LA PANDEMIA NON CI HA FATTO CAMBIARE IDEA - Nel corso della conferenza del Gruppo Volkswagen con i media (nella foto sopra il consiglio di amministrazione), centrata sui risultati del 2020, il ceo Herbert Diess (nella foto qui sotto) ha detto, fra le altre cose, che “L’elettrificazione e la digitalizzazione stanno cambiando l’auto più velocemente e più radicalmente che mai. Le economie di scala sono assolutamente fondamentali per entrambi i processi”. Si rafforza quindi lo slancio verso l’auto elettrica, connessa e digitale. La linea, del resto, era stata tracciata, in due recenti eventi: il recentissimo Power Day (qui per saperne di più) e in occasione dell’annuncio del programma Accelerate (qui la news). Tutto in nume dell’auto elettrica, quindi, con un’ulteriore impulso sulle piattaforme. La MEB verrà prodotta anche in Cina e negli USA e entro il 2022 saranno lanciati 27 modelli del Gruppo costruiti su di essa.
DIVERSE PIATTAFORME ELETTRICHE - La MEB è quindi globale, grazie anche agli accordi con la Ford (qui per saperne di più) ma già si guarda avanti. Il 2022 vedrà infatti i primi veicoli basati sulla nuova Premium Platform Electric (PPE), che ospiterà motori più prestanti e aumenterà autonomia e velocità di ricarica. Arriverà poi, entro la metà degli Anni 20, la rivoluzionaria Scalable Systems Platform (SSP) di nuova generazione, 100% elettrica, completamente digitali e con una scalabilità tale poter fare da base a modelli di tutti i marchi del Gruppo e di tutti i segmenti. L’hardware crescerà insieme al software prodotto dalla divisione Car.Software-Org. La versione 1.1 è già sulla MEB, l’anno prossimo arriverà la 1.2 per la PPE mentre il 2024 vedrà la release 2.0 per la SSP.
CELLE STANDARD E SERVIZI - Notiamo che in parallelo proseguirà lo sviluppo in proprio del software, prodotto internamente in una percentuale che salirà dal 10 al 60% della versione 2.0. Il voler fare “in casa” interesserà anche le batterie. La cella unificata prismatica arriverà fra due anni ed entro la fine del decennio sarà nell’80% di tutte le elettriche del Gruppo. Celle speciali, diverse nella chimica e nella forma, arriveranno per modelli particolari. Volkswagen punta molto anche sui servizi: il ride pooling MOIA, il car sharing WeShare e gli abbonamenti flessibili di Volkswagen Bank. Il Gruppo Volkswagen svilupperà ancora la sua gamma di servizi, eventualmente coinvolgendo anche i partner. Fra gli sviluppi c’è anche la guida autonoma, che godrà della fusione del know how dello specialista ARGO con l'ID.Buzz e MOIA. ID.Buzz inizierà i test quest'anno per arrivare alla guida driverless operativa entro il 2025. Ci sarà anche un veicolo autonomo per i privati con software sviluppato internamente e senza LiDAR.
REGGERE L’URTO - Dopol a previsione per il 2021 della fine di febbraio, il bilancio definitivo può fornire cifre dettagliate sul business del Gruppo Volkswagen. Frank Witter, membro del consiglio di amministrazione responsabile per finanzia e IT, ha riportato che “nel 2020 il Gruppo ha dimostrato solidità nonostante la pandemia. Il risultato operativo è di oltre 10 miliardi di euro e molto superiore a quanto ipotizzato nella primavera 2020. Siamo molto soddisfatti di aver raggiunto questo obiettivo in un anno molto difficile”. Maggiori vendite e un’attenta gestione finanziaria - le spese fisse saranno ridotte di 2 miliardi e quelle per materiali del 7% entro il 2023 - dovrebbe riuscire a aumentare i margini e gli investimenti, che potrebbero salire al 7-8% nel 2025.
ICE SENZA SCADENZA - Diess ha confermato che il Gruppo Volkswagen ha deciso di "non fissare una data per la fine dei motori a combustione. Questo deriva dalle differenze locali nella produzione di energia elettrica e dalle condizioni normative". Il ceo ha inoltre detto che la produzione dei modelli tradizionali, con "motori termici ad alta efficienza", proseguirà anche dopo il 2030 e supporterà, grazie alla sua profittabilità, gli investimenti per l'elettrificazione. Questo concetto è stato ribadito dal nuovo responsabile finanziario Arno Antlitz che vede il collaudato business dei veicoli ICE (Internal Combustion Engine) necessario per finanziarie una trasformazione verso l’elettrico che porterà il Gruppo a offrire circa 50 modelli a batteria entro il 2030. Quindi l’orizzonte è elettrico e i veicoli tradizionali, che continueranno a vendere e marginare bene in certe aree del mondo, sosterranno questa transizione dagli ottani agli elettroni.
LOCOMOTIVA CINA - Nella situazione globale svetta la Cina che, riprendendosi velocemente, è stata un elemento di stabilità. In Sudamerica il Gruppo Volkswagen, pur in calo, ha portato il suo market share oltre il 14%, un nuovo massimo. Volkswagen, dopo 5 anni dal Dieselgate, sta crescendo in Nord America grazie a diversi modelli specifici per quel mercato. In Europa le vendite di veicoli elettrici sono aumentate molto, con una quota che è salita al 10,5% dall’1,9% del 2019. Il Gruppo Volkswagen è in vetta, con una quota di circa il 25%. Un altro risultato riportato nella conferenza è la riduzione della CO2 della flotta in Europa: il Gruppo ha mancato di 0,8 g/km il target del 2020 ma confida di raggiungere quello del 2021 grazie all’aumento della quota dei veicoli elettrificati.
ARRIVIAMO A 1 MILIONE - Nel 2020 il Gruppo Volkswagen ha più che triplicato le proprie vendite di veicoli elettrici, arrivando a 231.600 esemplari (per quest’anno punta a 1 milione), e vuole essere il leader globale entro il 2025. Per questo il Gruppo investirà circa 46 miliardi di euro in cinque anni per l’elettrico (che assorbirà 35 miliardi) e l’ibrido. L’obiettivo è vendere 6 elettriche su 10 in Europa entro il 2030. Piani ambiziosi, quindi, che devono fare i conti con alcune incertezze riportate da Arno Antlitz. Prima fra tutte la situazione sanitaria, ma c’è anche la scarsità di semiconduttori (qui per saperne di più), che dovrebbe rientrare nel secondo semestre. Per finire riportiamo la risposta a un giornalista che aveva chiesto se Bugatti sarebbe stata venduta allo specialista Rimac. La risposta è stata negativa, ma in futuro il brand francese sarà gestito da Porsche (è il marchio che ha retto meglio all’urto del 2020). Ci sarà comunque un ampliamento degli accordi Porsche - Rimac con una nuova joint venture.