RIUNIONE DI FUOCO - Non si profila un periodo sereno per la marca Volkswagen che, secondo i piani del management, deve e ridurre i costi con tagli drastici (qui la news). Oggi si è tenuta un’assemblea “di fuoco” a Wolfsburg alla quale hanno partecipato i vertici del gruppo automobilistico e i lavoratori, che hanno contestato pesantemente i manager.
UNA CRISI VERA - Secondo quanto riportano le agenzie di stampa il responsabile finanziario del Gruppo Volkswagen, Arno Antlitz, ha dichiarato che nel mercato europeo si immatricolano due milioni di auto in meno all’anno rispetto al periodo pre-pandemia e non ci sono previsioni di un recupero a breve termine, che la Volkswagen ne vende 500.000 in meno, che questo rende superflue due fabbriche e che ci sono uno o al massimo due anni per agire riducendo le spese adattandosi a questi minori volumi.
NON SARÀ FACILE - Come sappiamo il piano sarebbe quello di chiudere impianti in Germania e licenziare diverse migliaia di dipendenti. E la cosa non sarà facile, in un gruppo industriale che è partecipato dalla regione della Bassa Sassonia, con diritto di veto, e in cui i sindacati siedono nel consiglio di sorveglianza.
I TAGLI NON BASTANO - La marca Volkswagen ha varato lo scorso anno un piano di tagli da 10 miliardi di euro (qui la news) da attuarsi fino al 2026 per portare la redditività dal 2,3% fino al 6,5%. Secondo fonti sindacali 7 sono già stati risparmiati e ne restano altri 3, ma evidentemente la situazione è ben più critica e queste riduzioni di spesa non bastano.
SINDACATI FURIOSI - Chiaramente i sindacati sono sul piede di guerra. Daniela Cavallo, rappresentante dei dipendenti e membro del consiglio di sorveglianza del Gruppo Volkswagen, ha dichiarato durante la stessa riunione che combatterà contro qualsiasi chiusura di fabbrica, aggiungendo che i lavoratori non dovrebbero soffrire per errori di gestione, tra cui le scarse prestazioni della Volkswagen negli Stati Uniti. "La Volkswagen non sta soffrendo a causa dei suoi siti tedeschi e dei costi del personale tedesco", ha detto Cavallo. "Il problema della Volkswagen è che il consiglio di amministrazione non sta facendo il suo lavoro". Cavallo ha poi esortato il ceo del Gruppo Volkswagen, Oliver Blume, a spiegare perché l’azienda ha dato priorità alla spesa per una partnership da 5 miliardi di euro con la start-up statunitense Rivian rispetto alla protezione dei posti di lavoro tedeschi.