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Volkswagen, il “diesel gate” si allarga

22 settembre 2015

Il Gruppo VW ammette l’installazione del software che riduce, in ambiente di test, le emissioni inquinanti su 11 milioni di veicoli. E le indagini si spostano su scala mondiale.

Volkswagen, il “diesel gate” si allarga
MILIARDI IN FUMO - L’onda lunga dello scandalo dei diesel con emissioni inquinanti non conformi ai dati di omologazione si abbatte sulla Volkswagen: a seguito dell’indagine EPA che ha rivelato un software nelle centraline installate sulle auto a diesel vendute negli Stati Uniti tra il 2009 e il 2015, programmate per riconoscere le condizioni di test e solo in questa circostanza abbattere drasticamente le emissioni, il titolo azionario ha registrato un vero e proprio tracollo in Borsa. “Bruciati” quasi 13 miliardi di euro a Francoforte nella sola giornata di ieri con un roboante -18%, e oggi l’apertura ha segnato un poco favorevole -4%.
 
SITUAZIONE PESANTE - Imprescindibile una riunione straordinaria del board, verosimilmente con l'amministratore delegato Martin Winterkorn (foto sopra) sulla graticola: il Gruppo ha ammesso con un comunicato che il software contestato dall’EPA è presente su 11 milioni di veicoli in tutto il mondo dotati del motore EA189, e ha contestualmente accantonato 6,5 miliardi di euro per fare fronte ai presunti costi della vicenda. Quasi inutile dire che le antenne sono alte anche in Europa, ma anche in Asia e in Oceania, da parte degli organismi preposti alla salvaguardia dell’ambiente e della salute: insomma, c’è da attendersi uno dei più grandi richiami della storia dell’auto a carico del Gruppo Volkswagen. Dall’Unione Europea si registra la nota ufficiale: “Per il bene dei nostri consumatori e dell’ambiente, abbiamo bisogno di avere la certezza che l’industria rispetti scrupolosamente i limiti sulle emissioni delle auto”, e non è mancata neppure la voce del Ministero dell’Ambiente italiano. Il Ministro Caudet è stato perentorio: “Ho chiesto a Volkswagen Italia rassicurazioni sul mercato italiano. Vogliamo vederci chiaro”.
 
ANCHE PENALE? - Non da ultimo, è verosimile un ripercussione penale negli Stati Uniti: così riporta Bloomberg, senza addentrarsi nei particolari. Rimanendo alla sola parte civile, pur apparendo remota la sanzione da 37.500 dollari per auto ipotizzabile come tetto massimo in ambito USA (che porterebbe a una multa di ben 18 miliardi di dollari), l’idea è che nel Gruppo tedesco sia pronta a saltare qualche testa illustre e, verosimilmente, oltre a molte sanzioni su base territoriale da pagare, vi sia anche un rapporto di fiducia non quantificabile con il cliente finale tutto da ricostruire.


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Ritratto di lucatom74
25 settembre 2015 - 11:06
Dai tempo al tempo stesso
Ritratto di emergency
25 settembre 2015 - 14:25
Ho visto che fanno ancora la pubblicità alla Goff Ma non hanno proprio vergogna ? Chiaramente il gestore pubblicità non gliene frega nulla basta incassare la tange e chi si e visto si è visto. Sta a noi dire basta ai teuto crikken. e famoce na bira.
Ritratto di emergency
25 settembre 2015 - 14:25
Ho visto che fanno ancora la pubblicità alla Goff Ma non hanno proprio vergogna ? Chiaramente il gestore pubblicità non gliene frega nulla basta incassare la tange e chi si e visto si è visto. Sta a noi dire basta ai teuto crikken. e famoce na bira.
Ritratto di lucatom74
25 settembre 2015 - 14:46
meglio quella della Fiat?
Ritratto di lucatom74
25 settembre 2015 - 14:46
meglio quella della Fiat?
Ritratto di emergency
25 settembre 2015 - 14:50
SICURAMENTE SI PER IL MOMENTO NON SONO TRUFFALDINI ACCERTATI E GARANTITI A VITA COME I KRUKKEN BIRREN ALLA SPUMEN. MA LA BIRRA SARA' ANCHE TAROCCATA. fidati della markesa merkelll
Ritratto di emergency
25 settembre 2015 - 14:51
SICURAMENTE SI PER IL MOMENTO NON SONO TRUFFALDINI ACCERTATI E GARANTITI A VITA COME I KRUKKEN BIRREN ALLA SPUMEN. MA LA BIRRA SARA' ANCHE TAROCCATA. fidati della markesa merkelll