NON FARANNO PIÙ AUTO - Con uno scarno comunicato, la Pininfarina ha annunciato che non produrrà più vetture. La crisi economica, la crescente difficoltà nel confrontarsi in maniera competitiva con i colossi che sfornano milioni di vetture ogni anno e la scomparsa, nell’agosto 2008, in un incidente stradale della vera forza trainante dell’azienda, l’allora presidente Andrea Pininfarina, hanno portato a questa decisione.
La Ford Focus Cabrio-Coupé.
UNA STORIA DI OLTRE UN MILIONE DI PEZZI - La svolta riguarda in maniera diretta gli operai dello stabilimento di San Giorgio Canavese (che verrà chiuso) e gli impiegati che ne gestivano l’attività: in tutto 127 persone, per le quali è partito un piano di mobilità. Ma è anche la fine di un capitolo importante nella storia dell’auto: Pininfarina è il carrozziere più noto al mondo, quello che ha “vestito” molte delle Ferrari degli anni ruggenti, contribuendo a crearne il mito. Non solo. Negli ultimi sessant’anni, le fabbriche torinesi hanno sfornato oltre un milione di vetture: principalmente coupé e spider, modelli di nicchia per i quali le case preferivano (fino a qualche tempo fa) delegare la produzione e a strutture piccole e specializzate. Infatti, gli ultimi modelli usciti dalla Pininfarina sono stati le Alfa Romeo Brera (nella foto in alto) e Spider e la Ford Focus Cabrio-Coupé.
Il prototipo Alfa Romeo 2uettottanta.
IN POCHI ANNI, VIA TUTTO - Le prime difficoltà nel trovare commesse risalgono a parecchi anni fa, ma Andrea Pininfarina aveva cercato di garantire un futuro produttivo all’azienda creata dal nonno, cambiando prospettiva: si era infatti accordato con la francese Bolloré per produrre non un’auto sportiva, ma una citycar elettrica, la Bluecar. Tuttavia, dopo la sua scomparsa, il progetto è stato portato avanti con meno convinzione. E adesso che, finalmente, si iniziano a vedere i primi esemplari della vettura, destinati al car sharing del comune di Parigi (leggi qui per saperne di più), si scopre che la produzione è in mano alla Cecomp, una piccola azienda sempre del torinese, alla quale la Pininfarina ha dato in affitto un ramo dell’azienda (la fabbrica di Bairo Canavese, con 57 lavoratori). Per completare il quadro, occorre dire che nel 2010 l’impianto di Grugliasco (con i suoi 900 dipendenti) era passato alla De Tomaso, che vi avrebbe dovuto produrre veicoli di lusso. Finora, però, non si è visto nulla, e la situazione finanziaria pare già essere critica.
La Ferrari 246 Dino GT.
MA NON LASCIANO LO STILE - La Pininfarina abbandona la produzione, ma continuerà a occuparsi di progettazione e di costruzione di prototipi: tutto sommato, l’attività per la quale è diventata famosa, e nella quale sembra ancora in grado di dire qualcosa d’importante. Per esempio, il prototipo dell’Alfa Romeo 2uettottanta (presentato nel 2010, leggi qui la news) e la Ferrari 458 Italia (del 2009, e per la quale è in arrivo la versione Spider, leggi qui per saperne di più) sono, per eleganza, pulizia delle linee e grinta, le degne eredi dei modelli del passato. Come le Alfa Romeo Giulietta Spider e Duetto, o le Ferrari degli ultimi trent’anni: vere bandiere del buon gusto italiano.