CERTEZZA PANDA - Tra i molti interrogativi sul futuro delle fabbriche italiane del gruppo Stellantis rimasti intatti anche dopo la presentazione del piano strategico del 1° marzo scorso (qui per saperne di più), una certezza c’è: la Fiat continuerà a produrre la Panda a Pomigliano d’Arco fino al 2026. La conferma, durante un incontro al ministero dello Sviluppo economico tra governo, azienda e sindacati centrato proprio sugli effetti nel nostro Paese delle strategie future illustrate da Carlos Tavares, arriva dalla direzione aziendale di Stellantis.
TERMOLI SARÀ UNA GIGAFACTORY - Per Davide Mele, vice direttore operativo di Stellantis per la regione Europa, Medio Oriente e Asia, il tavolo al Mise ha rappresentato un altro forte segnale positivo dell’impegno di Stellantis in Italia, con una collaborazione ancora più costruttiva che l’azienda ha da tempo avviato con il governo e con tutte le organizzazioni sindacali. Nell’incontro si è parlato anche dello stabilimento di Termoli, che dallo scoppio della pandemia di Coronavirus e dalla nascita di Stellantis ristagna in un clima di grande incertezza: lo storico stabilimento della Fiat, che prima del Covid sembrava destinato a un graduale passaggio all’ibrido, con prospettive sull’elettrico, dovrebbe trasformarsi in una gigafactory per la produzione di batterie. In tutto ciò, Stellantis attende i dettagli relativi alla ripartizione del fondo da 700 milioni di euro che il governo ha stanziato come sostegno all’auto per il 2022.
ITALIA AL CENTRO - Stellantis ha ribadito “la centralità dell’Italia nella strategia del gruppo”, ponendo l’accento sui nuovi modelli che a breve entreranno in produzione nel nostro paese: l’Alfa Romeo Tonale a Pomigliano, le Jeep Renegade e Compass e la Fiat 500X ibride a Melfi, la Maserati Grecale a Cassino e le sportive GranTurismo e GranCabrio a Torino. Oltre Pomigliano, che attualmente dà lavoro a 4.339 persone e dalle cui linee nel 2021 sono uscite 123.000 Fiat Panda, le ricadute positive del piano di Stellantis dovrebbero interessare anche Mirafiori, dove l’azienda produrrà il cambio C514 per l’Alfa Romeo Tonale.
COSA DICONO (E COSA SI CHIEDONO) I SINDACATI - Un altro tema caldo sul tavolo è quello dell’occupazione. Su questo fronte, secondo la segretaria della Fiom Cgil, Francesca Re David, “non ci sono state novità particolari”, se non "che viene mantenuta la produzione della Panda fino al 2026 a Pomigliano, oltre alla conferma della gigafactory, ma - osserva Re David - sono solo titoli. Ribadiamo con gli altri sindacati la richiesta di incontro con Tavares”. Per Roberto Benaglia e Ferdinando Uliano, rispettivamente segretario generale e segretario nazionale Fim, il piano di Stellantis contiene alcune “prime risposte concrete per l’Italia”. Attraverso il segretario nazionale Antonio Spera, la Ugl Metalmeccanici si è fatta invece portavoce dei dubbi riguardo la produzione a Pratola Serra del motore diesel B2.2 euro 7, che in futuro potrebbe equipaggiare la Peugeot 208, l’Opel Corsa ma anche alcune suv Jeep e Citroën. In particolare, l’incognita è se verranno mantenute o meno le forniture di propulsori per veicoli commerciali destinati alla Polonia. Secondo Spera restano inoltre da definire i volumi futuri di Pratola Serra, la produzione a Mirafiori dei cambi per la Panda e, non ultimo, il ruolo dello stabilimento di Termoli: dopo la trasformazione si occuperà solo di accumulatori, oppure continuerà a produrre cambi e motori?