CONTI IN TASCA - Una volta tanto Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat Chrysler Automobiles (FCA), è agli onori della cronaca non per qualche iniziativa industriale o societaria del gruppo, né per una polemica con la Fiom, ma per una sua questione personale: quanto guadagna. L’argomento è stato al centro delle attenzioni da parte dei principali media che hanno elencato le cifre dei diversi emolumenti percepiti dal top manager nel 2013 dalla Fiat e dalle società collegate.
DATI UFFICIALI - L’argomento non è frutto di una curiosità pruriginosa dei cronisti, ma la conseguenza di un obbligo di legge relativo alle società per azioni, che prima di tenere l’assemblea annuale devono rendere pubbliche le remunerazioni dei loro amministratori. E dato che Marchionne è stato un importante protagonista del 2013 era inevitabile che le cifre che lo riguardano diventassero motivo di interesse. Non solo in Italia. Della cosa si sono abbondantemente occupati i media internazionali, vista la natura “bicefala” del gruppo FCA e il ruolo di protagonista ricoperto da Marchionne negli ultimi mesi.
3,75 MILIONI DI EURO - L’elenco è articolato e non semplice da avere chiaro, ma si può sintetizzare in 3.753.000 di euro il “conto” pagato dal gruppo Fiat l’anno scorso a Marchionne. In particolare 1.550.000 sono relativi alla remunerazione fissa per l’attività di amministratore delegato della Fiat; 897 mila euro per bonus e incentivi relativi alla Fiat; 107 mila euro per benefici non monetari (sicurezza e casa); 750 mila per compensi fissi da società controllate e collegate; 449 mila per bonus e incentivi da società controllate e collegate.
DIRITTO (NON RIVENDICATO) AD AZIONI GRATUITE - Nel florilegio di notizie pubblicate sull’argomento, vengono però messe in evidenza anche altre voci. Anzitutto (per dimensioni) il diritto di Marchionne ad avere gratuitamente (nel linguaggio dei rapporti di lavoro dei top manager si chiamano “stock grant”) 2.333.000 di azioni della Fiat. Nel prospetto pubblicato dalla Fiat tali azioni sono calcolate 4,205 euro l’una (6 milioni di euro in tutto) ma attualmente la quotazione è poco meno del doppio. E questo trattamento è stato ampiamente sottolineato dalla stampa estera. Ciò detto va aggiunto che la relazione sulle remunerazioni del gruppo afferma che Marchionne non ha fatto valere tale diritto, senza peraltro dire perché e con quali motivazioni, nonostante si tratti di un atteggiamento che meriterebbe una spiegazione.
NESSUN STIPENDIO DALLA CHRYSLER - Altra cosa di minor rilievo ma comunque interessante è il rapporto con la Chrysler. Marchionne non ha avuto compensi per l’attività svolta in relazione al gruppo americano, ora unificato in FCA, ma soprattutto i media americani hanno sottolineato che comunque è costato alla Chrysler 307 mila dollari: 107 mila per sicurezza e casa e 200 in azioni.
MONTEZEMOLO GUADAGNA DI PIÙ - Infine una osservazione che non riguarda Marchionne. L’amministratore delegato FCA è evidentemente in primo piano per gli importi e per il ruolo che ricopre, ma nel complesso non è colui che ha “toccato” di più nel gruppo: la relazione sulle remunerazioni del gruppo mette in evidenza che Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari, nel 2013 ha percepito 5.534.000 di euro (2.792.000 milioni come compensi fissi e 2.742.000 come bonus e altri incentivi). Davvero rampante il Cavallino.