NUMERO UNO - In tempo di crisi, c'è chi si può permettere ancora di sorridere. È il caso del gruppo Volkswagen che, nonostante abbia visto ridursi nel 2009 il suo utile da 4,7 miliardi a 911 milioni di euro, è tra i pochi a poter chiudere i conti “in nero”, cioè in positivo. Un risultato che, come riferisce Martin Winterkorn, numero uno del Gruppo, permetteranno di affrontare di corsa il 2010 per raggiungere dal 2018 il traguardo delle 10 milioni di auto l'anno.
C'È ANCHE LA SUZUKI - Un obiettivo che la Volkswagen stima di poter raggiungere anche grazie alla collaborazione con la Suzuki (della quale detiene il 19,9%), fondamentale nello sviluppo e crescita nel settore delle utilitarie, e con l'acquisizione della Porsche, che dovrebbe essere completato entro i primi sei di quest'anno. Un arco di tempo nel quale Dieter Poetsch, direttore finanziaro del Gruppo, ha calcolato di recuperare i 4 miliardi di euro necessari per finalizzare l'operazione.
MALE SEAT - Tra i marchi che gravitano nell'universo del Gruppo tedesco, solo l'Audi e la Volkswagen hanno generato utile anche nel 2009: 1,6 miliardi e 561 milioni di euro, rispettivamente. Male, invece, la Bentley e la Lamborghini, “affossate” dalla crisi delle auto di lusso, e la Seat, le cui perdite sono cresciute fino a 339 milioni di euro. Forse, una delle ragioni che hanno spinto Winterkorn a dichiararsi "un fan dell'Alfa Romeo" (leggi qui la news), salvo poi escludere, per ora, interesse diretto ad acquisirla.
FORTE IN CINA - Se in Europa le vendite del gruppo Volkswagen hanno retto, in Cina è stato un “boom”. Grazie alle joint-venure con Faw e Saic, la Volkswagen ha venduto 1,4 milioni di veicoli, superando gli 1,2 milioni della Germania, fino ad oggi il mercato più importante. La Volkswagen investirà 4,4 miliardi di euro per incrementare la sua presenza nei Paesi asiatici, gli unici che le previsioni danno in crescita. Per l'Europa il 2010 si preannuncia ancora come un anno difficile (leggi qui per saperne di più) e, per Winterkorn, il mercato dell'auto non tornerà ai livelli pre-crisi (2007) prima del 2012.