Dopo 8 anni di attesa, la Tesla Roadster sembra avvicinarsi al momento della sua produzione (qui per saperne di più). Tra le tante promesse fatte da Elon Musk sulla sportiva elettrica da oltre 1.000 CV, c’era anche la possibilità di dotare la vettura di un particolare pacchetto “SpaceX” che le avrebbe consentito di accelerare da 0 a 100 km/h in un secondo, prestazioni da dragster che sarebbero difficili da realizzare con un veicolo stradale. Eppure un brevetto depositato dalla casa americana potrebbe rendere realizzabile questa pazza idea. Il brevetto descrive un sistema aerodinamico attivo che utilizza ventole e minigonne mobili per controllare la deportanza. In questo modo, dovrebbero essere assicurate aderenza e prestazioni ottimali in diverse condizioni, sia in pista che in accelerazione.

Nella descrizione, la Tesla spiega che il sistema funziona creando zone delimitate (sigillate o parzialmente sigillate) sotto al veicolo, attraverso l’installazione selettiva di minigonne che interagiscono con la superficie del terreno. Nel frattempo, le ventole posizionate lungo i flussi d’aria generano un bassa pressione estraendo l’aria e creando un vuoto anche parziale nelle zone delimitate. In questo modo, secondo il costruttore, si migliora l’aderenza e la stabilità del veicolo. La Tesla sostiene che il suo sistema potrebbe avere diverse configurazioni, adattandosi a vari scenari.
Le impostazioni potrebbero essere regolate per la guida a bassa o alta velocità e le appendici aerodinamiche potrebbero essere adattate in base a come il peso del veicolo si sposta. Il sistema potrebbe anche rilevare le condizioni della strada in anticipo e modificare la sua configurazione di conseguenza. Inoltre, la possibilità di implementare le minigonne in base alla posizione GPS suggerisce che Tesla potrebbe creare impostazioni ottimizzate per l'uso in pista, o addirittura per singole curve all'interno di un circuito.

Non è la prima volta che nell’automobilismo si utilizzano potenti ventole, combinate con minigonne laterali, per “attaccare” il veicolo alla strada: addirittura c’è chi riesce a tenere un’auto ferma a testa in già attaccata al soffitto grazie a un sistema simile (qui la notizia). Il problema di questi sistemi è che funzionano solo su superfici perfette o quasi, mentre piccole irregolarità dell’asfalto consentono all’aria di entrare sotto la vettura e pregiudicare l’effetto di vuoto. La novità della Tesla sta proprio delle minigonne mobili, che potrebbero quindi adattarsi ai diversi fondi stradali per ottenere un risultato migliore in base alle situazioni.

































































































