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Saranno i biocarburanti a salvare le auto d’epoca?

Pubblicato 01 luglio 2025

Benzina, biocarburanti, e-fuel: quali sono le differenze? Quanto costano? E soprattutto: sono adatti alle auto storiche? Francesco Di Lauro, presidente della commissione Asi Green, ci aiuta a fare chiarezza. 

Saranno i biocarburanti a salvare le auto d’epoca?

QUALE FUTURO PER LE AUTO STORICHE?

Le continue strette sulle norme antinquinamento porteranno le auto d’epoca all’estinzione? Pur con tutte le limitazioni del caso, oggi in Italia ai mezzi con una storicità certificata da un ente accreditato la circolazione è consentita anche nei centri città, ma con l’inasprirsi della “guerra” all’automobile proclamata dall’Unione europea e da molte amministrazioni locali, un po’ di timore c’è. Eppure, un modo per mettere d’accordo amanti dei motori del passato e paladini dell’ambiente ci sarebbe: i carburanti sostenibili.

francesco di lauro

Francesco Di Lauro, presidente della commissione Asi Green, nata nel 2023 per rispondere alle nuove esigenze di sostenibilità.

ANIDRIDE CARBONICA: UN GAS ESSENZIALE

Prendiamo il caso dell’Italia: la percentuale di auto d’epoca iscritte nei registri riconosciuti dal Codice della Strada, come Asi (Automotoclub Storico Italiano), Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo, è solo lo zero virgola del parco circolante, con un impatto pressoché irrilevante sull’ambiente. Impatto che, spiega ad alVolante Francesco Di Lauro, presidente della commissione Asi Green, potrebbe ulteriormente ridursi utilizzando i biocarburanti: “Intendiamoci: le emissioni allo scarico rimangono le stesse, ma non è quello il problema principale, perché l’anidride carbonica, in sé, se contenuta entro certi livelli non solo non è velenosa per l’uomo, ma è quella cosa che evita, tanto per capirci, che sulla Terra ci siano 18 gradi sotto zero”.

Qual è il problema principale, quindi?

“Si parla tanto di sostenibilità, ma spesso e volentieri senza sapere di cosa si sta parlando. Il concetto è che, se si rende sostenibile il processo per ottenere una benzina in grado di far funzionare un motore, si innesca un meccanismo circolare virtuoso”. 

biocarburanti auto storiche sustain 1

La Lancia Stratos e, nella foto qui sotto, la Lamborghini Countach 5000 Quattrovalvole: due delle supercar d’epoca della collezione Asi alimentate con biocarburanti.

Si spieghi meglio.

“Un conto è la distillazione frazionata del petrolio, un altro è sfruttare scarti vegetali non alimentari, come tronchi di legno, erbacce, ramaglie. Nel primo caso si libera carbonio nell’aria, nel secondo l’anidride carbonica, assorbita naturalmente dalle piante con la fotosintesi clorofilliana, viene estratta con reazioni chimiche che consentono di ottenere gli idrocaburi, i quali, miscelati, danno la biobenzina. Non si tratta di raggiungere le fatidiche zero emissioni, ma di ridurre il più possibile il bilancio tra la CO2 assorbita e quella liberata nell’atmosfera”. 

E gli e-fuel di cui si sente tanto parlare, hanno gli stessi vantaggi?

“Quello degli elettrocombustibili è un campo ancora da esplorare, almeno su larga scala. Per ora sono usati nelle competizioni automobilistiche e da pochi colossi come Porsche, Bosch, Shell e Aramco, che non forniscono dati relativi al loro reale contributo alla sostenibilità. Di certo c’è che, per essere prodotti, richiedono processi molto energivori: ci sono degli enormi ventilatori che assorbono anidride carbonica e per separare il carbonio dall’ossigeno serve un’enorme quantità di acqua ed elettricità. Senza contare il fatto che, di e-fuel, in commercio non ce n’è neppure una goccia. Non mi dispiacerebbe averne una cinquantina di litri a disposizione per poter fare i test che abbiamo fatto con i biocarburanti”.

biocarburanti auto storiche sustain

Cos’hanno evidenziato, per ora, gli esperimenti sulle biobenzine?

“Sulle biobenzine di seconda generazione, ormai, sappiamo tutto: le abbiamo provate in laboratorio, su strada, in pista. Abbiamo visitato gli stabilimenti dove vengono prodotte. Possiamo dire con certezza che funzionano bene, il che, in realtà, non è una sorpresa. Del resto, se così non fosse stato, non avrebbero ottenuto la stessa certificazione delle benzine di origine fossile. Ma c’è dell’altro: essendo fatti in laboratorio, e non in una raffineria, lotto per lotto le proprietà chimico-fisiche dei biocarburanti rimangono più stabili. Questo fa la differenza nelle auto d’epoca, che tipicamente vengono usate poco, con la benzina che rimane nel serbatoio per molti mesi”. 

I biocarburanti, quindi, si deteriorano più lentamente?

“Proprio così. Un prodotto come la Classic Super 80 della britannica Sustain, la biobenzina che stiamo sperimentando ormai da un paio d’anni su diverse auto della nostra collezione, è fatto apposta per i vecchi motori, che, tra l’altro, non richiedono alcuna modifica. Può restare nel serbatoio anche per due, tre anni, perché ha una percentuale di etanolo inferiore allo 0,5%, contro il 5-10% contenuto nella benzina tradizionale. L’etanolo è il killer silenzioso dei motori delle auto d’epoca: è corrosivo e, alla lunga, danneggia l’impianto di alimentazione. Inoltre, nei biocarburanti è più costante anche il numero di ottano, quindi il potere antidetonante è maggiore. Tradotto: il motore rende meglio e vive più a lungo”.  

biocarburanti auto storiche sustain 2

La filiale inglese della Mazda ha deciso di alimentare le sue vetture storiche con la biobenzina Classic Super 80 prodotta dalla Coryton Fuels.

E i costi?

“In Inghilterra si può già fare rifornimento di biobenzina in tre, quattro stazioni di servizio, spendendo circa il triplo rispetto alla benzina normale”. 

C’è una bella differenza.

“Sì, ma è normale che sia così. Prima di tutto perché la biobenzina, per essere davvero sostenibile, dev’essere ottenuta con costosi reagenti non di origine fossile. E poi, finché non sarà più diffusa, auspicabilmente anche per il trasporto aereo, continuerà a costare tanto. Il discorso cambia per i biocarburanti da competizione: quello a 102 ottani costa dai 5,50 ai 7 euro al litro, contro i 6,5-8 di un equivalente derivato dal petrolio. In questo caso, la convenienza esiste già".

 



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Ritratto di Gordo88
1 luglio 2025 - 17:45
1
Non avevo mai sentito parlare di biobenzina senza che fosse a base di bioetanolo, evidentemente si tratta di un processo simile al diesel HVO, certo costa molto ma sarebbe interessante conoscerne i possibili sviluppi..
Ritratto di AndyCapitan
6 luglio 2025 - 08:52
4
Quante baggianate.....tutta fuffa....la benzina deve rimanere normale...i biocarburanti costeranno un botto e non fanno altro che intasare i sistemi con alghe nei serbatoi.... soprattutto nelle auto d'epoca che stanno per lo più ferme nei garage!
Ritratto di Balzar
1 luglio 2025 - 18:46
Orpolà, lasciano parlare un complottista. Forse sta cambiando il vento?
Ritratto di giocchan
1 luglio 2025 - 20:38
Complottista de che? L'e-fuel e simili ci saranno anche dopo il 2035, mica è un mistero. Così come non è un mistero che il biocarburante costi "circa il triplo rispetto alla benzina normale" (anche più nel caso dell'e-fuel - e non è una roba che scalerà con le quantità, l'e-fuel costerà sempre N volte più della benzina). Se uno va in giro il weekend con una Lambo d'epoca a farsi il raduno, certo non è un problema (discorso diverso per la Panda del nonno).
Ritratto di Gordo88
1 luglio 2025 - 21:31
1
Nel caso dell' HVO ha prezzi uguali se non inferiori al gasolio fossile e parliamo di biodiesel idrogenato al 100%..
Ritratto di pierfra.delsignore
2 luglio 2025 - 09:47
4
Porsche li sta sperimentando dal 2021 o qualcosa del genere, avendo un'auto d'epoca li ho provati volentieri, il problema giustamente detto nell'articolo delle benzine da fossile è il loro deterioramento, spesso con un pieno ci faccio 2-3 mesi, a volte anche 5 mesi, soprattutto in inverno quando i raduni e ritrovi non ci sono e la benzina rimanendo nel serbatoio così a lungo può creare problemi speriamo abbiano anche un numero di ottani superiore o uguale almeno a 98, 30-40 anni fa gli ottani erano 98 minimo, a parte la "Normale" usata per le utilitarie.
Ritratto di Gordo88
2 luglio 2025 - 10:14
1
Si è una 98 ottani
Ritratto di AndyCapitan
6 luglio 2025 - 08:55
4
Eh no Pierfra....non puoi girare con una storica tu, che fai l'ecolllogggggista....ahah....devi comprare solo cariole a pile....
Ritratto di pierfra.delsignore
6 luglio 2025 - 18:48
4
Io giro con la storica mica tutti i giorni anche oggi era ad un raduno, per tutti i giorni uso un'auto a batteria molto meglio in prestazioni e meno impattante di un stufa termica che non avrebbe alcun pregio rispetto ad una ibrida o elettrica a batteria perché non potrei mai permettermi un motore di pregio
Ritratto di ilariovs
1 luglio 2025 - 19:40
Ma è necessario sul serio una cosa cosí? Cioè non possono continuare ad usare benzina normale? Quante saranno ste auto storiche? Quanti Km faranno?
Ritratto di giocchan
1 luglio 2025 - 20:41
Secondo me un po' dopo il 2035 (2040? 2045?), vieteranno del tutto la vendita della benzina normale... per chi possiederà una ICE, ci saranno in vendita solo biocarburante e e-fuel. Mi sembra una roba abbastanza sensata.
Ritratto di pierfra.delsignore
2 luglio 2025 - 09:49
4
Da possessore di Alfa 33 ti posso dire che raramente superi i 3000 km in un anno ma davvero raramente, solitamente non arrivi a 2000 e sono uno che ai raduni e manifestazioni ci va. E' interessante il fatto che non perda le sue caratteristiche le stagioni dei raduni non sono distribuite ugualmente durante l'anno, capita spesso che da novembre ad aprile non faccia mai rifornimento all'auto. Ci fai il giro domenicale ogni 2-3 settimane tanto per tenerla in esercizio.
Ritratto di fastidio
2 luglio 2025 - 12:57
8
@pierfra.delsignore Io le uso molto di più, mettendole insieme credo che dovrei arrivare a 10000 km / anno
Ritratto di pierfra.delsignore
2 luglio 2025 - 20:55
4
Quante ne hai? per curiosità, 10.000 per le storiche sono tanti, penso poi all'eventuale manutenzione e carburante la mia fa i 10-11 di media, poi è vero ci sono tanti appassionati che sono pure meccanici o hanno nozioni molto avanzate per cui anche se non lo fanno di professione molti lavori li fanno in autonomia
Ritratto di fastidio
4 luglio 2025 - 13:28
8
@pierfra.delsignore Ne ho 3 ma 1 è in un garage lontano da casa e quindi è più di un anno che non la uso, di conseguenza quei 10000 km sono fatti solo con 2. Consumano entrambe sui 10 di media, quella che invece è ferma fa i 5/6 al litro. Per la manutenzione, meglio farla a queste che alle auto moderne
Ritratto di pierfra.delsignore
4 luglio 2025 - 20:39
4
Io sono anni che ho auto storiche appassionato di Alfa Romeo la Spider è diventata una GTV6 2.5 che poi è diventata una 33 1.7 Absolute anche la mia fa sui 10, sinceramente facevo e faccio ancora anche se meno chilometri circa 18.000 ora in un anno per prendere solo proprio in considerazione una storica, le ritengo auto ottime per brevi tragitti, per la guida rilassata anche di un bel viaggio ma dove non hai lo stress dei tempi da rispettare del lavoro, della congestione del traffico etc.
Ritratto di Andre_a
2 luglio 2025 - 14:05
Se tu avessi scritto questo commento in prima persona singolare, anziché in seconda, sarebbe stato interessante.
Ritratto di giocchan
1 luglio 2025 - 20:35
Qua c'è un piccolo equivoco: uno quando sente parlare di ASI e "auto d'epoca" pensa al modo di non pagare il bollo della Panda del nonno... Questo signore invece stà parlando di Lamborghini da collezione, con le quali fare manciate di km l'anno ("Può restare nel serbatoio anche per due, tre anni")... in questo caso è ovvio che spendere 5-6 euro al litro non sia un problema...
Ritratto di Oxygenerator
2 luglio 2025 - 01:29
Esattamente come dovrebbero essere utilizzate le auto d’epoca.
Ritratto di pierfra.delsignore
2 luglio 2025 - 10:02
4
2-3 anni no, ma 3-5 mesi capita te lo dico da possessore di Alfa 33 1.7 Absolute, i raduni non sono ugualmente distribuiti durante l'anno, con il giretto domenicale tanto per tenerla in esercizio, è facile arrivare da novembre ad aprile con lo stesso pieno. Vedi molte poche panda ASI, è un falso mito, in tanti amici mi hanno chiesto questa cosa soprattutto cacciatore con piccoli fuoristrada, ma il costo dell'omologazione ASI, che almeno esteticamente richiede una certa integrità, il costo della pratica, il costo di associazione al club senza cui non hai la scontistica, fanno si che alla fine il risparmio sia talmente risicato e da spalmarsi su così tanti anni per cui nessuno ad esempio fa riverniciare il cofano e sistemare gli interni della Pandina per pagare 120 euro in meno l'anno tra assicurazione e bollo, certo se come nel mio caso ci sono solo di bollo oltre 200 euro di differenza e ben 500 di assicurazione, anche spendere 5-600 euro per riverniciare il cofano conviene ma non ti pensare che l'assicurazione ed il bollo di una Suzuki Santana o di una Panda 45 giustifichino magari 500 euro di riverniciatura, 100-150 euro di pratica, andare al centro ASI che magari è a 80 km, l'iscrizione di altri 120 euro anno, ho visto che quasi tutti rinunciano, salvo i pochi che magari abitano proprio in città e vogliono utilizzare l'auto allora devi aggiungere anche 80-100 euro di pratica per riportare la storicità a libretto. Ripeto sono tutti costi irrisori per un'auto di un certo tipo, per una Santana diventano proibitivi se non lo fai per poi andare davvero ai raduni, per questo ho visto più Ferrari che Fiat Panda omologate ASI
Ritratto di giocchan
2 luglio 2025 - 11:25
Vero! Non sono esperto di omologazioni ASI, ma un mio amico c'è passato con la sua auto: mi spiegava come, innanzitutto, c'è una lista di auto "meritevoli" che possono essere iscritte - non devono essere modelli super-banali (non serve siano Ferrari - lui c'è rientrato con una Y10 Missioni). Poi l'auto deve avere pezzi originali, interni in buono stato, niente incidenti di mezzo... insomma, deve essere una di quelle auto che le vedi in strada e dici "ha 30 anni ma sembra nuova" e non "sembra un rottame di 30 anni". Però il luogo comune che gira è quello - ho l'auto di 18 anni, resisto un'altro po' e me la iscrivo all'ASI e non pago più nulla... salvo poi scoprire che (giustamente), la realtà è diversa
Ritratto di giocchan
2 luglio 2025 - 11:29
Mi auto-commento - questa è la "lista di salvaguardia" delle auto con 20-29 anni (di Ferrari è pieno, ma, ad esempio, l'unica Panda in lista è la Selecta) www.clubacistorico.it/lista-di-salvaguardia/autoveicoli/lista-di-salvaguardia-auto-20-29-anni.html
Ritratto di pierfra.delsignore
2 luglio 2025 - 12:52
4
Al carrozziere o tappezziere che tu rifaccia gli interni di un'Arna o di una GTV6, che tu rivernici una 146 1.4 o 2.0 QV mica importa, il prezzo è lo stesso... per cui nessuno spende cifre diciamo importanti su un'auto che poi rivenduta manco ti ripaga il costo del restauro
Ritratto di pierfra.delsignore
2 luglio 2025 - 12:51
4
La lista di salvaguardia vale per ACI Storico non per ASI o altri registri, fermo restando che salvo truffe non è che vai all'ASI o al registro storico Alfa Romeo e ti omologano l'Arna con la tappezzeria strappata o la 146 con la vernice a squame sul cofano, per questo è difficile trovare auto di poco valore omologate, perché salvo motivi "affettivi" personali, l'auto del nonno, della nonna a cui eri legatissimo-a nessuno restaura una 146 1.4, si restaura il 2.0 quadrifoglio che ha un suo mercato e prezzo di vendita.
Ritratto di fastidio
2 luglio 2025 - 12:56
8
@giocchan ASI e CRS sono due cose diverse. Basta il CRS per non pagare il bollo (almeno in Lombardia) e avere assicurazione ridotte, ovviamente per auto oltre i 20 anni ma che non per forza devono essere inserite nelle liste di salvaguardia. Il CRS lo ottieni anche con la panda base e in condizioni anche pessime. L'omologazione ASI invece è uno step in più che di solito si fa per dare un leggero valore aggiuntivo alle auto d'epoca. In questo caso le auto devono essere in ottimo stato e più originali possibili. Detto ciò, io ho due auto ASI una con CRS che uso molto più della manciata di km perchè, seppur in ottimo condizioni, si mantengono molto meglio usandole piuttosto che lasciarle sotto a un telo.
Ritratto di pierfra.delsignore
2 luglio 2025 - 14:20
4
Non diciamo stupidaggini una Panda in condizioni pessime non ottiene in CRS se lo ha è una TRUFFA sottolineo è una TRUFFA perseguibile penalmente, la lista di salvaguardia la ha ACI storico, che non è il solo soggetto autorizzato a rilasciare CRS che può essere rilasciato anche da ASI, Registro Italiano Alfa Romeo, Fiat e da quanto so stanno facendo domanda di autorizzazione pure quello Mercedes-Benz e Porsche
Ritratto di Andre_a
4 luglio 2025 - 02:20
Come per tante cose in Italia c'è la legge e c'è la realtà dei fatti. E la realtà è piena di catorci col CRS
Ritratto di pierfra.delsignore
4 luglio 2025 - 16:04
4
Si chiama truffa piena parliamone, molti non conoscono bene la normativa e quello che hanno in mano non ha alcun valore legale, può valere per alcune assicurazioni, ma attenzione qui l'assicurazione può decidere che il registro Club Pippo di Segrate per lui ha diritto ad una scontistica come auto storica, l'assicurazione è un contratto tra privati, per cui che il CRS sia valido riportabile a libretto o meno, non ha alcuna importanza, da qui si genera poi molta confusione sul numero di auto storiche circolanti e sui catorci come dici tu. Il certificato del club Pippo magari mi può permettere di avere una assicurazione di 200 euro, se alla filiale va bene così lo stato non può intervenire su un contratto tra privati, lo stesso certificato però non essendo rilasciato da uno dei soggetti autorizzati non ha poi alcun valore per le eventuali esenzioni bollo ed esenzioni dei divieti di traffico, che valgono solo quando il CRS è riportabile con apposita pratica sul libretto ora certificato unico di proprietà dell'auto, questo per fare chiarezza, diversa è la scontistica poi sul bollo per le auto oltre i 40 anni di età dove è automatica a prescindere dalla storicità o meno dell'auto.
Ritratto di pierfra.delsignore
4 luglio 2025 - 16:09
4
Per chiarire meglio ci sono migliaia di CRS non autorizzati, ossia fogli di storicità rilasciati da enti non autorizzati, club di qualsiasi tipo, ma questi hanno solo eventuale valore per la scontistica con alcune compagnie assicurative, quello è un contratto tra privati, quando invece si parla di auto storiche esenti da bollo e divieti di circolazione allora vale solo il numero delle auto che hanno il CRS riportato a libretto ed in questo caso cade l'asino ossia fronte di 200.000 esempio auto storiche "registrate" alle assicurazioni di Roma, ne sono realmente catalogate a pieno titolo per la circolazione 10.000, Penso che non conoscendo questo mondo molti facciano da sempre questa enorme confusione. Il club privato che ti rilascia un foglio che ha interesse per l'assicurazione può pure farlo sulla parola, o farlo ad un'auto marcia, però quando tu vai all'ufficio del PRA per far registrate come auto storica per poter ad esempio circolare durante i blocchi del traffico ti accorgi che quello che hai in mano equivale al biglietto del monopoli ossia non ha alcun valore legale
Ritratto di fastidio
4 luglio 2025 - 13:24
8
@pierfra.delsignore Ho fatto pochi mesi il CRS per una Bmw 520i. Compilato moduli, pagato il club e mandato le foto. La macchina non l'a periziata nessuno quindi poteva anche essere marcia, non funzionante o taroccata. Invece diversamente per la certificazione ASI (appena fatto per una Maserati), l'auto viene periziata da un tecnico che dovrebbe essere specializzato nel marchio
Ritratto di pierfra.delsignore
4 luglio 2025 - 15:59
4
Il CRS è irregolare fatto in quel modo ci deve essere almeno un delegato che perizia l'auto, in teoria dovresti portarla ad un club ASI, Aci Storico o registri auto associati, ma molti club hanno poi loro delegati sul territorio per facilitare le omologazioni, ma un delegato dovrebbe sempre verificare l'auto
Ritratto di fastidio
9 luglio 2025 - 13:14
8
Hai detto giusto "dovrebbe" ma non è sempre così. Come "dovrebbero" nelle revisioni non far passare auto che hanno gomme lisce, fanali non funzionanti, ecc.. Io come detto con la 520i ho mandato online le foto e nessuno l'ha periziata, non ci sarebbero stati problemi perchè la mia è perfetta ma capisci che con le sole foto può passare qualsiasi auto
Ritratto di pierfra.delsignore
9 luglio 2025 - 19:12
4
Purtroppo ci sono sempre le pecore nere, però tra i federati ASI è molto raro, le foto magari sono inviate la commissario da un delegato di zona, che non è la procedura corretta, ma l'auto viene visionata da questo delegato non ufficiale, ti dico perché frequento questo mondo da anni, io parlo sempre di ASI o Registri storici riconosciuti Fiat, Alfa Romeo o ACI storico che sono i più selettivi avendo una lista di auto specifica chiusa, perché bisogna fare chiarezza su questo esistono molti certificati che non hanno alcun valore legale inteso per esenzioni ai blocchi del traffico o bollo, ma lo hanno per la singola Agenzia assicurativa e li si va nel campo dei privati, se a me assicuratore fa comodo avere 400 assicurati del club FuffaFiat o FuffaJaguar, faccio si che chi abbia quella tessera fuffa riceva uno sconto auto storica perché so che il club X o Y mi garantisce 300-400 assicurati ogni anno pronti via e qui non c'entra niente la storicità in senso stretto è un accordo tra privati e l'auto può pure essere bicolore e con i sedili tenuti assieme dal nastro americano per riparazioni
Ritratto di pierfra.delsignore
9 luglio 2025 - 19:15
4
Volevo precisare questo perché hanno valore legale solo le certificazioni riportate sulla carta di possesso l'ex libretto di circolazione, quelle sono le vere autostoriche, che hanno esenzione nazionale ai blocchi del traffico e esenzione bollo a seconda della normativa delle regione, le altre certificazioni di storicità hanno valore solo e ripeto solo per il singolo assicuratore, questo perché ad esempio a fronte di 200.000 veicoli storici presenti a Roma, quelli veri storici, ossia riportati a libretto, non arrivavano a 10.000
Ritratto di Mbutu
1 luglio 2025 - 20:40
Discorso in cui mi ritrovo in pieno. Biocarburanti DA RICICLO ed e-carburanti per costi e disponibilità non sono un'opzione per la massa (con buona pace della supercazzola della neutralità tecnologica) ma sono fondamentali per tutta una serie di nicchie. Tra cui sicuramente le auto storiche.
Ritratto di Tistiro
1 luglio 2025 - 21:52
Il mondo del biometano avrebbe una autostrada davanti, prodotto da reflui, letami, scarti alimentari. Se solo volessero potrebbe rappresentare una buona fetta di combustibile veramente bio per sostituire i carburanti fossili. La tecnologia c'è, collaudata, già lo fanno con successo, non necessita di litio, terre rare, batterie varie, infrastrutture da fare, e sarebbe autoprodotto. Troppo bello, meglio importare batterie dalla cina, dopo averli prima finanziati (i cinesi) coi bonus, e dopo daziati, con gran figura di meŕda del governo europediota e perdita di credibilità da parte di tutti.
Ritratto di Oxygenerator
2 luglio 2025 - 01:35
Il metano (CH4) è un gas serra molto potente e inquina significativamente, anche se ha un tempo di permanenza nell’atmosfera più breve rispetto alla CO2 (circa 10-15 anni contro migliaia di anni per la CO2). Tuttavia, il suo impatto sul riscaldamento globale è molto più forte: su un arco di 20 anni, il metano ha un potere climalterante circa 84-86 volte superiore a quello della CO2. Il metano è responsabile di circa il 30% dell’aumento delle temperature globali dalla rivoluzione industriale a oggi, ed è il secondo gas serra più importante dopo la CO2 per contributo al cambiamento climatico di origine antropica. Inoltre, contribuisce alla formazione di ozono troposferico e al buco nell’ozono. Nonostante la sua combustione produca meno CO2 rispetto a petrolio e carbone (circa il 20-25% in meno di CO2 rispetto alla benzina), il problema principale è la dispersione di metano non combusto nell’atmosfera, che è estremamente dannosa per il clima. In sintesi: • Potere climalterante: 84-86 volte quello della CO2 su 20 anni; circa 25-28 volte su 100 anni. • Tempo di permanenza in atmosfera: 10-15 anni. • Contributo al riscaldamento globale: circa 30% dall’era industriale a oggi. • Emissioni sottostimate: nel settore energetico le emissioni di metano sono spesso sottostimate fino al 70%. • Fonti principali: estrazione e trasporto di gas, allevamenti (circa 30% delle emissioni da metano), perdite nelle reti di distribuzione. Il metano è quindi un gas serra molto inquinante e la sua riduzione è cruciale per il contrasto al cambiamento climatico, tanto che l’Unione Europea e molti Paesi hanno adottato strategie per limitarne le emissioni entro il 2030.
Ritratto di Oxygenerator
2 luglio 2025 - 01:37
Dopo il 2030, diversi Paesi, in particolare quelli membri dell’Unione Europea, si impegneranno a limitare le emissioni di metano grazie a regolamenti vincolanti e accordi internazionali. • Unione Europea: Ha adottato il Regolamento n. 2024/1787 per ridurre le emissioni di metano nel settore energetico, con l’obiettivo di ridurle del 30% entro il 2030 rispetto al 2020. Questo regolamento si applicherà non solo alle emissioni interne, ma anche al metano contenuto nei combustibili fossili importati, obbligando i Paesi esportatori a rispettare gli stessi standard europei a partire dal 2030. • Stati Uniti e oltre 100 Paesi: Hanno sottoscritto il Global Methane Pledge nel 2021, impegnandosi a ridurre le emissioni globali di metano di almeno il 30% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020. • Paesi terzi fornitori di gas e petrolio: Sebbene non direttamente vincolati, saranno incentivati o obbligati a ridurre le emissioni di metano per poter esportare verso l’UE, che è il più grande importatore mondiale di queste risorse. In sintesi, la limitazione delle emissioni di metano dopo il 2030 coinvolgerà in modo vincolante principalmente i Paesi UE e, indirettamente, i Paesi esportatori di gas e petrolio verso l’Europa, mentre oltre 100 Paesi nel mondo si sono impegnati a ridurre le emissioni entro il 2030 attraverso accordi multilaterali.
Ritratto di Oxygenerator
2 luglio 2025 - 01:40
Del resto il bio metano non è esente dallo stesso problema : Il biometano presenta vantaggi ambientali rispetto ai combustibili fossili, ma anche problemi legati all’inquinamento e al suo effetto clima-alterante. Ecco i principali aspetti critici: • Emissioni climalteranti: gli impianti di digestione anaerobica (DA) per produrre biometano possono generare emissioni fuggitive di metano, un gas con un potere climalterante circa 84 volte superiore alla CO2 nel breve termine. Queste perdite possono compromettere la sostenibilità climatica dell’intero processo. • Inquinamento atmosferico: durante la produzione e la combustione del biometano si emettono diversi inquinanti, tra cui formaldeide (cancerogena), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili (VOCs), particolato, ammoniaca, idrogeno solforato e odori sgradevoli. Queste emissioni possono avere effetti negativi sulla salute umana, soprattutto per chi vive vicino agli impianti. • Odori e miasmi: la decomposizione della materia organica e la gestione del digestato possono causare emissioni di odori sgradevoli, spesso fonte di proteste da parte delle comunità locali (sindrome NIMBY). • Impatto sul territorio e sulle colture: l’uso di ammendanti derivati dal digestato può comportare rischi di contaminazione, in particolare da patogeni presenti nei reflui zootecnici, con possibili effetti negativi sulla qualità del suolo e delle colture. • Impatto indiretto: il trasporto delle biomasse e la gestione degli impianti comportano emissioni di gas serra e inquinanti legate ai mezzi di trasporto e alle attività operative
Ritratto di Oxygenerator
2 luglio 2025 - 01:43
Lei parla spesso del metano e del bio metano. Ma sono inquinanti e clima alteranti anche loro. Dove ha letto le evidenze scientifiche che appoggiano la sua tesi ? Io non le ho trovate.
Ritratto di Gordo88
2 luglio 2025 - 02:45
1
Riporti delle informazioni senza conoscerne il contenuto.. il metano è si un ghg superiore alla co2 di 100 volte nel breve termine ma mica lo si emette in atmosfera ( quello disperso è insignificante) bensì lo si brucia ricavando co2 che nel caso del biometano può essere riassorbita dalla biomassa con un' emissione netta ben al di sotto di qualsiasi altra full hybrid o bev esistente.. e se parliamo di inquinanti è risaputo che emette molto meno nox particolato voc dei combustibili liquidi perciò, al netto dei volumi di produzione, sarebbe il combustibile perfetto..
Ritratto di Oxygenerator
2 luglio 2025 - 10:44
Le riporto un passo del primo report che ho postato: Emissioni sottostimate: nel settore energetico le emissioni di metano sono spesso sottostimate fino al 70%. • Fonti principali: estrazione e trasporto di gas, allevamenti (circa 30% delle emissioni da metano), perdite nelle reti di distribuzione.
Ritratto di giocchan
2 luglio 2025 - 11:41
x Gordo88: un conto sono le reazioni chimiche, un conto è la realtà pratica. Io sono un sostenitore del metano per le auto... però c'è un problema oggettivo, ovvero che nei gasdotti si perde per strada il metano (da www.ilsole24ore.com/art/crisi-climatica-paradosso-perdite-metano-AGvF8FRB sembra una roba intorno al 7%). E, come dice Oxy, il metano disperso nell'aria ha effetti molto dannosi. È una cosa "inevitabile"? No, ma considerando quanto sono lunghi i gasdotti - e considerando che spesso passano per stati "non proprio trasparenti" - non è una cosa facilmente risolvibile.
Ritratto di Gordo88
2 luglio 2025 - 12:44
1
Ad oggi il metano incide per circa il 10% come gas serra (CO2 equivalente), la CO2 quasi il restante 90% perciò il problema è quella, poi si può sempre migliorare perdite e quant altro ma buona parte del metano è anche frutto di emissioni naturali in agricoltura e allevamento ( diceva oxy il 30%) che in questo modo verrebbero diminuiti se utilizzati come biogas
Ritratto di Tistiro
2 luglio 2025 - 11:36
Mai viste le torrette sopra le discariche? Servono a far fuoriuscire i gas delle fermentazioni. Ci sono già esempi di trattamento e utilizzo di quei gas che sarebbero sprecati.
Ritratto di Oxygenerator
2 luglio 2025 - 12:09
Vero. Però i report quello scrivono. Non io. Io ho solo riportato le statistiche ufficiali, sulle quali poi, son state prese determinate decisioni. Non ho trovato nulla, nessuno studio che, contrasti quelle conclusioni.
Ritratto di giocchan
2 luglio 2025 - 11:35
"durante la produzione e la combustione del biometano si emettono diversi inquinanti, tra cui formaldeide (cancerogena), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili (VOCs), particolato, ammoniaca, idrogeno solforato" per me il punto chiave è quello. Anche se il biometano non cambia il bilancio della Co2, quando è bruciato ha gli stessi problemi di diesel/benzina/gpl... ai fini dell'inquinamento locale non può essere considerato una soluzione. Questa cosa dovrebbe essere chiara... altrimenti poi ci si trova tra 10 anni con la gente che dice "perchè in Lombardia c'è il blocco della mia Euro8 che va a biocarburante??? Vogliono limitare la mia libertà, ecc...")
Ritratto di Tistiro
2 luglio 2025 - 12:15
Il biometano è un gas rinnovabile che si ottiene sottoponendo il biogas grezzo a un processo di purificazione detto upgrading. Il biogas grezzo può essere ottenuto dalla digestione anaerobica di diverse materie prime: biomasse agricole (sottoprodotti, scarti agricoli e deiezioni animali), agroindustriali (scarti della lavorazione della filiera alimentare) o della frazione organica dei rifiuti solido urbani (FORSU). Una volta effettuato l’upgrading del biogas a biometano, questo va raffinato, in modo da eliminare le componenti non idonee all’immissione del gas in rete (CO₂, H2S ecc). Oltre a ridurre le emissioni in atmosfera, è carbon neutral, cioè compensa totalmente le emissioni prodotte, in quanto restituisce sostanza organica al terreno.
Ritratto di giocchan
2 luglio 2025 - 12:38
x Tistiro: sulla Co2 siamo d'accordo. Il punto è che, come dice Oxy, quando è soggetto a combustione emette "ormaldeide (cancerogena), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili (VOCs), particolato, ecc...". In soldoni: ai fini della UE, e del riscaldamento globale, è ok... ai fini dell'inquinamento locale nelle città (o più in generale in val padana) non risolve il problema.
Ritratto di Tistiro
2 luglio 2025 - 13:12
Esiste il processo di purificazioni dai materiali dannosi, lungi da me dire che è perfetto ma se vai a benzina emetti 100% di inquinanti ex novo, se vai a biometano al posto di benzina o gasolio quel 100% diventa 20% (cifra da esempio per spiegare il concetto). Qualsiasi lavorazione ha perdite e inquina, ma un conto è partire dal petrolio e un altro partire da scarti naturali.
Ritratto di Oxygenerator
2 luglio 2025 - 14:59
Non è proprio così dagli studi comparativi : Il confronto tra inquinamento prodotto da benzina, gasolio (diesel) e metano evidenzia alcune differenze chiave: • Emissioni di CO2: • Le auto a metano emettono circa il 15-18% in meno di CO2 rispetto alla benzina e dal 6 al 13% in più rispetto al diesel, considerando l’intero ciclo “dal pozzo alla ruota” (estrazione, produzione, trasporto e combustione). • Le auto a benzina emettono più CO2 rispetto ai diesel per litro di carburante bruciato. • Le auto a GPL e metano emettono circa il 14% in meno di CO2 rispetto alla benzina e l’11% in meno rispetto al diesel. • In termini assoluti, la CO2 emessa è circa 2.380 g/l per benzina, 2.650 g/l per diesel e 2.750 g/kg per metano. • Emissioni di ossidi di azoto (NOx) e particolato (PM2.5): • Metano e GPL riducono significativamente le emissioni di NOx rispetto a benzina e diesel, con una diminuzione del 55% rispetto alla benzina e fino al 96% rispetto al diesel. • Le emissioni di particolato (PM2.5) sono inferiori del 30% circa per il metano rispetto a benzina e diesel. • Tuttavia, il particolato prodotto dal metano è più sottile e può attraversare i filtri progettati per il particolato del gasolio. • Impatto del metano come gas serra: • Il metano è un gas serra molto potente e le perdite di metano nelle varie fasi (estrazione, trasporto, uso) aumentano il suo effetto climalterante, riducendo il vantaggio sulle emissioni di CO2 rispetto a benzina e diesel. • Alcune ricerche indicano che il metano fossile non garantisce benefici climatici significativi rispetto a benzina e diesel, soprattutto se si considerano le perdite di metano. • Vantaggi del metano: • Il metano produce meno idrocarburi non combusti e sostanze cancerogene come il benzene rispetto alla benzina. • È generalmente più economico e meno infiammabile rispetto a benzina e diesel. In sintesi, le auto a metano emettono meno CO2 e inquinanti locali (NOx, particolato) rispetto a benzina e diesel, ma il vantaggio climatico netto è ridotto o annullato dalle perdite di metano, un potente gas serra. Il diesel emette meno CO2 rispetto alla benzina ma più NOx e particolato. Il metano è quindi una scelta migliore per la qualità dell’aria locale, ma il suo impatto sul cambiamento climatico dipende dalla gestione delle perdite di gas. Deve inoltre ricordare che ci sono le Emissioni sottostimate: nel settore energetico le emissioni di metano sono spesso sottostimate fino al 70%. • Fonti principali: estrazione e trasporto di gas, allevamenti (circa 30% delle emissioni da metano), perdite nelle reti di distribuzione. Questo cancella totalmente il vantaggio relativo del Metano. Inoltre studi approfonditi di piú centri hanno portato all’assoluta e basilare verità. Nell’intero ciclo di vita e di utilizzo e quindi dalla costruzione allo smaltimento, l’auto che inquina meno al mondo è l’elettrica. E non di poco, ma dalle 3 alle 5 volte in meno rispetto a benzina, diesel, gpl, metano. C’è stato anche un report completo della gabanelli su questo argomento. Questo è il motivo principale per cui, basandosi su questi studi, sono state prese decisioni estreme in Europa e non solo.
Ritratto di Oxygenerator
2 luglio 2025 - 15:03
Per il bio metano restano i problemi già scritti sopra, che evidentemente non sono facilmente risolvibili.
Ritratto di Gordo88
2 luglio 2025 - 12:38
1
Appunto ma questi riportano inquinanti che sono lo 0,00001% di quello che emettono benzina gasolio ecc dimenticando quanto particolato nox voc ecc emettono le centrali termoelettriche per fare elettricità oppure la co2 generata (tanta) per fare batterie estrazione terre rare ecc.
Ritratto di Oxygenerator
2 luglio 2025 - 15:20
C’è un report, se non vuole leggerlo, lo ha postato la gabanelli e mandato in parte in onda su la 7 tg, ( dura 40 minuti ) dove si spiegano le risultanze di vari studi indipendenti comparativi fatti in molti paesi, non solo europei, tra le varie motorizzazioni. Il risultato è che nell’intero ciclo di vita dell’auto, dalla prima vite posta, al completo smaltimento, l’auto elettrica inquina dalle 3 alle 5 volte meno, per auto, di ogni altra tipologia di auto. Nel complesso dell’inquinamento, non solo su un punto o sull’altro. E su questo punto convergono tutti gli studi. Direi che è difficile pensare che si siano sbagliati tutti. Anche gli studi indipendenti.
Ritratto di Gordo88
2 luglio 2025 - 18:49
1
Guarda la gabanelli su la7 anche no grazie.. che poi ricordo un servizio di report di Sigfrido dove si evidenziava l' inquinamento massiccio nell' estrazione di nichel cobalto e terre rare.. lascio però un articolo di AV con qualche comparazione nel LCA dei vari combustibili non c' è biometano ma HVO è l' equivalente del diesel e rende l' idea.. www.alvolante.it/news/misurare-co2-ciclo-vita-dell-auto-ora-si-puo-380784
Ritratto di Oxygenerator
2 luglio 2025 - 21:04
Se non vuole sentire la gabanelli il report è leggibile. È pubblicato.
Ritratto di pierfra.delsignore
2 luglio 2025 - 21:04
4
Gabbanelli fonte di report attendibili caspita. E invece non calcoli la produzione del buon termico per sempre, non calcoli gli oli e tutti i pezzi di manutenzione, le fabbriche necessarie alla produzione di questi oli e di questi pezzi? Ah quelli non li mettiamo nel computo. Vedi fino a che parliamo di motori di pregio, auto storiche, un V12 sono numeri piccoli e l'impatto è risibile quando andiamo sulla massa, invece va calcolato TUTTO, non solo quello che ti interessa dal punto di vista mediatico. Lo sai che un monoblocco va fuso, hai idea dell'impatto di una fonderia? Lo sai che solo di olio mediamente per arrivare a 250.000 km una Pandina eh quella classica motore fire ha circa 35 litri di olio motore da produrre e smaltire a cui devi sommare pure almeno altri 5 litri di olio frizione+cambio, +dischi, spingidisco, volano, poi candele, filtri olio, filtri carburante etc. etc.. Vedi se vuoi fare le pulci alle EV, vanno fatte pure al termico ed un motore che ha 40% di pezzi in più in partenza, che ha un rendimento energetico che lo assimila ad una stufa più che ad un propulsore, con una necessita di ricambio di pezzi a fine ciclo di vita per almeno un 30% del prodotto non ha alcuna speranza dal punto di vista ambientale.
Ritratto di Gordo88
3 luglio 2025 - 03:05
1
Ma porc@ miseria fatelo uno sforzo con la vostra testolina per andare oltre gli slogan.. riposto qua il comparatore www.carsco2comparator.eu/
Ritratto di Gordo88
3 luglio 2025 - 03:06
1
p.s. per il furbone la co2 emessa per la manutenzione è un' inezia rispetto al lca di un' auto..
Ritratto di pierfra.delsignore
3 luglio 2025 - 12:38
4
Certo è un'inezia produrre 35 kg di olio, produrre frizioni, spingidisco, produrre filtri olio e carburante, facciamo che la fabbrica la facciamo a 100 metri da casa tua ok? Pure il sito per lo smaltimento. Tanto è un'inezia vero...
Ritratto di Gordo88
3 luglio 2025 - 14:16
1
Tratto dalla vostra cara "Gabbanelli" guarda di quanto incide la manutenzione furbone.. www.vaielettrico.it/la-verita-sullauto-elettrica-grazie-milena-gabanelli/
Ritratto di pierfra.delsignore
4 luglio 2025 - 16:11
4
Infatti 35 kg di olio ad auto, frizione, candele, etc. non hanno impatto ambientale, in produzione e smaltimento. Guarda che gli studi non li fa il programma scandalistico
Ritratto di Oxygenerator
3 luglio 2025 - 10:42
Beh è cosa vuol dire ? Che dipende da come si guida il mezzo nella realtà. È chi la da questa garanzia di utilizzo del mezzo. Poi sembra tener conto del solo utilizzo. E tutto il resto ?
Ritratto di Gordo88
3 luglio 2025 - 11:11
1
L' utilizzo è settato nella media, quello che cambia è l' utilizzo dei combustibili.. mamma mia sempre più convinto che la laurea l' hai trovata nelle patatine
Ritratto di Oxygenerator
3 luglio 2025 - 11:30
Ma si calcola l’intero ciclo vitale della vettura, per capire l’impatto totale sull’ambiente. . L’INTERO. Altrimenti il tutto non ha alcun senso. E tutti gli studi dicono che l’auto che INQUINA meno, nell’intero ci co vitale, è comunque l’auto elettrica. E di molto. Le statistiche parziali, non hanno alcun senso. Per calcolare l’impatto energetico di un veicolo, bisogna utilizzare tutti i parametri disponibili. Produzione, utilizzo, smaltimento. E l’auto elettrica impatta dalle 3 alle 5 volte meno di un’auto termica con qualsiasi alimentazione
Ritratto di Gordo88
3 luglio 2025 - 12:30
1
Ma se il titolo del comparatore è life cycle assessment che calzo vuol dire secondo te??
Ritratto di Oxygenerator
3 luglio 2025 - 13:36
Che evidentemente non calcola veramente l’intero ciclo vitale delle auto. Perchè tutti gli altri studi ( sia di ricerca privati che commissionati da Università e da vari Stati ) convergono tutti su un 7nico punto. Quello che già le ho scritto prima. Ora perchè dovrei dar retta ad un unico studio su centinaia di altri ?
Ritratto di Gordo88
3 luglio 2025 - 14:07
1
Perchè non sai leggere altrimenti converrai che le bev emettono meno rispetto a benzina diesel e ibride ma non biocarburanti!! posta i centaia di studi poi ne parliamo
Ritratto di Oxygenerator
3 luglio 2025 - 14:10
Le ho già dato il sunto dove andare a vedere i report di centinai di studi.
Ritratto di Oxygenerator
3 luglio 2025 - 14:19
Comunque, visto che ha buona volontà le posto un elenco parziale. Se poi vuole le do altri elenchi : Ecco un elenco di studi scientifici e report autorevoli che confermano che l’auto elettrica, considerando l’intero ciclo di vita, inquina meno rispetto alle motorizzazioni tradizionali: • ICCT (International Council on Clean Transportation): evidenzia una riduzione del 70% delle emissioni di CO2 su tutto il ciclo di vita delle auto elettriche rispetto ai veicoli a combustione in Europa. • Ecocentrica (2025): analisi LCA (Life Cycle Assessment) che mostra come le auto elettriche emettano fino a 21 tonnellate di CO2 in meno rispetto alle termiche su 150.000 km. • Tesi di Matteo Sottile (Università di Padova): utilizza studi LCA per dimostrare che l’impatto ambientale complessivo delle auto elettriche è inferiore, anche considerando produzione e smaltimento batterie. • Rapporto MASE (Ministero dell’Ambiente, 2022): presenta valutazioni LCA su auto elettriche con batterie agli ioni di litio, confermando un impatto ambientale complessivamente più basso rispetto ai veicoli tradizionali. • Intervista e analisi su Open.online (2023): la scienza converge nel dire che l’auto elettrica ha un impatto ambientale notevolmente più basso rispetto a benzina e idrogeno, soprattutto nella fase di utilizzo. • Rete Clima: studi comparativi LCA mostrano che, nonostante maggior impatto nella produzione, l’auto elettrica risulta più sostenibile nel ciclo di vita completo, con una carbon footprint inferiore del 20-27% rispetto ai veicoli endotermici. • Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA, 2018): rapporto TERM che riassume numerosi studi scientifici, affermando che le auto elettriche sono preferibili per clima e qualità dell’aria anche con l’attuale mix energetico europeo. • Dossier Se (2019): revisione di oltre 300 studi LCA conferma che le emissioni di CO2eq delle auto elettriche sono inferiori a quelle di auto diesel e benzina simili per dimensioni e prestazioni. Questi studi utilizzano la metodologia LCA per valutare l’impatto ambientale in tutte le fasi: produzione, utilizzo e fine vita, e concordano nel riconoscere la superiorità ambientale delle auto elettriche rispetto alle motorizzazioni tradizionali. Questi studi analizzati sono complessivamente piú di 500. Ma ve ne sono altri. Quando vuole, le posto altri elenchi. Ma credo che questi siano sufficientemente orientativi e piú disparati possibili, unendo studi universitari, studi privati e studi statali. È un buon mix.
Ritratto di Oxygenerator
3 luglio 2025 - 14:33
Questi studi prendono anche un arco temporale che viaggia dal 2018 al 2025. È dal 2018 che si conosce questa informazione. Confermata in tutti gli anni successivi. Siamo nel 2025. Son passati 7 anni. E siamo ancora qui a ribadire ogni due minuti la stessa informazione. E l’informazione è questa: nell’intero ciclo vitale dell’auto, l’auto elettrica inquina molto meno di qualsiasi altra tipologia di auto costruita fino ad ora. Quindi se facciamo nostra almeno questa informazione che conosciamo dal 2018, faremmo almeno un passo avanti nelle discussioni, invece di tornarci sopra ogni volta.
Ritratto di Oxygenerator
3 luglio 2025 - 14:41
Inoltre, personalmente, i bio carburanti rispondono al problema giá postato all’inizio di questa discussione. Per ciò che mi riguarda è per quanto riguarda l’articolo, le auto di quella tipologia, possono continuare tranquillamente ad utilizzare la benzina per sempre.
Ritratto di Gordo88
3 luglio 2025 - 17:20
1
Va bene vai avanti con la tua convinzione tanto che ne ho aperti 2 degli "studi" e nessuno di questi parlava di biocombustibili come HVO oppure biometano che invece dati alla mano emettono meno CO2 nel lca rispetto alle bev soprattutto in questi anni dove il mix energetico comunitario è ancora a favore dei fossili.. semmai il problema è di quantitativo disponibile se negli anni a venire non si investe in riutilizzo degli scarti animali e vegetali ed impianti a biogas ma questo esula dal discorso a monte su "quale combustibile è il meno impattante per l' effetto serra"..
Ritratto di pierfra.delsignore
3 luglio 2025 - 20:02
4
Per l'HVO non c'è problemi di disponibilità sono scarti alimentari quindi fino a che ci sono esseri umani ci sarà sempre materia prima, infatti è l'unico dei carburanti alternativi che sia passato dalla fase prototipale alla larghissima diffusione. Non è che l'HVO non abbia impatto zero nella combustione, semplicemente avendo una resa maggiore si riduce, non si azzera l'impatto ambientale, ma ben venga, visto che la transizione non sarà mai on off, quello lo pensano solo gli integralisti in ogni cambio tecnologia quella morente e la nuova convivono per decenni, molti qui non sono appassionati di auto e si scordano che fenomeni simili sono già successi con la morte sempre per legge del carburatore e della benzina con il piombo, beh non è che nel 1992 hanno smesso di circolare le auto con i carburatori o che nel 2001 chi aveva ancora l'auto senza catalizzatore la ha rottamata. Anche nei combustibili cerchiamo di capire una cosa il petrolio facilmente estraibile ed ad elevatissimo grado di raffinazione è esaurito nei primi anni '60, il costo non dico ambientale, ma energetico di energia elettrica per avere un litro di benzina o diesel è elevatissimo, che sia appunto da fossile o che sia da raffinazione degli scarti dove almeno hai solo il costo energetico della raffinazione e dei distributori, salti tutta la parte di produzione e manutenzione di piattaforme e petroliere, ma anche a logica, che senso ha produrre energia per raffinare per mettere poi sotto forma di liquido un combustibile di cui il 63% se va bene viene disperso in calore, quando puoi direttamente ricaricare una batteria che da motricità con una dispersione totale del ciclo massimo del 30?
Ritratto di Oxygenerator
3 luglio 2025 - 21:45
@ Gordo 88 mi scusi pensavo di aver già postato i problemi del bio metano. Sono i seguenti : I principali problemi legati al biometano riguardano aspetti ambientali e sanitari, soprattutto connessi agli impianti di digestione anaerobica (DA) da cui viene prodotto: • Emissioni fuggitive di metano: Gli impianti DA rilasciano metano in atmosfera, un gas serra con un potere climalterante circa 84 volte superiore alla CO₂ nel breve termine, compromettendo la sostenibilità ambientale complessiva del biometano. • Inquinamento atmosferico: Oltre al metano, gli impianti emettono formaldeide, particolato fine, ossidi di azoto, ammoniaca e bioaerosol (batteri e funghi), che possono causare patologie respiratorie, aumentare rischi oncologici e cardiovascolari, soprattutto per residenti e lavoratori nelle vicinanze. • Contaminazione del digestato: Il digestato, residuo della digestione anaerobica usato come fertilizzante, può contenere antibiotici, metalli tossici, residui chimici, microplastiche e PFAS, favorendo la diffusione di antibiotico-resistenza e contaminando la catena alimentare. • Odori e rischi di incidenti: Gli impianti possono generare odori sgradevoli e presentano rischi di incidenti rilevanti, con casi documentati in Europa. • Criticità sociali e ambientali: Vi sono preoccupazioni legate ai miasmi, all’uso di colture alimentari come materia prima, all’inquinamento dovuto al trasporto delle biomasse e al possibile uso di ammendanti contaminati nei terreni. In sintesi, il biometano rappresenta una fonte rinnovabile con potenzialità, ma la sua sostenibilità è messa in discussione a causa delle emissioni di metano, dell’inquinamento atmosferico e della contaminazione del digestato, che richiedono una gestione attenta e regolamentazioni più rigorose per minimizzare i rischi ambientali e sanitari di contaminazioni importanti.
Ritratto di Oxygenerator
3 luglio 2025 - 21:46
Mi scusi il refuso, pensavo di averlo già postato.
Ritratto di Gordo88
4 luglio 2025 - 02:18
1
Ma guarda potevi evitare una copia incolla della ia, lo so bene come funziona la digestione anaerobica ( tutte tra l' altro risolvibili con impianti ad hoc) ci ho fatto un esame nella parte dj ambientale.. tantomeno il furbone che viene a riportare che il problema dei biocombustibili non sono le ridotte produzione, del resto entrambi non avete una laurea in chimica.. vabbe vi saluto
Ritratto di Oxygenerator
4 luglio 2025 - 10:26
Niente laurea in chimica ma il sunto è, che evidentemente non è così facile come la fa lei, tenere sotto controllo le fuoriuscite di metano e le possibili contaminazioni. Vive, le ricordo, nel paese dove per irrigare i campi, prendevano a picconate l’acquedotto, creando una dispersione assurda. O nel paese della terra dei fuochi. Forse non siamo in grado di controllare simili processi.
Ritratto di pierfra.delsignore
3 luglio 2025 - 12:40
4
Gordo In qualunque comparazione il termico sarà sempre perdente solo per i costi energetici e impatto ambientale di estrazione del buon fossile, per i pezzi di ricambio che tanto per te non hanno impatto, cosi le fabbriche di produzione e smaltimento si fanno a 100 metri da casa tua ok?!
Ritratto di Andre_a
2 luglio 2025 - 01:42
Se però si parla di biometano da riciclo, tutto questo diventa positivo: le mucche petano lo stesso, se abbiamo la possibilità di bruciali i peti anziché liberarli in atmosfera è meglio, no? Ho banalizzato con una battuta, ma il senso è quello.
Ritratto di Tistiro
2 luglio 2025 - 11:35
Andre_a perfettamente. Si tratta di lavorare materiale che fermenterebbe comunque, quindi invece che fermentare per niente, si ricaverebbe combustibile, il quale sostituirebbe quello fossile. Ovviamente tutto inquina.
Ritratto di pierfra.delsignore
4 luglio 2025 - 16:19
4
Non è così semplice, utilizzando pure metano riciclato al 100% un motore termico in realtà ne sfrutta solo il 25-30% massimo ed il resto lo disperde in calore, ossia è un'enorme stufa a cielo aperto, quello che non vi entra in testa è che il limite che sta decretando la fine del termico per la motorizzazione di massa, non è tanto l'inquinamento inteso come emissioni allo scarico, ma il suo limite enorme e non risolvibile di rendimento energetico, un limite che lo accomuna più ad una stufa a cielo aperto che un propulsore, con enorme dispersione di energia in calore non utilizzato a questa problematica devi sommare maggiori pezzi per la produzione e manutenzione ,che ne portano a dover produrre, quindi inquinare molto più di un elettrico che necessita di 40% di pezzi in meno in produzione e 90% in meno in manutenzione rispetto ad un EV. Anche il peggiore elettrico in commercio, avrà sempre un rendimento energetico quasi triplo di un termico a metano medio (70%) vs 25% è questo che non vi entra. Del tuo gas usato per dalle mucche si disperderà nuovamente in calore almeno il 73% ossia una enormità
Ritratto di pierfra.delsignore
4 luglio 2025 - 16:20
4
corretto pezzi maggiori rispetto ad un termico
Ritratto di Rav
1 luglio 2025 - 22:16
4
Benissimo lo studio di questi biocarburanti anche se dubito fortemente che gli attuali spariranno per sempre.
Ritratto di Andre_a
2 luglio 2025 - 03:10
Da qualche anno uso bioetanolo sulle auto d'epoca. Non sono un maniaco dell'originalità, quindi se c'è da rifare l'alimentazione non è un problema e si guadagnano diversi cv. L'etanolo è più pulito anche in fase di combustione, ma è praticamente impossibile utilizzarlo puro al 100%. Sono felice di sapere che c'è la possibilità di ottenere un E85 dove anche il 15% di benzina è bio
Ritratto di Sdraio
2 luglio 2025 - 08:50
NOOOOO... A SALVARE LE AUTO... PUNTOOOO...
Ritratto di otttoz
2 luglio 2025 - 10:06
Inquinanti e insicure devono essere portate alle esposizioni con carro attrezzi
Ritratto di Riper
2 luglio 2025 - 12:24
Bio carburanti e un altra infinita di motori funzionanti con acqua o altri materiali sono stati progettati già negli anni 80... continuano a non fare strada perché c'è chi ha fatto e fa tutt' ora cartello nel reparto motoristico termico e da qualche anno ha iniziato anche quello elettrico.......il tutto come se non esistessero alternative (anche più economiche, sia per il produttore che per il consumatore).
Ritratto di fastidio
2 luglio 2025 - 12:56
8
La mia Bmw 635csi già fa a fatica i 6 al litro, se dovesse costare 5€ al litro la benzina credo che la porterei in giro a spinta :o)

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