DOPO LA TRIMESTRALE - Il successo del marchio Jeep, la flessione di Maserati e le prospettive della Alfa Romeo. Sono questi i temi principali affrontati da Sergio
Marchionne (
nella foto) durante una sessione di domande-e-risposte con gli analisti, organizzata poche ore dopo la pubblicazione del bilancio relativo al terzo trimestre del 2015 (
qui la news). Marchionne, amministratore delegato della
FCA, era presente all’evento in compagnia di Richard Keith Palmer, responsabile finanziario del gruppo. La discussione è passata quasi subito da aspetti finanziari a tematiche inerenti il prodotto.
LA JEEP A GONFIE VELE - L'amministratore delegato della FCA ha risposto ad una prima domanda sulla Jeep, affermando che in Europa “ne abbiamo vendute più in questi primi 9 mesi del 2015 che in tutti e 12 i mesi del 2014. La situazione è identica a livello globale”. Al momento però Marchionne non intende modificare al rialzo gli obiettivi di vendita fissati per il 2018, quando la Jeep dovrà raggiungere l’obiettivo del milione e 900mila unità l’anno. “Ne riparleremo a fine gennaio. Oggi non voglio fare speculazioni - spiega il ceo. Dobbiamo essere certi di poter supportare il marchio e far sì che possa espandersi”. L’obiettivo sarà raggiunto anche tramite la messa in servizio dell’impianto brasiliano di Goiana, nello stato di Pernambuco, dove a regime si produrranno oltre 100.000 unità l’anno. “Ad oggi, su base annuale, siamo fra le 65.000 e le 75.000 unità - conferma Marchionne. A lavori ultimati (l’inaugurazione risale a fine aprile 2015) ci assesteremo poco sopra quota 100.000 esemplari. Lo faremo nel secondo trimestre 2016”.
TUTTO SULLA LEVANTE - Il numero uno del gruppo FCA commenta poi la situazione della Maserati e conferma anche in questo caso l’obiettivo di 75.000 unità/anno a partire dal 2018. Sui conti dell’azienda (il fatturato è calato nel trimestre da 652 a 516 milioni di euro) hanno pesato i costi sostenuti per finire l’allestimento della suv Levante, che “sarà in produzione fra il termine del 2015 e l’inizio del 2016”. Marchionne spiega poi che la Ghibli “sta bene” e che la sua flessione va considerata fisiologica, in quanto rientra nel “normale tasso di assorbimento” previsto dal mercato. Fallire la previsione sarebbe grave, ed è per questo che Marchionne non si aspetta una crescita poderosa come nel 2014 e nei primi mesi del 2015.
NUOVE TEMPISTICHE PER LA ALFA - Il ceo della FCA risponde poi ad una domanda sull'Alfa Romeo e non mette in dubbio i 400.000 esemplari/anno promessi dal 2018, ma spiega che dovrà necessariamente cambiare la distribuzione degli stessi: le difficoltà in cui si trova la Cina obbligano l’azienda a trovare altri mercati in cui vendere gli esemplari che il Dragone non potrà assorbire. Marchionne ipotizza migliori risultati in Europa ed in Nord America, ma ritiene che per questo motivo vadano cambiate le date di uscita dei prossimi modelli. “Dobbiamo in parte cambiare la programmazione, in quanto vi sono modelli più adatti ai mercati europei e nord americani di quanto non lo sarebbero stati per la Cina . Lavoreremo sul tema nei prossimi 30, 60 giorni e forniremo una risposta più precisa a gennaio. Il piano di lancio è comunque confermato”.
PIÙ REDDITIVITÀ - La sessione era iniziata con una domanda sulla profittabilità. “Stiamo aumentando i costi del lavoro - spiega Marchionne. Ciò ha delle implicazioni ed influisce sulla redditività”. L’azienda sta comunque lavorando per compensare le maggiori spese, legate anche al nuovo contratto firmato con il sindacato Uaw e valido i lavoratori degli impianti statunitensi. Il ceo ha poi spiegato che la maggior parte delle automobili scelte per le flotte passeranno all’ibrido entro i prossimi 10 anni.