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Scoppia in Francia il Dieselgate Renault

16 marzo 2017

La stampa d’oltralpe ha pubblicato il rapporto dell’autorità antifrode sulle emissioni contenente accuse gravi alla Renault. Che, però, nega.

Scoppia in Francia il Dieselgate Renault

COME IL DIESELGATE VW? - “Sistemi fraudolenti” “strategia per falsare i risultati dei test antinquinamento”. Parole di tale gravità sono state utilizzate dalla DGCCRF (Direzione generale della concorrenza, dei consumi e della repressione delle frodi) nel proprio rapporto redatto al termine dell’indagine di cui era stata incaricata dal governo di Parigi dopo lo scoppio dello scandalo Dieselgate della Volkswagen. Rapporto che nel dicembre del 2016 è stato trasmesso alla magistratura per le iniziative del caso. L’esistenza del rapporto era nota ma fino a ieri i suoi contenuti erano rimasti segreti, evitando così esplicite accuse a questo o quel costruttore. Ieri però il quotidiano parigino Liberation ha pubblicato stralci del rapporto, rendendo così pubbliche la gravità delle accuse e il loro destinatario: la Renault.

PESANTI SOSPETTI - Secondo quanto riportato dal quotidiano, il rapporto della DGCCRF trae dalle indagini la conclusione che è da sospettare l’esistenza di “un dispositivo fraudolento che modifica specificatamente il funzionamento del motore per ridurne le emissioni di NOx (ossidi di azoto) nelle condizioni particolari dei test di omologazione”. E ancora: “La società ha utilizzato una strategia avente come obiettivo di falsare i risultati dei test antinquinamento”. E tutto questo per un periodo di tempo molto lungo: il sospetto è infatti che “la messa in atto delle strategie fraudolente sia avvenuta per più di sette anni”.

DOCUMENTI COMPROMETTENTI - Secondo il lavoro investigativo della DGCCRF (che dispone di propri reparti di polizia) i modelli Renault mesi in discussione sono quattro: la Talisman, il suv Kadjar, la Captur e la Clio IV. In totale, secondo la DGCCRF le vetture irregolari vendute in Francia sarebbero 898.557.  In pratica sono i modelli per i quali la Commissione insediata dal ministro dell’Ambiente Segolene Royal aveva rilevato risultati anomali nei test delle emissioni. Sempre secondo l’articolo di Liberation il rapporto della DGCCRF si basa oltre che sui risultati dell’indagine anche su documenti sequestrati nel corso delle perquisizioni compiute nella sede della Renault il 7 gennaio 2016. In particolare esisterebbero delle email tra dirigenti della Renault che il 25 novembre 2015 facevano riferimento a un sistema antinquinamento che funziona durante i test di omologazione ma resta inattivo su strada.

LA REAZIONE DELLA RENAULT - In seguito alla pubblicazione dell’articolo di Liberation, la Renault ha emesso un comunicato in cui afferma che la casa “non intende commentare un’istruttoria in corso e ricorda che nessuno dei suoi reparti infrange le regole, europee e nazionali, relative all’omologazione dei veicoli”. Aggiungendo anche che “I veicoli Renault non sono equipaggiati con dispositivi antinquinamento dotati di programmi truffaldini”.



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Ritratto di IloveDR
16 marzo 2017 - 09:09
3
la celebre citazione di un anno e mezzo fa:"così fan tutte..:" torna d'attualità!!!
Ritratto di MegaMauro
16 marzo 2017 - 10:21
non mi sembra, in realtà ad oggi solo VW group e Mitsubishi hanno ammesso di montare dispositivi fraudolenti violando la legge. Per il resto ad oggi siamo fermi a pure chiacchiere
Ritratto di mariofiore
17 marzo 2017 - 11:00
No così fa solo la Volkswagen e se poi confermato anche la Renault. E basta.
Ritratto di sarco92
16 marzo 2017 - 09:20
2
Purtroppo non credo avrà grandi ripercussioni sull'azienda così non le ha avute VW (ovviamente si parla di Europa in quanto la Renault non è presente in Nord America).
Ritratto di sarco92
16 marzo 2017 - 09:21
2
*cosi come
Ritratto di napolmen4
16 marzo 2017 - 10:24
non le avra' perche', come al solito, il governo francese interverra' con soldi pubblici (e nostri)!!!! con l'avallo della UE
Ritratto di sarco92
16 marzo 2017 - 11:40
2
Era quello che intendevo. Queste case non pagheranno mai, ma spero ne pagherà le conseguenze il diesel (inteso come carburante in se)
Ritratto di MAXTONE
16 marzo 2017 - 10:32
Sull'azienda no ma sul diesel si: Non è che l'ennesima tegola che cade in testa al motore a gasolio (in verità durante il dieselgate VW gli era caduto addosso un asteroide). Se poi consideriamo le capitali europee che lo vieteranno in futuro non tanto lontano, le normative sempre più stringenti che costringeranno i costruttori ad alzare i prezzi dei modelli a gasolio e la progressiva sparizione di modelli diesel un tempo assai popolari (nuova Yaris non esiste più diesel, la Clio lo perderà, per la prima volta nella sua storia, con la quinta generazione) direi che la lunga agonia di questo motore è già iniziata. Non sarà una fine breve, potranno anche esserci ripensamenti o quant'altro ma alla fine, complice il dilagare della tecnologia ibrida, se non a livello di Toyota comunque ormai alla portata di tutti,il destino del diesel è segnato.
Ritratto di sarco92
16 marzo 2017 - 11:39
2
Io sinceramente ne sono molto felice. Non ho mai acquistato auto diesel, non mi piace proprio e non ne apprezzo nessuna delle sue qualità. Lo trovo anche abbastanza inutile sul 90% delle auto che ne possono montare uno. Le alternative ci sono già, tra ibrido, GPL e metano. Spero sparisca in fretta.
Ritratto di deutsch
16 marzo 2017 - 12:10
4
volente o nolente il diesel rappresenta oltre il 50% del mercato totale ma se escludiamo le auto piccole e medie, per intenderci più grandi di una golf, praticamente sono quasi la totalità degli acquisti ma soprattutto dell'offerta. quante passat benzina vendono? quante ford kuga benzina vendono? in pratica non c'è neanche la possibilità di scelta di un carburante alternativo in quanto al massimo ci sono 1 o 2 versione benzina a fronte di moteplici diesel. basta fare una ricerca di usato di un qualsiasi modello non piccolo e vedere quante sono le benzina e le diesel.
Ritratto di deutsch
16 marzo 2017 - 12:17
4
al di la di tutti i discorsi ecologici la scelta della gente è prettamente economica poi anche per una questione di piacere di guida che nei modelli non prestazionali sono maggiori col diesel rispetto al benzina. chi critica il diesel ed afferma che non lo vuole proabilmente non ne ha la necessità, perchè soprattutto sull'auto grossa, inteso quella che la famiglia usa per spostarsi e macinare dai 15000 km all'anno in su le versione benzina sono delle chimere che nessuno prende nemmeno in co,nsiderazione. camburanti alternativi??? le versione ibride si contano su una mano, anche se l'offerta sta migliorando. le metano sono pochissime ed ormai in crisa nera. un pò meglio il gpl, ma i gas hanno una grande scomodità nella gestione per via dei rifornimenti e l'offerta ufficiale è molto limitata. installare after market l'impianto fa perdere la garanzia. la scelta del diesel in pratica è quasi obbligata anche per la mancanza di alternative, ma qualcosina si sta muovendo. vedremo
Ritratto di AMG
16 marzo 2017 - 12:15
Una visione alquanto parziale del diesel mi sembra
Ritratto di AMG
16 marzo 2017 - 12:19
La clio lo perderà? È un'informazione accertata? Non ne avevo letto.. Se tutto ciò è vero comunque ( le accuse all'azienda) sarà una naturale conseguenza
Ritratto di Luzo
16 marzo 2017 - 09:29
Intanto si é chiusa la vertenza ITA Vs Geriatria per il caso fra a cui basta l'aggiornamento della centralina peraltro avviato spontaneamente un anno fa
Ritratto di Lorenzo Ceracchi
16 marzo 2017 - 10:10
E cosí i DCI Renault proprio come i TDI volkswagen-audi oltre che inaffidabili sono anche altamente tumorali, accoppiata vincente...che casino.
Ritratto di MAXTONE
16 marzo 2017 - 10:54
Non è un caso che la percentuale di tumori al polmone in Europa sia la più alta al mondo, battiamo di gran lunga sia la Cina che gli USA. Io quando stavo in California uscivo e respiravo, qui mi tocca andare in apnea anche quando mi passa vicino una utilitaria, per dire, giorni fa ero seduto fuori al bar, una segmento A di un paio d'anni era parcheggiata con la coda rivolta verso di me e a tre massimo quattro metri si e no, il proprietario, con fare tipicamente italiano, sale in auto, mette in moto e prima di partire sta mezz'ora al cellulare affumicando tutto l'ambiente circostante e ovviamente me che ho dovuto alzarmi e andarmene pena forte intossicazione, adesso, voglio dire, se quella segmento A fosse stata ibrida, io non avrei respirato un bel niente. Li per li se avessi avuto un lanciafiamme tipo quelli dei film la tentazione di polverizzare il tutto sarebbe stata fortissima perché uno che ti accende un diesel davanti e poi rimane li ad affumicarti perché si sta facendo bellamente gli affari suoi beh...io non so cosa mi trattiene dall'incazzarmi di brutto per una situazione del genere, per me il diesel ormai è sinonimo di malcostume e maleducazione automobilistica e queste news mi deliziano.
Ritratto di Challenger RT
16 marzo 2017 - 12:38
Concordo e sottoscrivo. Anch'io ho trascorso nell'arco di 9 anni dei lunghi periodi in California a San Francisco e sono stato in moltissime altre città americane grandi e piccole (Los Angeles, Chicago, New York, Philadelphia, Detroit, Boston, Denver, Salt Lake City, Indianapolis, Columbus, Billings...). Ho visto gente guidare qualsiasi mezzo a benzina, di qualsiasi cilindrata (anche 9500 cc), ma nessuno che appestasse l'aria come un diesel anche di piccolissima cubatura. Tutte le volte che sono tornato in Italia, appena messo il naso fuori di casa, ho sentito invece quella puzza insopportabile di gasolio che chi ha meno di vent'anni crede forse sia normale o comunque non ci fa caso. La cosa assurda e che, se ricordo bene, quando negli anni '80 il traffico già attanagliava le nostre grandi città e non c'era nessuna auto catalitica (tranne qualche rarissima americana) la situazione "a naso" sembrava comunque migliore. Infatti i diesel erano scarsamente diffusi ed erano generalmente seconde grosse auto che in città si usavano pochissimo. Poi negli anni '90 venne uno "scienziato" pazzo che con la sua folle e pericolosa invenzione (il common rail) innescò la peste del "dieselismo" di massa, subito diffusa in tutta Europa dalla Fiat in cambio di 2 lire...
Ritratto di all'avanguardia della truffa2
16 marzo 2017 - 13:29
Pensa, che l'iniettore pòmpa usato da qualcun altro, era infinitamente peggio (in tutto)
Ritratto di autolog
16 marzo 2017 - 14:45
Eh vabbe, colpa della fiat. Piove governo ladro, anche, aggiungerei. La parola diesel è tedesca, magari se proprio vogliamo incolpare qualcuno guarda a chi li ha inventati.
Ritratto di Challenger RT
16 marzo 2017 - 16:03
Non fraintendermi, non voglio incolpare Fiat. Ma quando uno sta con l'acqua alla gola, come l'azienda italiana nei '90s, si vende pure la madre per 2 lire. Per quanto riguarda Rudolf, pare che, resosi conto del disastro per l'umanità causato dalla sua scellerata invenzione, si sia suicidato...
Ritratto di mariofiore
18 marzo 2017 - 09:42
Assurdo dire che la fiat negli anni 90 stava con l'acqua alla gola. Perché inventarsi notizie? La Fiat negli anni 90 era in utile come poche altre aziende automobilistiche.
Ritratto di Challenger RT
18 marzo 2017 - 20:30
Da "La Repubblica" dell' 11 ottobre 2002 di G.Turani, Se uno vuole una data precisa dell'inizio della crisi Fiat non deve guardare agli anni recenti, al 2002 o al 2001, ma deve spingersi più indietro esattamente al 1990. L'anno prima la Fiat aveva avuto i più alti guadagni della sua storia: il 10,7 per cento di utile corrente sul fatturato. Un vero e proprio record. Nel 1980, tanto per fare un confronto, l'utile corrente sul fatturato era stato di appena l'1,4 per cento. Nel giro di dieci anni i profitti, insomma, si moltiplicano per dieci. Basta conoscere un po' di storia interna Fiat per accorgersi che i mitici anni Ottanta, gli anni in cui ogni anno gli utili sono più alti dell'anno precedente, fino a arrivare a quell'incredibile 10,7 per cento, sono gli anni di Vittorio Ghidella. Sono gli anni in cui sopra l'auto Fiat comanda il tecnico preso dalla Riv, più tardi conosciuto come il papà della Uno. Ma se nel 1989 la Fiat tocca i massimi della sua storia recente, quanto a guadagni, nel 1990 comincia subito la crisi. L'utile corrente sul fatturato si dimezza infatti di colpo e scende al 5,6 per cento. Nel 1993, cioè subito dopo, siamo già alla catastrofe: la Fiat perde il 4,4 per cento sul fatturato. Rispetto allo straordinario risultato del 1989 c'è una perdita di redditività di oltre il 15 per cento: da più 10,7 a -4,4. Dopo, ci sarò ancora un anno discreto, il 1997, con utili pari al 4,6 per cento del fatturato. Ma per il resto sarà solo un lento declino. Fino al primo trimestre del 2002 in cui la Fiat torna a perdere il 4,1 per cento rispetto al fatturato. Fino a quando, cioè, la Fiat torna agli anni bui. Ma che cosa succede nel 1990? La risposta è semplice: dalla Fiat se ne va (o meglio: viene spinto fuori) Vittorio Ghidella. E il declino dell'auto, complice anche un po' di cattiva congiuntura, è quasi immediato. In proposito c'è um aneddoto che spiega bene come sono andate le cose. Nel 1988 l'auto Fiat registra il suo maggior successo storico. Nell'insieme guadagna infatti 4 mila miliardi (di vecchie lire, ovviamente). Ghidella va dall'Avvocato Agnelli e gli illustra i risultati, comprensibilmente orgoglioso. E avverte: "Tutti questi soldi vanno immediatamente reinvestiti nell'auto perché sono in arrivo tempi brutti". L'Avvocato Agnelli sorride e consola Ghidella: "Lei è il solito allarmista". Dietro questo semplice scambio di battute c'è tutto il dramma successivo. La Fiat è una holding e nelle holding è evidente che i capi dei vari settori tirano a avere la quota maggiore di stanziamenti. Poi sta ai capi della holding dividere i denari. Nella Fiat il capo dell'auto era Ghidella, il capo della holding Cesare Romiti. E quindi, se Ghidella voleva i soldi per l'auto, Romiti, invece, vedeva l'auto come una delle tante attività della Fiat globale. Probabilmente, pensava anche, come fanno tutti i capi della holding, che era meglio fare anche dell'altro, invece di mettere tutti i soldi in uno stesso cesto. Nel caso della Fiat, comunque, questa dialettica interna dura poco perché Ghidella alla fine degli anni Ottanta viene mandato via e i pieni poteri passano a Romiti, che di fatto diviene anche il capo dell'auto. E Romiti non è uno che capisce molto di auto. E' un amministrativo, è uno abituato a contare gli incassi e a lesinare, se si può, sulle spese. Soprattutto se si vede una congiuntura non troppo buona. E quindi si sta molto attenti ai soldi. E l'auto comincia a essere gestita al risparmio. Si deve fare una nuova Uno, ma nessuno la vedrà mai perché non viene fatta. Si deve fare un'Alfaromeo con trazione posteriore (usando i pianali della Maserati), ma anche questa non la vedrà mai nessuno perché non verrà mai fatta. Insomma, si cerca di fare il bilancio con quello che c'è, stando molto attenti a risparmiare. Per di più ci si accorge che Ghidella non aveva un vero e proprio staff all'altezza di una casa come la Fiat Auto: era un accentratore e faceva tutto lui. Quando se ne va, si lascia alle spalle poco, come uomini di prodotto. "I suoi numeri 2 - si racconta sarebbero stati i numeri 20 in qualsiasi altra industria automobilistica". Ma a lui andava bene così. Romiti, invece, un po' cerca di fare un mestiere che non è il suo (il fabbricante di automobili), un po' dentro Fiat Auto effettivamente non trova persone e strutture valide. E così l'auto Fiat, poco a poco, deperisce, si attorciglia intorno agli stessi modelli, invecchia insieme a Romiti e all'Avvocato. Il risultato netto di tutto ciò è che gli utili Fiat si riducono drasticamente e che nel 1993 si rischia un vero e proprio collasso dell'azienda torinese. La crisi (e la fine) dell'auto Fiat nasce, insomma, in quei 7-8 anni in cui Cesare Romiti è l'unica guida della Fiat, auto compresa. Al punto che quelli che arrivano dopo (e in particolare Paolo Cantarella, che diventerà amministratore delegato della casa torinese) sono certo colpevoli per quello che è successo, ma più che altro sono colpevoli di non essersi accorti che Romiti aveva passato loro un cerino acceso. Cerino che nella primavera del 2002 ha cominciato davvero a bruciare e a scottare le mani del vertice Fiat. Insomma, la crisi è scoppiata adesso, ma le sue origini vanno ricercate negli anni Novanta, nel dopo-Ghidella, negli anni di Cesare Romiti. Dopo è successo semplicemente quello che era inevitabile che accadesse.
Ritratto di mariofiore
19 marzo 2017 - 08:55
Buona analisi, specifico che alla fine i due unici bilanci di passivo sono il 2003 e il 2009. Buona parte deriva dalla crisi del mercato interno e internazionale, ma soprattutto al mezzo flop della Stilo, che fu totalmente inaspettato per i vertici Fiat. Vorrei però farvi notare che tutte le aziende hanno storicamente dei periodi in cui, a causa di ristrutturazioni o di crisi di mercato, chiudano in passivo. Capita proprio a tutti al mondo, dalla Sony alla Exson, dall' acer alla Hp. È abbastanza normale. La cosa strana nel caso Fiat era che le banche volevano prendersi possesso dell 'azienda e venderla generando profitto. Per evitare questo furono svalutati e venduti diversi assest. Niente di illegale ma molta furbizia venne utilizzata per salvare la posizione di maggior azionista del gruppo da parte degli Agnelli . Dopo di che è stato un crescendo di successi e la fiat da 2 milioni di auto di fascia economica e' ormai passata a 4.700.000 vetture per la maggjor parte di fascia premium. Tenuto conto che Jeep, Maserati e perfino la 500 vengono considerati, per la fascia, vetture premium. Per questo Marchionne ha avuto diversi premi con miglior manager. Poi c'è chi lo odia perché avrebbe preferito che la Fiat fallisse e che 84.000 persone andassero a spasso e.sicuramente avrebbero persone il posto anche i 300.000 lavoratori che vivono dall'indotto. Preferirei che tutti quelli che sono così prevenuti e pieni di odio nei confronti della Fca di ragionare in maniera diversa, bisogna essere pragmatici e accettare l'idea che la Fca è il secondo maggior datore di lavoro in Italia, il primo sono le Poste ma sono semi pubbliche.
Ritratto di Challenger RT
19 marzo 2017 - 19:17
Chiunque negli ultimi cinque anni abbia letto i miei post su questo blog saprà quanto ho difeso e sostenuto Fiat e soprattutto FCA da quando c'è Marchionne. Ho sempre reputato l'attuale AD una persona competente che è riuscita a salvare due piccioni (Fiat e Chrysler) con una fa.va. Sono talmente in sintonia con lui da avere la stessa auto, ovviamente FCA, che ha avuto anch'egli... Non nascondo, però, d'esser stato contrario alla diffusione di massa dei motori diesel in Italia (non certo iniziata da Marchionne) ed indirettamente in Europa tramite la vendita del brevetto del common rail. Avrei preferito di gran lunga che tutti i soldi investiti in questa tipologia di motori fossero stati utilizzati in altro modo, visto che i giapponesi già all'inizio degli anni '90 tiravano fuori 100 cv litro dall'affidabile motore aspirato della piccola Honda Civic e alla fine del decennio avrebbero commercializzato la loro prima ibrida, la Insight, che in Italia sbarcherà con 10 anni di ritardo.
Ritratto di mariofiore
19 marzo 2017 - 20:11
Sinceramente sono contrario all'ibrido e secondo me ha fatto bene per il momento Fca a non commercializzare le vetture ibride. Ho guidato la Toyota ibrida e ha dei consumi altissimi e inoltre il pack di batterie costa un cifra allucinante, chiesero 3000 euro e dopo 5 anni erano già da sostituire. Il vero problema è quindi il costo esorbitante delle batterie, la tecnologia è relativamente semplice.
Ritratto di Zot27
19 marzo 2017 - 22:32
Toyota ibrida che ha dei consumi altissimi, a dire queste cose si rischia un tso !
Ritratto di mariofiore
20 marzo 2017 - 08:05
Io l ho usata e faceva 10 km con in litro. Ci ho percorso un 30.000 km e 70.000 km l'altro utilizzatore. Lei l'ha avuta? Senza che mi offenda, quanti km le faceva? Ho parlato anche con la.Toyota e mi ha detto che quelli sono i consumi reali.
Ritratto di mariofiore
20 marzo 2017 - 08:08
A proposito Sig. Zot per lo stesso percorso misto città e periferia con la Croma mi consumava 18 km con un litro andando sempre piano e alla stessa velocità. Ho sempre bisogno della Tso?
Ritratto di Zot27
20 marzo 2017 - 10:21
Quando poi ritorna ad essere serio e la smette di trollare, ne riparliamo
Ritratto di Lorenzo Ceracchi
16 marzo 2017 - 12:40
Pensa che se invece di un diesel fosse stato un benzina invece di puzzare avrebbe emanato circa il 30/40% di CO2 in più...per non parlare del benzene, forse il tuo naso non lo avrebbe constatato ma i tuoi polmoni di sicuro si
Ritratto di Challenger RT
16 marzo 2017 - 15:52
Pensa che la CO2 non è un inquinante che provoca malattie o tumori. La produciamo pure noi. Viene invece utilizzata in modo truffaldino dalle autorità europee (in)competenti (e conniventi con le case, vedi Renault) come specchio per le allodole. Infatti durante gli inutili incentivi per l'acquisto di nuove e più ecologiche auto, basandosi sul fattore CO2 (fattore del tutto aleatorio), si sono elargiti aiuti pure ad auto (diesel) molto meno ecologiche di altre (benzina). Insomma, peggio degli 80 euro!
Ritratto di Lorenzo Ceracchi
16 marzo 2017 - 12:41
E comunque l'ibrido o non ibrido in questi casi basta semplicemente uno start/stop montato ormai quasi di default su tutte le nuove auto, semmai un ibrida come la smaltiamo quando arriverà a fine vita? Le batterie? Cosa faranno?
Ritratto di MAXTONE
16 marzo 2017 - 13:49
Le batterie delle ibride, aldilà del fatto che durano quanto la vita stessa dell'auto o nei casi peggiori superano i 500.000 km, vengono smaltite in un processo assolutamente trasparente ed, ovviamente, ecosostenibile, dalle case stesse: Se dai un occhiata al sito di Toyota troverai tutte le informazioni che servono al riguardo. Comunque per chi confronta i benzina degli anni 80 con i diesel della stessa decade siamo sempre li: A parità di cilindrata (che poi in quegli anni i diesel erano comunque di cubatura più elevata) un diesel, ovviamente non catalizzato, inquinava immensamente più di un benzina non catalizzato: Il paragone tra una Uno Fire ed una Uno Turbodiesel sarebbe impietoso ma delle Volvo dotate dei diesel di origine VW se ben ricordo, famose per fumare come ciminiere ne vogliamo parlare? E non mi si dica che una 760 2.8 V6 (sempre se ben ricordo circa i benzina) inquinasse più delle diffuse TD perché non ci crederò neanche dati e numeri alla mano. La nostra fortuna è che per quanto diffuso fosse negli 80 il diesel non arrivava comunque ai livelli di penetrazione di adesso. Fortunatamente il tutto limitato alla sola Europa perché fuori dal vecchio continente non se lo fila nessuno.
Ritratto di golfista97
16 marzo 2017 - 16:10
E il litio? Come lo estrai? E lo sai benissimo che sulla terra non ce n'è molto...io per le mie esigenze ho bisogno di un diesel, quando i benzina saranno alla pari o le mie esigenze cambieranno si vedrà
Ritratto di Zot27
16 marzo 2017 - 22:52
Certo, le esigenze personali prima della salute di tutti
Ritratto di golfista97
17 marzo 2017 - 11:10
Come se il problema lo causassero le auto. Se parli di inquinamento iniziamo a parlare dei riscaldamenti e dei pullman di 20 anni che ancora si vedono in giro
Ritratto di Zot27
17 marzo 2017 - 12:23
Il nanoparticolato fa più male del particolato
Ritratto di Challenger RT
16 marzo 2017 - 11:23
Truffa o non truffa, il problema resta irrisolto. Perché il problema è il motore diesel in se. L’incosciente ed incauto acquisto di un inquinantissimo 1.5 dci Renault (spacciato anche sulle Mercedes!) non è giustificato dal fatto che la casa francese abbia tolto dai suoi listini il V6 3000 a benzina che rendeva la Clio V6 "l’utilitaria" che non ti faceva arrivare mai in ritardo… Comunque in Francia, come del resto in Italia, la colpa di tutto ciò è anche e soprattutto dei Governi che hanno sovvenzionato direttamente o indirettamente (prezzo del gasolio inferiore) la diffusione suicida dei motori diesel ormai non più migliorabili dal punto di vista delle emissioni. E meno male che In Francia qualche sindaco illuminato ha deciso di bandire dalle città, Parigi in primis, queste fumanti caffettiere. In Italia più che gli scandali si aspettano i morti!
Ritratto di sarco92
16 marzo 2017 - 11:41
2
Quoto
Ritratto di MAXTONE
16 marzo 2017 - 14:12
È un po come è stato per la promozione smodata dei jeans aderenti per l'uomo: Da vari anni avevano iniziato a promuoverli sia gli stilisti che i media elogiandoli a nuovo simbolo dell'eleganza moderna e capo assolutamente irrinunciabile (col risultato che adesso un buon 70% degli uomini li indossa, tra bimbimeenkia e cinquantenni in crisi di mezza età) salvo poi fare dietrofront perché si è scoperto che riducono drasticamente la fertilità nell'uomo portandolo anche all'impotenza e impediscono il corretto flusso del sangue, nelle donne poi provocano la cellulite e la candida ed in entrambi i sessi arrivano a paralizzare completamente i muscoli delle gambe, in Australia ad una donna che li aveva portati durante il lavoro e poi è stramazzata al suolo coi muscoli delle gambe atrofizzati e ipertrofici i medici al pronto soccorso hanno dovuto toglierle i jeans strappandoglieli con le forbici a causa della enorme pressione che gli stessi esercitavano sulle gambe della poveretta. A pensare al complotto si potrebbe dedurre che tali calzamaglie siano state promosse daida media, pilotati dai governi, per ridurre drasticamente le nascite e far fuori qualcuno già nato, buon per me che i pantaloni li ho sempre portati ampi perché le calzamaglie le ho sempre trovate ridicole tanto sulle donne quanto sugli uomini.
Ritratto di deutsch
16 marzo 2017 - 15:38
4
precisiamo che i provvedimenti di parigi sono relatvi al 2025 mentre oggi, 2017 il sindaco di milano ha bandito gpl e metano perchè studi dimostrano che inquinano di fatto come benzina. se poi una vettura non rispetta i dati di omologazione è una problema completamente diverso.
Ritratto di follypharma
16 marzo 2017 - 11:38
2
giusto per sottolineare la situaione renault : l'indagine effettuata dal governo italiano ha evidenziato come il motore 1.5 renault sia il peggiore in assoluto con valori doppi o tripli rispetto al consentito e a tutti gli altri compresi i famigerati vw .. I migliori (diesel ) in quanto a rispetto delle normative sono risultati i bmw..
Ritratto di Zot27
16 marzo 2017 - 12:41
Noto con piacere che praticamente tutti siamo d'accordo. E quoto anche Maxtone quando parla di malcostume e maleducazione. Sarco92 dice che ripercussioni Renault non ne avrà, ma Mercedes per esempio potrebbe gradualmente mollarli
Ritratto di sarco92
16 marzo 2017 - 18:17
2
Intendevo multe dagli stati o dall UE. Sarebbe anche ora che MB li mollasse!!
Ritratto di Luke_66
16 marzo 2017 - 13:48
5
Concordo sul fatto che i governi potrebbero fare molto. Teniamo pero' in conto che un motore TD a parita' di potenza ti offre una coppia e un rendimento notevolmente superiore di un benzina.... io ad esempio ho sempre preso auto a benzina ma per l'ultima ho scelto un diesel. La scelta tra i motori e' stata dettata dal fatto che con il 2.0 diesel mi trovo un motore da 150cv e 380 Nm di coppia mentre col benzina avrei dovuto prendere un 240cv da 340 Nm di coppia e spendere una cifra di bollo e carburante.
Ritratto di MAXTONE
17 marzo 2017 - 00:18
Eh...e con 150 cv e 380 nm dove ci devi andare? A fare le corse per strada? Ti do una dritta: È pieno di autovelox, tutor e telecamere in giro (senza contare le postazioni mobili). Domanda: Non sarebbe stato meglio prendere un ibrida con quasi 140 cv, coppia robusta già a 0 giri grazie all'unità elettrica ed ugualmente eccellenti doti di ripresa? Pensa che a fronte di consumi minori (nel peggiore dei casi identici) avresti ottenuto vantaggi tangibili nell'affidabilità, nel comfort di guida, nelle agevolazioni fiscali (niente bollo dai tre ai cinque anni, parcheggio gratis sulle strisce blu, accesso ZTL, circolazione libera sempre) e avresti dato una mano all'ambiente, sempre se questo discorso può interessare ad uno che fa gli stessi ragionamenti che sentivo fare nel 2002 dagli impallinati del diesel tipo "eh ma la coppia, le prestazioni, il piacere di guida maggiore...".
Ritratto di Alfiere
16 marzo 2017 - 15:02
2
Onestamente sono sul punto di dover, ahime, scusare tutte le case. Evidentissimo, il diesel ha raggiunto i suoi limiti tecnici al punto che neanche un gruppo enorme come VW ha trovato soluzioni efficaci per mantenere fattibili tali motori alle alte cilindrate, e presto seguiranno le basse. Continuo a non capire perchè le case non abbiano fatto presente il problema alle autorità UE e USA che dal canto loro neanche avevano idea dell'esistenza del problema.
Ritratto di Vrooooom
16 marzo 2017 - 15:19
Magari in vw non sono così in gamba come dici, o non hanno voluto spendere tante ore al banco per affinare i propulsori , preferendo la scorciatoia illegale e il guadagno facile. Oltretutto altri costruttori hanno dimostra e dimostrano ogni giorno che è fattibile essere a norma senza sotterfugi, gettando se possibile ancora più ombre sulla sciagurata decisione di ricorrere al cheat device
Ritratto di Alfiere
16 marzo 2017 - 16:00
2
Per quanto io mai acquisterei una VW nuova, tutto si può dire tranne che non siano capaci. E se hanno scelto la via illegale pensa quanti problemi dava la legale, ma sopratutto sono in disaccordo col tuo ultimo periodo, come la news dimostra da fonti dirette (renault e fca) il diesel è agli sgoccioli. Le nuove prove di consumi reali sono molto piu difficili, non bastassero le norme.
Ritratto di Luzo
16 marzo 2017 - 16:32
Ma BMW e MB non sono apposto con i limiti su strada e al banco? perché loro si e altri no? Un colosso come VW lo devi confrontare con altrettanti colossi ( non necessariamente numerici, ma per tecnologia innovazione ecc ecc ) e i fatti dimostrano che non c'è storia, senza se e senza ma. Il motore dele con emissioni in regola è possibile ma evidentemente a qualcuno conviene - è convenuto - più sviluppare plastiche morbide al tatto piuttosto che motori in regola: e in ogni caso violare le leggi non può avere nessuna giustificazione, se non ce la facevano lo ammettevano e basta, invece che provare ad imporre un motore alimentato a gasolio dove già non lo potevano vedere ( sp..tanandosi ben bene e rischiando di trascinarsi dietro pure Porsche ). E invece no, nemmeno spendere 4 spicci a fare thermal windows e strategie ad hoc: un paio di sensori e buona notte.
Ritratto di deutsch
16 marzo 2017 - 15:45
4
il colmo è che nell'anno del dieselgate vw la casa automobilistica ha visto crescere le vendite, quindi tutti pronti a criminalizzarla ma poi quando si tratta di acquistare hanno tutti la memoria corta
Ritratto di deutsch
17 marzo 2017 - 19:42
4
certi prodotti sono validi ed in più hanno un brand che tira molto poi oggi spesso non ci sono grandi differnze di prezzo. ho recentemente fatto un preventivo per tiguan e kuga ed ho scoperto che mi costa meno la vw. una volta che le generaliste aumentano qualità anche il prezzo si avvicina molto
Ritratto di caronte
28 maggio 2017 - 22:34
È proprio un brutto vizio che hanno proprio tutti ed è molto grave.

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