“Quelle che siamo chiamati ad affrontare sono le sfide più difficili degli ultimi trenta-quarant’anni. La velocità con cui il settore automobilistico si sta evolvendo è impressionante”. Gilles Vidal (nelle foto), fresco di nomina a responsabile dello stile dei marchi europei del gruppo Stellantis, arriva a Torino con un’esperienza trentennale nel mondo del car design e la piena consapevolezza del delicato compito che lo attende: tenere i fili del design di tantissimi brand e modelli diversi, riannodando in corsa quelli pendenti “per creare auto che non siano semplicemente belle ed efficienti, ma anche capaci di uscire fuori dal coro ed essere coerenti con il valore e l’immagine del marchio che portano sul cofano”.
Ieri, durante una tavola rotonda con un piccolo gruppo di giornalisti italiani (qui la news), Vidal ha abbozzato la sua visione sulla “filosofia” che i centri stile dei 14 marchi sotto la sua guida dovranno seguire per sfruttare appieno “il potenziale enorme del gruppo” e disegnare auto straordinarie nel senso più letterale del termine, ossia “capaci di uscire dall’ordinario”. Per riuscirci, secondo il manager francese classe ’72, bisognerà individuare “il giusto mix tra esperienza e flessibilità”. Per giocare alla pari con i migliori servirà “una mentalità aperta” e non perdere mai di vista la storia del marchio: “La domanda che dobbiamo farci è: se questo marchio scomparisse domani, come reagirebbe la gente?”.

Vidal, che ha iniziato a disegnare automobili nel 1996 alla Citroën e, quindi, ha vissuto in prima persona tutte le tappe della rivoluzione digitale del design automobilistico, ha parlato anche di intelligenza artificiale: “È uno strumento potentissimo ed è molto utile in diverse fasi della progettazione. Per esempio, si può chiedere all’AI di generare cento, duecento, volendo anche mille proposte di stile sulla base delle istruzioni che le si forniscono, ma anche di creare dei modelli per studiare alcuni dettagli a progetto quasi ultimato. Ma un computer, per quanto velocissimo e intelligente, non potrà mai sostituire la creatività della mente umana”.
Un altro tema appassionante emerso nel corso della chiacchierata è quello del rétro design, su cui qualche anno fa Vidal, all’epoca numero uno dello stile della Renault, ha fatto brillantemente leva per plasmare le forme della 5 elettrica. “Le auto retrofuturistiche - sostiene il manager transalpino - possono funzionare, ma deve valer la pena farle. In passato l’Alfa Romeo l’ha fatto con la 147 e la 156, ma francamente oggi, se dovessi scegliere una musa ispiratrice, opterei per un’auto più vecchia. Diciamo abbastanza vecchia per tornare di nuovo di moda”.

Il focus della tavola rotonda di ieri erano i marchi italiani del gruppo Stellantis e, secondo quanto riportato da Vidal ad alVolante a margine dell’incontro, Fiat e Alfa Romeo hanno intrapreso la strada giusta. “La Grande Panda è proprio quel genere di auto che ci si attende da un marchio come Fiat - afferma Vidal -, ma non è detto che tutte le Fiat del futuro le somiglieranno. Certo, le luci a pixel sono uno spunto che con ogni probabilità riprenderemo, ma la cosa davvero importante è rimanere il più possibile aderenti allo spirito del marchio”. L’Alfa Romeo, invece, con la baby-suv Junior ha segnato una rottura netta con il passato, ma Vidal in questo vede un’opportunità anziché un problema: “Quando due anni fa l’ho vista la prima volta ho subito pensato che fosse un’auto perfetta per la sua categoria. Non è una macchina spettacolare, ovviamente, ma è intelligente e non fa a pugni con i valori del marchio”.
E se con i designer della Lancia Vidal deve ancora incontrarsi per mettere a fuoco lo stato dei progetti futuri, sulla Maserati la visione è molto chiara: “È un marchio che cambia stile ogni vent’anni da quando è stato fondato: le Maserati degli anni ’50, ’70 e ’90, non a caso, sono auto molto diverse tra loro. Quelle di domani rimarranno eleganti, ma lavoreremo sul trattamento di forme, superfici e luci per renderle più spettacolari”.






















