Ferrari da endurance: le rosse del mito

Questa filante e muscolosa barchetta da corsa, mossa da un V12 da 2953 cc e 300 CV, viene realizzata dalla Ferrari nel 1957 in seguito alla decisione della Commissione Sportiva Internazionale di limitare a tre litri la cilindrata dei motori dei prototipi. Presentata in pista alla 1000 km del Nürburgring il 26 maggio 1957, dove si piazza decima assoluta, la Ferrari 250 Testa Rossa disputa la sua prima vera stagione completa l’anno successivo. Ed è un trionfo: alla doppietta alla 1000 km di Buenos Aires, con l’equipaggio anglo-americano formato da Peter Collins e Phill Hill seguito dal trio italo-belga-tedesco Luigi Musso-Olivier Gendebien-Wolfgang von Trips, seguono i successi alla 12 Ore di Sebring (Collins-Hill), alla Targa Florio (Gendebien-Musso) e alla 24 Ore di Le Mans (Gendebien-Hill). Vittorie che valgono al Cavallino Rampante un altro Mondiale Sportprototipi.

Nel 1959, nonostante alcuni importanti aggiornamenti, tra cui l’adozione dei freni a disco, la Ferrari 250 Testa Rossa trova nell’Aston Martin DBR1 un’avversaria durissima da battere. Ma la spider di Maranello, che quell’anno riesce a vincere una sola gara, a Sebring, non ha ancora esaurito la sua fame di successi: nel 1960 trionfa alla 1000 km di Buenos Aires con il duo formato da Phill Hill e Cliff Allison e anche alla 24 Ore di Le Mans, dove a imporsi è la coppia belga composta da Olivier Gendebien e Paul Frère.

La 250 Testa Rossa dimostra di essere una macchina molto competitiva anche nel 1961. Ai successi di Sebring e della 4 Ore di Pescara si somma un altro, importante sigillo a Le Mans. Alla bandiera a scacchi, il cielo sopra il celebre Circuit de la Sarthe si tinge tutto di rosso: la vittoriosa Ferrari 250 TRI/61 di Gendebien-Hill è seguita dalla vettura gemella di Mairesse-Parkes e dalla 250 GT SWB di Noblet-Guichet.

Ultima rappresentante della gloriosa stirpe delle “Testa Rossa”, la Ferrari 330 TRI/LM è una barchetta unica nel suo genere e unica al mondo: ne esiste solo un esemplare, che la casa di Maranello fece allestire dalla carrozzeria Fantuzzi di Modena per tentare l’assalto alla 24 Ore di Le Mans del 1962. Affidato ai veterani Olivier Gendebien e Phill Hill, il bolide del Cavallino centra l’impresa ed entra nella storia: è l’ultima vettura a motore anteriore ad aver vinto la celebre corsa di durata francese.

Presentata alla stampa il 4 marzo 1963 sulla pista di Monza, la Ferrari 250 P è la prima vettura di Maranello con un motore a 12 cilindri montato al centro. La carrozzeria firmata Pininfarina, contraddistinta da un avvolgente parabrezza di cristallo e da un vistoso roll-bar alle spalle dell’abitacolo, nasconde una meccanica da vero animale da corsa. Grazie agli oltre 300 CV sprigionati dal V12 (a fronte di un peso a vuoto di appena 760 kg) e a un’affidabilità straordinaria per un’auto da corsa, questa barchetta dalle forme eleganti e sinuose otterrà numerose vittorie sin dalla sua stagione d’esordio, imponendosi a Sebring, a Le Mans e al Nürburgring. E a fine anno, per il Cavallino Rampante, arriverà l’ennesimo Titolo Mondiale Sport Prototipi. 

Nata per sostituire la 250 GTO, la Ferrari 250 Le Mans, a dispetto del suo chiaro aspetto “corsaiolo”, non è mai stata una vettura Sport né tantomeno un prototipo. Tuttavia, a causa della negata omologazione nella categoria GT, almeno a livello internazionale, questa grintosa berlinetta, mossa da un V12 da quasi 3,3 litri e 320 CV, è costretta a vedersela in pista con vetture - almeno sulla carta - ben più “specializzate”. Priva di ogni timore reverenziale, nel 1965 la 250 LM con Jochen Rindt e Masten Gregory vince la 24 Ore di Le Mans, che rimane ancora oggi l’ultimo successo sul Circuit de la Sarthe ottenuto dalla casa di Maranello. 

Sulla scia dei successi conquistati nel 1963 nella categoria GT con la GTO e in quella Sport con la 250 P, la Ferrari decide di sviluppare a partire da quest’ultima un modello ancora più potente e veloce. Mossa dallo stesso V12 della 250 Le Mans, nel 1964 la Ferrari 275 P centra una doppietta alla 12 Ore di Sebring, vince la 1000 km del Nürburgring e si impone nella 24 Ore di Le Mans davanti a due 330 P (vetture quasi gemelle, ma spinte da un V12 portato a quattro litri di cilindrata e 370 CV di potenza).

Dopo un intero anno di sviluppo e di test condotti nelle prove del Mondiale 1971, la nuova vettura Sport del Cavallino Rampante, mossa da un V12 da quasi tre litri di cilindrata e 450 CV, è finalmente pronta ad affrontare quella che sarà la stagione della sua consacrazione. Portata in gara da un parterre di piloti di primissimo livello - da Ickx a Regazzoni, da Redman ad Andretti, da Merzario a Munari -, nel 1972 la Ferrari 312 PB si aggiudica dieci vittorie, lasciando alle avversarie solo le briciole e regalando alla casa di Maranello il suo tredicesimo e ultimo titolo Costruttori nella sua gloriosa storia tra le vetture Sport.