UN AIUTO NECESSARIO - Purtroppo si allungano ancora i tempi del Governo sui temi del sostegno l'acquisto di vetture Euro 6, benzina, diesel o ibride. Infatti l’appuntamento per la discussione e conversione in legge del Decreto Rilancio fissato in aula per venerdì 3 luglio è saltato. I tempi di approvazione sono molto ristretti, con l'8 luglio come limite di voto in Senato e appunto il 18 luglio per l'entrata in vigore. Tempi stretti e anche complicati perché il pacchetto completo di incentivi richiede circa 800 milioni di euro di copertura da parte del Governo. Il Decreto Rilancio è lo strumento per favorire la ripartenza di molti settori commerciali italiani, comparto automotive compreso. Per legge l’intero provvedimento, che vale 55 miliardi, per essere approvato e diventare operativo legge, va deciso entro 18 luglio. Pena, la decadenza. Motivo dello slittamento una richiesta della commissione Bilancio di ulteriori verifiche. Peccato perché il mercato è in grandissima sofferenza e il cumulato da gennaio segna un drammatico -46%.
C'È L'ACCORDO - In ogni caso, tra le varie forze politiche c’è ora un accordo attorno agli emendamenti firmati Pd, Iv e Leu e sostenuti anche dall'opposizione che prevedono un contributo statale di 1.000 euro, che diventano 2.000 in caso di rottamazione di un'auto con più di 10 anni. Il concessionario deve aggiungere gli stessi importi raddoppiando così le le somme. Il contributo coinvolge chi acquista una nuova Euro 6 benzina, diesel o ibrida, con un limite di emissioni ancora in via di definizione (si dice superiori a 61 g/km). Il Movimento Cinque Stelle insiste, per affiancare a queste misure gli Ecobonus già in vigore che prevedono un “gettone” di 4.000 euro, che raggiunge i 6.000 euro in caso di rottamazione, se si acquista un’auto con emissioni di CO2 da 0 a 20 g/km. O in alternativa un bonus di 1.500 euro, che diventano 2.500 in caso di rottamazione, nel caso di una nuova vettura con emissioni di CO2 comprese tra 21 e 60 g/km.