In un mercato sempre più orientato verso auto di grandi dimensioni, le piccole citycar economiche stanno via via scomparendo, fagocitate anche da normative che le penalizzano e dal minore margine che i costruttori hanno su questo tipo di vetture. E allora, per riportare in auge le automobili di piccole dimensioni adatte alla città, sia Stellantis che il Gruppo Renault guardano a Oriente, per la precisione al Giappone, dove un segmento di compattissime utilitarie va per la maggiore: si tratta delle cosiddette kei car, auto di massimo 3,4 metri di lunghezza che rappresentano circa il 40% delle immatricolazioni del Sol Levante, favorite da una legislazione particolarmente favorevole (qui per saperne di più). I due gruppi chiedono alle autorità europee e regolamentare questo genere di vetture anche nel Vecchio Continente prendendo l’esempio del Giappone, in modo da rendere sostenibile la produzione di auto di piccole dimensioni.
John Elkann, presidente di Stellantis, ha sottolineato che un tempo in Europa di vendevano circa 1 milione di auto nuove all’anno con un prezzo inferiore a 15.000 euro, mentre ora il volume è crollato a 100.000 unità. Le case automobilistiche infatti non sarebbero incentivate a investire in questo tipo di veicoli, secondo Elkann perché le leggi UE rendono la progettazione e la produzione meno attraenti: “Entro il 2030 dovremo tener conto di più di 120 nuove normative. Oltre il 25% dei nostri ingegneri si occupa solo di conformità, quindi non aggiunge nessun valore”, ha affermato il presidente di Stellantis.
L’interesse del Gruppo Renault per le kei car è di lunga data: già alla fine del 2023 Luca de Meo, fino a domenica ceo dell’azienda, considerava queste piccole utilitarie “un perfetto esempio del tipo di auto che dovrebbero realizzare anche i costruttori europei” (qui la notizia). Lo ha poi ribadito anche recentemente, invitando paesi come Italia, Francia e Spegna a prendere l’iniziativa per rilanciare il segmento delle utilitarie. Secondo de Meo, guidare quotidianamente un veicolo elettrico di 2,5 tonnellate è “un’assurdità ambientale”. Per questo sarebbe necessaria “una regolamentazione differenziata per le auto piccole. Ci sono troppe regole pensate per le auto più grandi e costose, il che significa che non possiamo produrre auto più piccole in condizioni di redditività accettabili”.