Chi non ha pagato alcuni tributi locali potrebbe avere presto una bella sorpresa. Con la Legge di bilancio 2026, già approvata dal Consiglio dei Ministri e ora in discussione al Parlamento, il governo apre infatti la possibilità per Comuni e Regioni di “rottamare” alcune tasse locali come Imu, Tari, canone per l’occupazione di suolo pubblico, imposta di soggiorno e anche il bollo automobilistico. Perfino le multe per infrazioni al Codice della Strada potrebbero rientrare in questa sanatoria.
La manovra concede anche agli enti locali la possibilità di introdurre proprie forme di definizione agevolata, pensate come uno strumento aggiuntivo per recuperare le somme dovute. Tuttavia, non si tratta di un processo automatico: spetta a ciascuna amministrazione decidere in autonomia se applicare o meno queste misure e con quali modalità. Questo vale soprattutto per gli enti con conti in ordine, mentre per quelli in difficoltà la situazione è più complessa.
Il campo d’azione della cosiddetta “rottamazione locale” è chiaramente delimitato: riguarda esclusivamente i tributi locali. Ne restano fuori le addizionali comunali e regionali, che pur essendo stabilite dagli enti territoriali, sono considerate parte dell’Irpef e dunque non rientrano nella definizione agevolata.
Esclusa anche l’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. Sono invece potenzialmente oggetto di definizione gli altri tributi e le sanzioni di competenza degli enti locali, con alcune eccezioni: non sono ammesse le somme legate al recupero di aiuti di Stato illegittimi, i tributi già interessati da precedenti sanatorie non perfezionate e i casi in cui il contribuente abbia ricevuto condanne penali o contabili.
Se tutto sarà confermato, per chi ha saltato il pagamento del bollo auto e moto, la cosiddetta rottamazione locale potrebbe diventare una buona occasione per rimettersi in regola senza spendere troppo. Gli enti locali, se decidono di partecipare, possono concedere una riduzione delle sanzioni e permettere al contribuente di versare soltanto la cifra originaria dovuta, magari dilazionandola in più rate e applicando un interesse massimo del 4% all’anno. In pratica, se l’amministrazione locale dà il via libera, il debitore può chiudere la propria pendenza senza subire ulteriori costi aggiuntivi.
Lo stesso discorso vale anche per le contravvenzioni stradali: è possibile usufruire di una sorta di “sconto”, ma solo sulla parte economica della multa. Tutte le conseguenze accessorie, come la perdita dei punti dalla patente, restano invece invariate. In ogni caso, per usufruire di queste agevolazioni, bisogna attendere le scelte del proprio Comune, che stabilirà se aderire e quali modalità applicare.
























