La targhetta sul portellone recita “Best Lap” (“miglior giro”, tradotto dall’inglese), ma fa mestamente rima con un ben più amaro “Last lap”, ossia “ultimo giro”. La carriera italiana della Honda Civic Type R, che dal 1997 si è costruita una solida reputazione tra le berline sportive a trazione anteriore, è giunta ai titoli di coda, con buona pace della nicchia di automobilisti che ha sempre ammirato le doti di guida e il fascino tutto particolare della versione ad alte prestazioni della compatta giapponese.
Dal prossimo anno, la Honda Civic Type R non sarà più venduta in Europa e per salutare come merita un’auto capace come poche, almeno nella categoria, di far vibrare le corde dell’emozione, la casa ha lanciato la Ultimate Edition: 40 esemplari bianchi con decalcomanie rosse solo per il Vecchio Continente (qui per saperne di più). Con un’iniziativa simile, ma del tutto autonoma, la filiale italiana ha deciso di allestire una propria serie speciale (la Best Lap, appunto), dotando, in pratica, gli ultimi 99 esemplari rimasti per il nostro paese del Carbon pack che prima era optional a 4.450 euro sulla “normale” Type R e ritoccando verso l’alto il prezzo, che passa da 59.900 a 63.900 euro.
Tolti il tunnel tra i sedili, l’alettone e il battitacco in fibra di carbonio, la Best Lap è la Honda Civic Type R che conosciamo dal 2022, con il suo vivacissimo 2.0 VTEC turbo da 329 CV e un cambio manuale a sei marce dagli innesti corti e secchi che al giorno d’oggi è merce rara. Non che ne avessimo bisogno, ma di questo abbiamo avuto un’ulteriore e piacevole conferma in un breve test tra i cordoli dell’autodromo di Modena. Mescolati con un equilibrio a dir poco indovinato tra prestazioni e piacere di guida, la taratura sportiva delle sospensioni (con ammortizzatori a controllo elettronico), il differenziale autobloccante, i quattro freni a disco autoventilanti (gli anteriori dell’italiana Brembo) e uno sterzo rapido e preciso sono gli ingredienti di una pozione magica da buttare giù d’un fiato da 2.500 a 6.500 giri.
Il rombo del VTEC non sarà quello da brividi nella schiena dell’era pre-turbo, quando i quattro cilindri della casa giapponese “urlavano” fino a quota 8-9.000, ma la sovralimentazione restituisce una spinta più omogenea sin dai bassi giri, consentendoci di divorare in un boccone, una dietro l’altra, le curve del breve (ma molto tecnico) tracciato modenese. Trovare un difetto alla Honda Civic Type R giudicandola per quello che rappresenta, ossia una berlina in grado far viaggiare comodamente (rigidezza sulle buche a parte…) quattro adulti e annessi bagagli sul filo dei 270 orari, non è facile, ma a voler cercare il pelo nell’uovo, la risposta dei freni, pur ottimi e molto resistenti alla fatica, è un po’ “spugnosa”. L’auto perfetta, d’altronde, deve ancora nascere, ma una cosa è certa: questa ci mancherà moltissimo…