NEWS

Formula 1: storia delle gare più belle del Gran Premio di Monza

06 settembre 2014

Gli anni sono il 1971, 1982 e 1988: le abbiamo scelte come i "nostri" Gran Premi di Monza più belli. Qual è il tuo preferito?

Formula 1: storia delle gare più belle del Gran Premio di Monza
IO SONO STORIA - Che l'Autodromo Nazionale di Monza sia intriso di storia è fuori di dubbio: quello brianzolo è uno dei più antichi circuiti permanenti al mondo. Il terzo, per l'esattezza, dopo Brooksland in Inghilterra e Indianapolis negli Stati Uniti. Ci vogliono solo 110 giorni per realizzarlo, viene inaugurato nel 1922 e, da allora, ha ospitato tutte le edizioni del Gran Premio d'Italia tranne quelle del 1921, 1937, 1947, 1948 e 1980 - quest'ultima, corsa a Imola, è stata l'unica volta in cui Monza è rimasta fuori dal calendario del Mondiale di Formula 1 a partire dalla sua inaugurazione datata 1950. Facile, quindi, pescare negli abissi della memoria e scegliere vari momenti di assoluta esaltazione sportiva: il difficile, semmai, è limitarsi nel racconto.
 
ghetin monza 1971 2
 
1971, IL FOTOFINISH PREMIA GETHIN - 247,48 km/h di media registrati dal vincitore: tanto basta per capire come il Gran Premio di Monza sia stato veloce. Il più veloce della storia, almeno fino a quel 247,585 km/h registrati da Michael Schumacher 32 anni dopo, sempre a Monza. Vince a sorpresa Peter Gethin su BRM: l'inglese, fino ad allora, ha una fama tetra, visto che nel 1970 ha debuttato nella massima formula prendendo il posto del defunto Bruce McLaren e, nel 1971, approda alla scuderia inglese per sostituire Pedro Rodriguez, perito in Germania durante una gara di campionato Interserie. Gethin (il n°18 nella foto) scatta undicesimo e, in quel serpentone di monoposto che è Monza senza chicane, trova il sorpasso della vita facendo secchi all'ultimo giro Peterson e Cévert all'uscita della Parabolica. Tra lui e lo svedese c'è un misero centesimo di secondo; il francese è distaccato di 9/100. Il quarto classificato, Mike Hailwood, segue a 18; il quinto, il neozelandese Ganley, di 61. Per Peter Gethin è un giorno più unico che raro: non si ripeterà mai più. Ma resterà negli annali lo stesso.
 
mario andretti monza 1982
 
1982, LA POLE DI ANDRETTI - Nell'annus horribilis che priva la Formula 1 del talento di Gilles Villeneuve, morto a Zolder, e di Didier Pironi, che si disintegra le gambe in una carambola innescata da Alain Prost a Hockenheim, la Ferrari chiama per Monza il 42enne Mario Andretti (nella foto qui sopra), direttamente dagli Stati Uniti. L'italo-americano, iridato nel 1978 con la Lotus, è uno dei pochi a dare del “tu” al Commendator Ferrari. Lo raggiunge a Maranello, e qui inizia la leggenda: pranzo a base di lambrusco e tortellini, prova della 126C2 a Fiorano con tempi da record e poi una telefonata all'amico Alejandro De Tomaso, proprietario della Moto Guzzi. Per Andretti e la moglie, arriva una Le Mans per scorrazzare su e giù per l'Appennino: Mario si presenta in autodromo il venerdì mattina e il sabato sigla la più incredibile pole di tutta la Formula 1, facendo letteralmente impazzire la folla. In gara sarà terzo nella sua penultima gara della carriera. Poco importa: il ricordo di quel lampo rosso è indelebile.
 
ferrari monza 1988
 
1988, IN NOME DEL DRAKE - Alla vigilia di Ferragosto, quasi per farlo in punta di piedi, se ne va Enzo Ferrari: il Commendatore saluta tutti a novant'anni compiuti da sei mesi. Non ci sarà più nessuno come lui: carismatico, feroce, unico. Il Gran Premio dell'11 settembre è il primo che si corre senza Ferrari: è il monologo annunciato delle McLaren di Senna e Prost, che infatti scattano in testa al via e si involano verso la vittoria. Dopo 34 giri, il motore Honda della vettura di Prost rende l'anima a Dio, e le Ferrari si apprestano a fare da ancelle di Senna sul podio: mancano due giri e il brasiliano si scontra con Jean-Louis Schlesser, che ha sostituito sulla Williams Nigel Mansell, come sempre jellato - stavolta è suo figlio Leo ad avergli attaccato la varicella. La McLaren di Senna finisce il Gran Premio d'Italia a cavallo di un cordolo: l'unico dei 16 previsti in quell'anno che non finisca in bacheca a Woking. Berger sale sul gradino più alto del podio davanti a un immenso Michele Alboreto (foto qui sopra): e da lassù il Drake sorride beffardo.


Aggiungi un commento
Ritratto di Challenger RT
6 settembre 2014 - 17:00
.
Ritratto di ilpongo
6 settembre 2014 - 17:19
5
C'ero
Ritratto di Robx58
6 settembre 2014 - 22:16
13
Per me il GP di Monza rievoca tutta la sua pericolosità. Ricordo con tristezza l'incidente in cui morì Ronnie Peterson nel Gran Premio del 1978, mori a seguito delle ustioni riportate dal fuoco che divampò dalla sua monoposto urtata da altre vetture, e dai lentissimi soccorsi. Di gare ne ho viste tutte, dall'età giovanile ( 8/10 anni ) in poi, praticamente 45/ 47 Gran Premi d'Italia, e non solo di auto, anche di moto, e per l'appunto, Monza mi ricorda solo e sempre morte. Non solo di piloti ma anche di spettatori, tanti troppi morti e altrettanti incidenti, come non ricordare l'incidente di motociclismo del 20 maggio del 1973 quando persero la vita nella curva di Lesmo Jarno Saarinen e Renzo Pasolini, o la carneficina di Wolfgang von Trips nel 1961 piombando sulla folla, no sinceramente le gare più belle sono annebbiate dai troppi incidenti, e Monza è un circuito troppo veloce e insicuro, ancora oggi troppi guard rail a ridosso della pista, in più è troppo stretta rispetto i nuovi circuiti internazionali, per mantenere il GP a Monza occorrerebbe sacrificare le piante che sono a ridosso della pista, qualcosa fu fatto due o tre lustri fa, ma oggi così comè è ancora pericolosa!
Ritratto di MatteFonta92
6 settembre 2014 - 22:48
3
La doppietta Ferrari del 1988 è quella che a mio parere è più carica di significati, sia per l'omaggio ideale al Drake scomparso poco prima sia per aver scalfito l'incredibile filotto di vittorie delle McLaren, che fino ad allora si era aggiudicata tutte le gare in programma. Per cui direi il GP del 1988, senza dubbio!
Ritratto di Mattia Bertero
7 settembre 2014 - 13:48
3
L'arrivo in volata del GP 1971 un grande esempio di competizione e di sport come dovrebbe essere la Formula 1, da tifoso ferrarista però non posso non ricordare la doppietta di Berger e Alboreto nel 1988, tra l'altro l'unica vittoria non McLaren di quell'anno, a pochi giorni dalla scomparsa del Drake. Io li metterei a pari merito questi due GP di Monza storici.

NEWS FORMULA 1