TOP TEAM NERVOSI - Tornare ai test senza limiti o rimanere come ora, senza alcuna possibilità di poter provare durante la stagione agonistica? Il paddock della Formula 1 si è diviso sull’argomento, che sta divenendo sempre più caldo. A dimostrazione che le buone intenzioni della FOTA (l'associazione dei team di Formula 1) si scontrano continuamente con i fatti quotidiani, si sono formati due partiti: cinque per il sì, sei per il no e uno incerto. Dalla parte di chi vorrebbe tornare alla possibilità di poter portare in pista le proprie monoposto ogni volta che ne ha la necessità, per verificare a dovere nuove soluzioni tecniche e aerodinamiche, sono i top team come Ferrari (foto in alto), McLaren, Red Bull, e quindi anche Toro Rosso, e Renault. Abituati bene, i loro ingegneri e team manager trovano insopportabile essere obbligati a constatare se una nuova aletta, un nuovo fondo, lo F-Duct (per la cui creazione sono state necessarie ore e ore di lavorazione oltre che un non indifferente esborso economico), funziona direttamente nelle libere del venerdì dei fine settimana dei Gran Premi. Se qualcosa non va infatti, non c’è possibilità di rimedio. Come si è visto diverse volte negli ultimi due anni, le prestazioni alterne di Ferrari o McLaren dipendono anche da questo.
Sì | No | Nì |
Ferrari | Force India | Mercedes |
McLaren | Hispania | |
Red Bull | Lotus | |
Renault | Sauber | |
Toro Rosso | Virgin | |
Williams |
POCHI KM MA BUONI - Chi invece preferisce tenere le proprie monoposto nella propria sede fino all’inizio dell’inverno sono Force India, Hispania, Lotus, Sauber, Virgin e Williams. Per ragioni economiche ovviamente. Ma non solo. La loro motivazione è che così operando, c’è un maggiore equilibrio. E lo si è visto nell’utilizzo dello F-Duct quando alcuni top team hanno faticato a trovare il giusto modo per utilizzarlo, perdendo due o tre GP per capirne l’effetto. Senza test a ruota libera emergono meglio le qualità degli ingegneri. I sostenitori del NO sottolineano che le grandi squadre hanno comunque tutti i mezzi per poter sviluppare al meglio le novità tecniche, dall’utilizzo della galleria del vento a simulatori il cui costo è di svariati milioni di dollari. Davanti alla presa di posizione che i test cancellati impediscono ai team di provare i giovani piloti, la risposta è che la soluzione è quella di impiegarli nei 90 minuti del primo turno di prove libere dei Gran Premi. Come stanno facendo di tanto in tanto Force India con Paul Di Resta, Lotus con Fairuz Fauzy o Hispania, prima con Sakon Yamamoto (che poi ha anche avuto la chance di correre) poi con Christian Klien.
BRAWN SAGGIO - Tra i sostenitori integralisti del no a tutti i costi e quelli altrettanto esagerati di chi vuole test in piena libertà, si pone in mezzo Ross Brawn, come sempre saggio. Benché diriga la Mercedes e sia stato per anni a capo della Ferrari senza limiti di budget, la lezione del 2009, del piccolo team che portava il suo nome ed è subito risultato campione, è stata utile: gli ha fatto capire che i test senza fine sono anti sportivi nei confronti di chi non ha mezzi economici enormi. Allo stesso tempo, però, Brawn auspicherebbe almeno due-tre test nel corso del campionato. Una soluzione ragionevole.