SORPASSO STORICO - I numeri parlano chiaro: le case automobilistiche locali hanno conquistato il 54% del mercato automobilistico cinese nella prima metà del 2023, in forte crescita rispetto al 48% dell'anno precedente (vedi grafico 1). A guidare il sorpasso sui marchi occidentali sono stati i veicoli NEV (New Energy Vehicle), ossia quelli elettrici, a fuel cell e ibridi plug-in. Questo essere maggioranza si vede anche dalle classifiche di vendita: nella top ten 9 modelli su 10 sono prodotti da marchi cinesi e la tendenza degli ultimi anni fa prevedere che la maggioranza delle immatricolazioni rimarrà cinese per lungo tempo. Il caso della Volkswagen è esemplare (vedi grafico 2): dopo aver dominato il mercato per anni, immatricolando più di 3 milioni di automobili l’anno dal 2016 al 2019, è stata quasi raggiunta da BYD nel 2022 per essere poi sorpassata nel 1° semestre di quest’anno.
ECCEZIONE CHE CONFERMA LA REGOLA - È appena il caso di dire che l’unico marchio straniero in classifica è Tesla, che è peraltro riuscita a sfruttare una legge che dava la possibilità di costruire una fabbrica tutta sua (qui la notizia) senza dover stringere accordi con un costruttore locale. I NEV stanno guidando la crescita del mercato interno della Cina: le loro vendite sono aumentate del 25,2% anno su anno, arrivando a 665.000 unità sui 2,2 milioni totali. Il sorpasso sugli occidentali ha radici non troppo lontane, ma che denotano una visione lungimirante. Secondo il Wall Street Journal, infatti, l'attenzione del Dragone verso i veicoli elettrici inizia nel 2009 e oggi si stanno raccogliendo i frutti con una trasformazione che ha portato la Cina dal ruolo di follower a un leader globale nel settore. Stephen Dyer, un consulente di AlixPartners ha dichiarato all’importante quotidiano economico che le altre case automobilistiche dovrebbero ispirarsi a quelle cinesi per avere successo sul mercato.
AZIENDE IN RITIRATA/RITARDO - Diversi marchi occidentali si stanno disimpegnando dalla Cina, anche a seguito della stagnazione nel periodo della pandemia e dello spostamento del mercato verso i veicoli NEV. Ford, per esempio, ha ridotto gli investimenti in Cina poiché la sua Mach-E non ha avuto il successo sperato nel paese e quindi non ha sfruttato l’ondata dei NEV. Shinji Aoyama, chief operating officier della Honda, aveva osservato all'inizio di quest'anno (quindi ben prima dei risultati del 1° semestre) che “ tutte le case automobilistiche giapponesi, americane ed europee hanno la sensazione di essere arrivate tardi per fare la prima mossa e quindi stanno facendo del loro meglio per recuperare”. In effetti la Volkswagen sta preparando una controffensiva, assumendo 2.000 sviluppatori e puntando a velocizzare il suo ciclo di produzione nel Paese.
PIANIFICAZIONE E PROTEZIONISMO - La Cina ha costruito il suo robusto mercato dei veicoli elettrici sovvenzionando i produttori locali, inasprendo gli standard sulle emissioni e, in seguito, accordando le sovvenzioni governative solo ai veicoli elettrici con batterie di fabbricazione cinese. Il Paese ha anche creato una rete di ricarica nazionale, un fattore molto importante come dimostrato dall’adozione, da parte di molti costruttori e gestori delle ricariche, del connettore Tesla (qui la notizia) in modo da poter ricaricare nei Supercharger e, simmetricamente, di far caricare le Tesla in altre reti. Già nel 2015 la Cina si era proposta di diventare il leader globale dei veicoli elettrici entro il 2025, lasciando capire che avrebbe rilasciato altri incentivi fiscali e linee guida politiche.
INCENTIVI A VALANGA - Le stime del Wall Street Journal parlano di investimenti per circa 1,25 trilioni di yuan, pari a circa 154 miliardi di euro, fatti dal governo cinese per rafforzare il suo settore NEV. I risultati si vedono: oggi a Pechino 1 veicolo in circolazione su 6 ha la “targa verde", quella che identifica i NEV, mentre il 45% dei veicoli venduti a Shanghai dall’inizio dell’anno (la città nella quale Tesla ha il suo impianto e che, sfornando modelli appetibili, potrebbe aver ‘sdoganato’ le elettriche presso gli automobilisti cinesi) sono stati ibridi plug-in o elettrici. Si pensa che nel 2027 le vendite cinesi di auto elettriche supereranno quelle convenzionali. Questo moderno apparato produttivo sta funzionando bene anche nelle esportazioni, riuscendo a strappare al Giappone, nel primo trimestre 2023, il primato come maggior esportatore mondiale con 1,1 milioni di veicoli. Anche se il 75% di tali esportazioni erano ancora veicoli con un tradizionale motore a scoppio, non dubitiamo che il baricentro della produzione si sposterà verso veicoli ibridi ed elettrici: questi ultimi permettono infatti di “ripartire” alla pari, azzerando le tradizioni motoristiche - europee, statunitensi, giapponesi e coreane - sviluppate in ben più di un secolo.