C'È GIÀ UNA VITTIMA - È di ieri la notizia che la Fiat fermerà la produzione dei suoi stabilimenti italiani per due settimane (leggi qui la news). Un segnale forte che, secondo alcuni osservatori, sarebbe motivato dal fatto che il governo non ha ancora approvato gli incentivi per il 2010 (qui per saperne di più).
BISOGNA SBRIGARSI - In un articolo apparso sul sito del Sole24Ore, Gian Primo Quagliano, direttore della società di ricerche di mercato Centro Studi Promotor, ha sottolineato l'assoluta necessità di attivare quanto prima gli incentivi 2010.
COSA DICE IL CSP - Secondo Quagliano, nel mese di gennaio il mercato avrebbe subito un brusco rallentamento perché chi deve acquistare un'auto è in attesa che Palazzo Chigi deliberi gli incentivi per il 2010. Altro errore è stato quello di annunciare già lo scorso dicembre che nel 2010 ci sarebbero stati nuovi incentivi, ingenerando nei potenziali clienti l'idea che rimandare l'acquisto non sarebbe stato per loro un danno.
Queste opinioni trovano conferma anche negli studi, divulgati oggi, delle due più importanti associazioni dei Costruttori, l'Anfia (Associazione Nazionale Fra Industrie Automobilistiche) e l'Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri).
IL PENSIERO DELL'ANFIA - “In assenza di incentivi il mercato dell'auto in Italia accuserà un forte calo a 1,7 milioni di unità, contro i circa 2,16 milioni nel 2009”. Ad affermarlo è Eugenio Razelli, il presidente dell'Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) secondo cui “il 2009 nel settore auto è terminato in linea con il 2008 ma con questo ritardo il mercato si collocherà intorno ai 2 milioni”. Secondo Razelli, dunque, la mancanza di incentivi a gennaio 2010 avrebbe già prodotto un calo nelle vendite di circa 160.000 vetture.
E QUELLO DELL'UNRAE - Ci sono poi le stime dell'Unrae sulle vendite di gennaio, che subiranno un calo di oltre il 7%. In particolare, gli ordini dovrebbero attestarsi intorno alle 130 mila unità, segnando un calo del 7,14% rispetto alle 140.000 segnate a gennaio 2009, mese in cui il mercato era già in grave crisi.