palazzo Chigi è stata quindi una messa a punto per arrivare a "coordinare" i vari interventi di competenza dei diversi ministeri. I Ministri si dovrebbero rivedere intorno al 20 febbraio per decidere il da farsi, dopo aver focalizzato ministero le varie problematiche connesse alla grande transizione che sta accadendo. Il tutto verrà sintetizzato in una "strategia nazionale" che dovrà definire e organizzare sia gli interventi sia l'utilizzo dei fondi a disposizione. Spetterà poi al Presidente del Consiglio trovare la quadra fra gli esponenti del Governo più attenti alla sostenibilità e quelli che hanno più a cuore le ricadute sociali e occupazionali. Alla luce di queste indicazioni pensiamo quindi che gli incentivi per le auto elettriche e per quelle a basse emissioni (una buona Euro 6 è sicuramente più pulita e sicura di una Euro 3 con molte primavere sulle spalle) hanno buone probabilità di ritornare entro poco tempo.