EUROPA LONTANA - È stata pubblicata l’edizione 2019 del Rapporto Aci-Istat, l’annuale ricerca effettuata dall’Automobile Club d’Italia per fare il punto sul numero di morti, feriti e incidenti lungo le strade italiane. Elaborando i dati dell’Istat, è emerso che l’anno scorso sono diminuiti i decessi in seguito ad incidenti stradali: sono stati 3.173, contro i 3.334 del 2018, per una riduzione del 4,8%. È senz’altro una buona notizia, ma il bilancio dell’Italia in confronto agli altri Stati europei resta negativo, perché l’anno scorso nel nostro Paese si sono verificati 52,6 decessi per incidente stradale ogni milione di abitanti, contro i 48,1 della media europea; l’Italia è al sedicesimo posto in questa graduatoria. Sono numeri drammatici, e non soltanto per il loro impatto sociale: secondo le stime, l’incidentalità stradale pesa sul bilancio dello Stato per 16,9 miliardi di euro, pari all’1% del PIL nazionale.
ANZIANI A RISCHIO - Nel 2019, secondo i dati dell’Istat, la fascia d’età con più vittime in seguito ad incidenti stradali è stata quella degli anziani tra 75 e 89 anni, con 571 decessi, ma il numero di vittime è stato elevato anche nella fascia dai 20 ai 29 anni d’età: i morti sono stati 466. Per gli uomini, il maggior numero di decessi è stato registrato nella fascia da 50 a 54 anni d’età: l’Aci ha contato 223 morti. Per le donne, quelle più a rischio sono state nella fascia da 75 a 89 anni: 156 le vittime. Se il numero di morti fra 0 e 14 anni è rimasto pressoché stabile, passando dai 34 del 2018 ai 35 del 2019, sono aumentati invece i decessi fra i ciclisti, del 15,5% a 253 unità, ed i motociclisti: dell’1,6%, a 698 vittime. In calo i pedoni deceduti: sono stati 534 nel 2019, il 12,7% del 2018. I decessi fra i cosiddetti utenti vulnerabili della strada, ovvero pedoni, ciclisti e motociclisti, sono stati 1.573, contro i 1.411 fra guidatori e passeggeri di auto ed i 137 fra gli occupanti di veicoli per trasporto merci.
STRADE PIÙ SICURE - I decessi sono diminuiti ovunque: del 4,4% nelle strade extraurbane, dove l’Aci ne ha contati 1.532; del 5,0% nei centri abitati, per un totale di 1.331; e del 6,1% in autostrada, con 310 vittime. Rilevante il calo, pari al 22%, dei morti nelle grandi città. Nel 2019 i feriti sono diminuiti dello 0,6%, attestandosi a 241.384, e il calo maggiore si è registrato in autostrada: i feriti sono stati 15.009, il 3,4% in meno. Gli incidenti sono stati 172.183, lo 0,2% in meno di quelli registrati nel 2018. La maggior parte è avvenuta in città: sono stati 127.00, lo 0,2% in più. L’anno scorso si sono verificati anche 36.107 incidenti nelle strade extraurbane, lo 0,7% in meno, e 9.076 scontri nelle autostrade, il 3,8% in meno. Le prime cause di incidente sono state la distrazione, il mancato rispetto della precedenza o del semaforo e la velocità troppo elevata, che insieme hanno “pesato” per il 38,2% di tutti gli incidenti. Il mese con più incidenti e vittime è stato agosto, con 2,2 morti ogni 100 incidenti, e di notte si è registrato un aumento della mortalità.
PIEDI PESANTI - L’Aci ha calcolato anche le violazioni più frequenti al Codice della Strada. Quella commessa più di spesso dagli automobilisti è il superamento dei limiti di velocità, con 2.525.283 sanzioni, davanti al mancato rispetto della segnaletica, con 410.993 sanzioni, e all’uso improprio del telefonino: le multe elevate sono state 162.363, il 18,6% in più. In crescita del 8,4%, a 42.485 multe, le sanzioni per guida in stato di ebbrezza, mentre sono diminuite dell’1,2%, a 5.340 infrazioni, quella per guida sotto l’effetto di stupefacenti.
L’IMPATTO DEL LOCKDOWN - Insieme al Rapporto Aci-Istat 2019, sono stati annunciati anche i primi dati relativi al 2020, influenzati dal crollo degli spostamenti successivo al lockdown di marzo e aprile: il calo degli incidenti è stato del 72% a marzo e dell’85% ad aprile. Nei Comuni capoluogo, incidenti e decessi si sono ridotti di oltre il 70% a marzo e di oltre l’80% ad aprile.