RINASCE UN CAPOSALDO - Ci sono voluti mesi e mesi di lungo lavoro e di confronto, mantenendo un filo diretto tra Seul, in Corea del Sud, e Moncalieri, alle porte di Torino. Ma alla fine ne è valsa la pena, perché con l’aiuto della GFG Style, il centro stile fondato nel 2015 da Giorgetto Giugiaro insieme al figlio Fabrizio, la Hyundai è riuscita a ricostruire da zero uno dei cinque prototipi che aveva commissionato alla Italdesign in vista del salone di Torino del 1974 (qui per saperne di più). Due di di essi, in particolare - la Hyundai Pony e la sua variante, appena rinata all’ombra della Mole, con carrozzeria coupé - rivestono un’importanza fondamentale, nella storia del colosso sudcoreano, avendo di fatto gettato le basi per la nascita delle tre generazioni di vetture con cui, a cavallo tra gli anni ’70 e ’90 del secolo scorso, è partita l’avventura della casa di Seul come costruttore indipendente.
NON È MAI DIVENTATA UN’AUTO “VERA” - Il prototipo della Hyundai Pony Coupé è stato presentato alla Hyundai Reunion tenutasi a Villa Pliniana, sul lago di Como, alla presenza dei responsabili della casa coreana e di tutti i protagonisti dell'epoca, Giorgetto Giugiaro incluso. Insieme al remake è stata mostrata anche la N Vision 74, un sofisticato prototipo ibrido a celle di combustibile che si rifà nello stile proprio alla Pony Coupé, e che poi è stato esposto nell’esclusiva cornice del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este. La Pony Coupé fornisce un’idea molto precisa di quella che sarebbe dovuta essere la variante sportiva della berlina con cui la casa sudcoreana, ormai quasi mezzo secolo fa, ha mosso i primi passi del lungo percorso che l’ha condotta a ritagliarsi un ruolo d’importanza via via crescente tra i più grandi costruttori automobilistici mondiali. A causa dell’onda lunga della crisi petrolifera del 1973, quell’auto dalle forme così essenziali e cariche di futuro in catena di montaggio non è mai approdata, ma la sua eredità è stata e rimane tutt’oggi molto preziosa, per la Hyundai.
SENZA TEMPO E RIVOLUZIONARIA - Lunga poco più di quattro metri, larga 1,56 e alta poco più di 1,20, la Hyundai Pony Coupé porta con eleganza e leggerezza i quasi cinquant’anni d’età indicati dalla sua carta d’identità. Il merito della sua “eterna giovinezza” va ricercato nella forma della carrozzeria, formata da superfici tese e dalle forme semplici e squadrate che ricordano la struttura di un origami, la celebre arte giapponese del piegare la carta dandole forme a volte sorprendenti e, in ogni caso, destinate a non passare mai di moda. “Cucito” intorno al guidatore, l’abitacolo è un naturale riflesso della stessa ricerca di un’estetica fuori dal tempo che ha condotto alla definizione degli esterni e ha probabilmente nel volante monorazza il suo principale manifesto al futuro. Un futuro che oggi, a quasi cinquant’anni di distanza, fa rima con Ioniq 5, e che, in senso molto più ampio, restituisce una fotografia molto chiara di come la casa di Seul punta a essere protagonista della rivoluzione, già in atto, dell’auto e della mobilità.