TORMENTONE - Non c’è dubbio che uno degli argomenti più ricorrenti nel mondo delle corse sia l’ingresso dell’
Audi in
Formula 1. Se non infiniti, certo numerosi sono i motivi (o i pretesti) per preconizzare l’avvenimento, prevederne i contorni, individuarne le motivazioni. Per esempio, l’arrivo in Audi di Stefano Domenicali, ex boss della Scuderia Ferrari, ma soprattutto il fatto che l’eterna rivale Mercedes in F1 sta mietendo successi su successi e la cosa si traduce in una crescente supremazia d’immagine non tanto verso le rivali dei Gran Premi, quanto verso la concorrenza connazionale Audi.
ENDURANCE SÌ, MA… - Tutti riconoscono il grande e redditizio lavoro che l’Audi ha fatto e fa nelle gare Endurance (nella foto sopra le R18 etron Quattro 2015), ma quasi sempre finendo le considerazioni con un sospirante “sì, però la F1…”. Una realtà a cui l’assetto attuale del gruppo Volkswagen pare proporre una soluzione quasi spontanea: l’Endurance può continuare a essere presidiata dal gruppo con la Porsche (a cui tra l’altro serve vincere, e non finire seconda dietro l’Audi), mentre l’Audi scende in campo nei mondo dei gran premi. E la cosa avrebbe anche una base tecnica non da poco. Grazie all’Endurance e alla grande attività nella produzione di serie l’Audi ha solide basi nell’ambito dell’ibrido, campo in cui la Formula 1 sta vivendo solo il suo secondo anno.
FATTORI A FAVORE - Non manca chi sottolinea che la Formula 1 costa molto pure per l’Audi (anche se i costi di una stagione di gare di durata, compresa la 24 Ore di Le Mans non sono da poco) e per entrare nel mondo dei gran premi occorre affrontare una programmazione molto importante. Ma forse anche sotto questo punto di vista l’Audi può trovare delle risposte concrete. Intanto Domenicali è certamente una figura che può fornire un valido quadro della situazione e delle esigenze. E poi ci sono le prospettive che nascono dalla stessa Formula 1. Recentemente Helmut Marko, braccio destro di Dietrich Mateschitz, padre-padrone della Red Bull, ha fatto dichiarazioni secondo cui il team plurivittorioso negli ultimi anni, starebbe valutando l’idea di abbandonare la F1, nel caso non trovi una soluzione alle carenze motoristiche che sta soffrendo. E in questa ricerca di una soluzione, Marko ha esplicitamente fatto riferimento all’Audi. “Se non arriva il gruppo Volkswagen…” sono state le sue parole.
VANTAGGI CHIARI - Ecco che questa prospettiva dà credibilità all’ipotesi dell’Audi in Formula 1. Per la casa dei quattro anelli una collaborazione con la Red Bull avrebbe due vantaggi importantissimi: la scuderia austriaca sarebbe una porta d’ingresso eccezionale per entrare in Formula 1, perché farebbe evitare il tormentato percorso di “trasformare” il reparto corse dell’Endurance in un team di F1, oppure di dover cercare un team di F1 messo male, per rilevarlo e usarlo come propria nuova struttura. Entrambe le ipotesi sarebbero oltre che costose, anche lunghe, per cui poterle evitare con una soluzione ghiotta come la partenrship con la Red Bull sarebbe più che interessante per l’Audi.
INTERESSANTE PER TUTTI - L’Audi avrebbe un partner valido sul piano tecnico sportivo che oltre tutto (e non secondariamente) sarebbe pure un credibile partner finanziario, così che l’avventura della F1 potrebbe avere costi più sopportabili per l’Audi. D’altra parte, la Red Bull, magari rientrando nel perimetro della figura dello sponsor, piuttosto che non di costruttore, avrebbe il vantaggio di poter essere protagonista di primo piano. La cosa potrebbe essere letta come un ridimensionamento, ma in fondo per il marchio Red Bull la cosa funzionerebbe lo stesso, non dovendo vendere auto ma bibite.