OLTRE LE DIFFICIOLTÀ - La crisi non passa, ma il vento può cambiare. Pare essere questo l’approccio del nuovo CEO (amministratore delegato) della Opel, Karl-Thomas Neumann (foto qui sotto). Il boss della casa tedesca parte del colosso General Motors ha espresso il suo piglio determinato, se non ottimistico, argomentandolo concretamente: “Siamo supportati dalla casa madre di Detroit, non solo per far fronte alla situazione debitoria ma anche, e soprattutto, per gli investimenti necessari per avviare nuovi modelli. Non avrei accettato questo incarico se non fossi stato convinto della possibilità di portare l’Opel fuori dalla crisi”.

LE MOSSE STRATEGICHE - E bisogna dire che la visione fiduciosa di Neumann - ex top manager del gruppo Volkswagen - non manca di argomenti. Sul piano dell’organizzazione interna, è recente l’accordo con i sindacati per il piano di ristrutturazione (ancorché nei giorni scorsi ci siano state delle prese di posizione sindacali rivendicanti maggiore chiarezza sulle prospettive per il personale dello stabilimento di Bochum, dopo la programmata chiusura fissata per il 2016). E già questo è un elemento importante.
LE CARTE VINCENTI - Ma fattore sicuramente più incoraggiante è l’esito dei tre
nuovi modelli proposti dalla
Opel. Se quello più recente - la cabriolet
Cascada (
foto più in alto) - è un modello che non è pensabile arrivi a realizzare grandi numeri di vendita, sebbene il successo ottenuto al salone di Ginevra sia comunque importante, molto concreti sono gli esiti commerciali che stanno avendo la piccola suv
Opel Mokka e la citycar
Opel Adam.
Opel Adam.
IL SUCCESSO VIENE DAI NUOVI PODOTTI - E la fiducia ingenerata da queste tre novità fa da volano all’ottimismo per le future novità della marca, che sono parecchie. Lo stesso Neumann ha sottolineato che sono ben 23 le nuove proposte previste da oggi al 2016. Questo, assieme a un’azione di revisione al ribasso dei costi di produzione. Quest’ultimo aspetto si basa su due tipi di intervento: la riduzione delle capacità produttive inutilizzate (e in ciò conta molto l’intesa con i sindacati per la chiusura di Bochum), e il congelamento dei salari fino al 2016. La strategia di Neumann e il suo ottimismo hanno questi due elementi come fondamenta. Non a caso le previsioni fatte dai vertici Opel fissano per metà decennio (praticamente tra un paio d’anni scarso) il raggiungimento del “pareggio” di bilancio, e magari qualcosa di più.
CONVINTI E DETERMINATI - Motivata la propria fiducia con questi semplici e chiari argomenti, Neumann tiene anche a sottolineare che per la riuscita degli ambiziosi piani di recupero, è determinante un cambio di mentalità all’interno dell’azienda. Significative le sue parole pronunciate al salone di Ginevra parlando con l'agenzia Reuters: “Spero che non abbiate più visto gli uomini Opel con lo sguardo basso, mentre recitano parole di commiserazione. Perché deve essere chiaro a tutti che la Opel è in una fase di attacco, e l’atteggiamento di tutti deve essere appunto d’attacco”.
Opel Mokka.
UNA GRANDE SFIDA - Con questo approccio e con i programmi di prodotto accennati, Neumann conta di porre fine al periodo buio della Opel, che nell’ultimo anno ha comportato ancora una perdita di 1,8 miliardi di dollari, che portano a 18 miliardi le perdite accumulate dalla fine degli Anni 90. Dal punto di vista dei conti, un primo passo avanti è stato compiuto con il taglio di 300 milioni di dollari all’anno alla voce costi fissi e con la riduzione della forza lavoro di circa 2.600 persone. E i programmi economici dell’attuale management contano su un’altra riduzione di 500 milioni di dollari entro il 2015. Per quanto concerne il 2013 le previsioni sono di un ulteriore arretramento generale del mercato europeo, in cui però la Opel manterrà la propria quota, con perdite economiche molto inferiori a quelle del 2012.