ADDIO A UN GRANDE DELL’AUTO - Un “grande visionario”, con una “grande personalità”. Nel porgergli l’ultimo saluto, l’amministratore delegato del Gruppo Volkswagen, Oliver Blume, gli ha riservato gli onori che spettano a coloro che hanno lasciato un segno in questo mondo. E il mondo dell’auto, Carl Horst Hahn ha contributo a cambiarlo per davvero.
L’UOMO CHE COL MAGGIOLINO CONQUISTÒ L’AMERICA - Nato il 1° luglio 1926 a Chemnitz, in Germania, Carl Horst Hahn nasce con l’automobile nel sangue: il papà, che si chiamava come lui, è tra gli artefici della fusione tra l’Audi, la Wanderer, la Horch e la DKW che nel 1932 porta alla nascita dell’Auto Union. Forgiatosi nel dramma della Seconda Guerra Mondiale, che combatte come soldato semplice, alla fine delle ostilità si dedica con passione all’economia, che studia in Germania, Svizzera e Inghilterra, ampliando la sua formazione anche nel campo delle scienze politiche in Francia e conseguendo un dottorato di ricerca a Berna. Nel 1954, a 28 anni e con un bagaglio accademico di primissimo ordine, Hahn entra in quella che allora si chiamava Volkswagenwerk GmbH coi gradi di assistente dell’allora direttore generale dell’azienda, Heinrich Nordhoff. Qualche anno più tardi, nel 1959, un lungo viaggio cambierà per sempre la sua vita, nonché le sorti di quello che diventerà un gigante dell’industria automobilistica: inviato negli Stati Uniti per aumentare le vendite del Maggiolino, ci riesce mettendo in pratica concetti di marketing che all’epoca in pochi sarebbero riusciti anche solo a immaginare. Risultato? 650.000 auto vendute e la creazione di un mito capace di fare proseliti anche sull’altra sponda dell’Oceano.
L’ACQUISIZIONE DELLA SEAT E IL SUCCESSO DELLA GOLF - Nel 1964, il brillante successo della campagna d’America vale a Carl Hahn il ruolo di responsabile delle vendite globali della Volkswagen. In quello stesso anno, la casa di Wolfsburg rileva la Auto Union dalla Daimler-Benz e sarà lo stesso Hahn a guidare “la strategia a due marchi” che nel 1967, unendo la DKW e l’Auto Union, darà origine all’Audi che conosciamo oggi, con una gamma separata dal resto della produzione del gruppo e una rete di vendita indipendente. Nel 1972 la carriera di Hahn prosegue in un’altra grande big tedesca, la Continental, di cui sarà anche amministratore delegato. Tornerà alla Volkswagen dieci anni più tardi, e da presidente del consiglio di amministrazione, con il suo carisma, la sua visione e la sua apertura mentale proietta l’azienda verso orizzonti lontani: avvia una collaborazione esclusiva con la Seat, azienda che la casa tedesca acquisirà nel 1986, e trasferendo in Spagna la produzione della Polo e della Passat libera le linee di Wolfsburg per la Golf, che ne diventerà la regina, conquistando l’Europa.
ALLA CONQUISTA DELLA CINA - A Carl Hahn si deve anche lo sbarco in forze della Volkswagen in Cina. Nel 1983, il manager tedesco fiuta con un giro d’anticipo le enormi potenzialità di quel mercato all’epoca ancora emergente e avvia un progetto pilota per far assemblare in una fabbrica della Shanghai Tractor Automobile Corporation la Santana, vettura basata sulla coeva Passat e proposta in Cina con carrozzeria sia berlina a tre volumi sia station wagon. Nel 1991 una seconda joint venture, questa volta con un altro colosso del paese del Dragone, la Faw, consentirà all’Audi di affacciarsi sul mercato cinese delle vetture di lusso. Il “sacro fuoco” di Hahn per l’automobile rimane vivo anche dopo la fine del suo rapporto di lavoro con l’azienda che molto aveva contribuito a rendere grande. Nel 1992 cede la carica di presidente del consiglio d’amministrazione a Ferdinand Piëch, assumendo fino al 1997 cariche operative e onorarie nei consigli di sorveglianza dei marchi Volkswagen, Audi, Seat e Skoda.