L’APOCALISSE DELLE SUPERCAR - Sono immagini che farebbero accapponare la pelle a qualsiasi appassionato di automobili: supercar da sogno ricoperte da uno strato di polvere alto almeno un paio di dita, rinchiuse in garage fatiscenti o, peggio ancora, abbandonate alle intemperie nel bel mezzo di una foresta non meglio identificata. Fotografie che da qualche giorno stanno facendo il giro del web via Instagram, rimbalzando di smartphone in smartphone e suscitando, almeno al primo impatto, un certo senso di angoscia in chiunque le osservi.
TUTTA FINZIONE… - Chiunque si stia chiedendo chi mai avrebbe il coraggio di ridurre in stato di totale abbandonano fior di Ferrari, Lamborghini, Pagani, Bugatti e Rolls-Royce nuove di zecca, può tirare un sospiro di sollievo. Saranno invece delusi quelli che stanno fantasticando su dove possano trovarsi queste preziose belle addormentate a sei zeri, e magari come trovare il loro negligente proprietario per dirgliene quattro o, perché no?, fargli una proposta di acquisto.
Per quanto le immagini che le illustrano siano di un realismo spaventoso (e non solo per il contesto apocalittico in cui sono immerse), queste auto non esistono. Popolano un mondo che non c’è, ma che forse, un giorno, potrebbe anche concretizzarsi. Così almeno la pensa, con quel sano pizzico di provocazione che in arte non guasta mai, il grafico-designer Fabian Oberhammer, alias Dizzy Viper su Instagram, dove può vantare ben 130.000 seguaci.
… MA VALE LA PENA RIFLETTERCI SU - Nella visione di Oberhammer, lo scenario del classico barn find, espressione che in inglese indica il ritrovamento di un’auto in un fienile, è trasposto in un futuro incerto e indefinito. Il punto è che, a voler essere ottimisti, nove volte su dieci in un capannone abbandonato o in un vecchio pagliaio di campagna ci si imbatte in macchine normali.
Non certo in una Pagani Huayra o, a maggior ragione, in una Ferrari 250 GTO, una tra le auto d’epoca più costose al mondo, con quotazioni che oggi possono superare di slancio i 60 milioni di euro. Ma qual è la chiave di lettura di un’opera così efficace nel dipingere una realtà immaginaria, ma comunque plausibile nella suo essere così terribilmente distopica? Non ce n’è una sola, ed è qui che l’artista ha fatto centro.
Probabilmente, in queste immagini così tristi molti potrebbero intravedere il futuro delle supercar a benzina, “uccise” come dinosauri dall’avvento di una nuova, più forte specie elettrificata. Ma andrà veramente a finire così?