Mitsubishi Eclipse 2.0 16V DOHC GS

Pubblicato il 31 gennaio 2017

Listino prezzi Mitsubishi Eclipse non disponibile

Ritratto di V6_Busso
alVolante di una
Infiniti Q50 2.2d Sport AT
Mitsubishi Eclipse
Qualità prezzo
4
Dotazione
3
Posizione di guida
4
Cruscotto
3
Visibilità
4
Confort
3
Motore
3
Ripresa
2
Cambio
3
Frenata
3
Sterzo
4
Tenuta strada
3
Media:
3.25
Perché l'ho comprata o provata
È già da un bel po' di tempo che avevo scritto questa prova, ma per questioni di tempo non sono ancora riuscito a pubblicarvela in questi mesi. Ho deciso di recensirvi quest'auto che non guido più da almeno 11 anni, da quando è stata venduta dal proprietario. Tuttavia, era una delle auto con cui mi divertivo maggiormente in un'epoca che forse molta gente di oggi rimpiangerebbe: gli anni '90. Per la precisione, verso la fine di questi ultimi. In fondo in quel tempo non serviva molto per divertirsi, considerando che la Eclipse era una banalissima Coupè a trazione anteriore e con meno di 150 CV. Insomma, quanto di più basic si possa immaginare. Aggiungo che l'esemplare che recensisco era 100% stock (se non per la presenza di un impianto audio Pioneer) e costava all'epoca circa 40.000.000 di lire (siamo nel 1996). Osserviamola esteticamente: in assoluto, questa Eclipse 2g era la più riuscita stilisticamente parlando, anche se non si poteva certo parlare di un design ricercato. Il frontale era molto semplice, molto standard, senza la classica caratteristica dei fanali a scomparsa, tipica delle giapponesi di quegli anni. Il posteriore, invece, a me piaceva parecchio all'epoca: con un piccolo alettoncino alla sommità della coda e il doppio tubo di scarico faceva una discreta figura. Anche i fanali posteriori non erano male, diversi dal solito. Un po' come la fiancata, per capirci, che vantava una finestratura decisamente rastremata e allungata. Gli pneumatici erano dei Bridgestone con misure decisamente in linea con quelli che erano gli standard dell'epoca: quindi, un discreto battistrada, una buona spalla ed un diametro non superiore ai 15 pollici. È vero, un patito del tuning le avrebbe concesso qualche orpello in più stilisticamente parlando: gomme più larghe con cerchi a canale rovesciato, magari, oppure un paio di minigonne, dei distanziali, i fari posteriori oscurati, ecc... ma alla fine non ne valeva la pena considerando che non era nulla di eclatante. Inoltre, il proprietario non è certo amante di personalizzazioni estetiche esasperate. Io altrettanto, quando non sono funzionali.
Gli interni
Gli interni erano piuttosto spartani e molto in linea con quelli che erano i canoni tipici delle giapponesi. La plancia era tutta rivestita di plasticone stampato di bassa qualità e anche i vari comandi erano piuttosto cheap nella realizzazione. Fortuna che almeno gli assemblaggi erano buoni, tenendo conto che la vettura era stata strapazzata e non poco su qualsiasi tipo di fondo. L'esemplare in questione aveva i rivestimenti opzionali in pelle, che non erano propriamente "primo fiore". Oltretutto, i sedili erano abbastanza piatti e poco contenutivi nelle curve, anche se sulle regolazioni manuali stranamente non c'era nulla da eccepire. La posizione di guida era piuttosto bassa dal pavimento: si era a pochi cm dall'asfalto, con il volante poco inclinato e la pedaliera ben allineata. Anche i montanti non me li ricordo super generosi. Il volante era bruttissimo: enorme, sembrava quello di un fuoristrada, con quattro razze e interamente rivestito di plastica. La strumentazione, invece, seppur minimale, era comunque molto chiara e con strumenti analogici. Diciamo che la parte più interessante di questi interni era la consolle centrale, in particolare l'impianto audio: in quel tempo le radio erano degli optional (a differenza di oggi dove il display da 10.000 pollici è sempre presente) e quei miseri lettori a cassette offerti non erano certo di gradimento dall'appassionato più sfegatato. Per questo motivo, l'esemplare da me esaminato era stato acquistato senza radio, per poi aver installato un raffinatissimo (per l'epoca) impianto audio della Pioneer: il migliore in assoluto (all'epoca costava quanto una videocamera quasi) e con una moltitudine di funzioni. La qualità audio me la ricordo altissima, ben superiore agli standard dell'epoca, darebbe corda anche ad un'autoradio di oggi tranquillamente. Poi detto ciò non c'era molto altro da dire sulla consolle centrale: c'erano i comandi del clima manuale, più sopra le bocchette e qualche tasto. In basso, nel tunnel centrale, c'era invece una bella leva del cambio a 5 marce con vicino un sempre valido freno meccanico. Già che ci siamo spendiamo due parole sull'abitabilità: in poco più di 4 m e 30 non si poteva pretendere molto. Comunque, questa Eclipse aveva "il pregio", almeno per l'epoca, di poter contare su quattro posti, sebbene i posteriori erano piccoli e poco accessibili (infatti sul libretto si leggeva 2+2).
Alla guida
L'auto è stata guidata da me parecchie volte, per cui ne ho un ricordo piuttosto nitido. Diciamo che quest'auto, tra leve varie, sgommate e qualche tirata clandestina, è stata strapazzata più di ogni altra. Ma andiamo con ordine e partiamo dal motore: un'unità piuttosto tradizionale come architettura, con monoblocco in ghisa e 4 cilindri. Alla fine è un banale 2.0 con solo 145 CV a 6000 giri/minuto e 177 Nm a 5000 giri/minuto. La potenza specifica, comunque, non era male per l'epoca, idem il rapporto di compressione. Inoltre, aveva un margine di elaborazione piuttosto elevato. Resta da dire, peró, che anche con i 145 CV faceva una discreta figura: dava il meglio di sé agli alti giri, dove poteva contare su un buon allungo ed un temperamento quasi cattivo. Sviluppata tutta la potenza massima a 6000 giri/minuto, oltre quella soglia rimaneva un bel margine di giri fin quasi i 7000. Diciamo che in prima si riusciva tranquillamente a tirare la vettura entro quella soglia, mentre in terza marcia, aprendo il gas a fondo, la si poteva tranquillamente superare di un 100/200 giri. Purtroppo, la coppia in basso non era moltissima e sotto i 3000 giri era come dar gas a vuoto, ma del resto era tipico degli aspirati di quell'epoca. All'entrata in coppia, intorno ai 5000 giri o poco prima, era presente il classico calcio nel sedere, anche se se non così marcato come in altri aspirati degli anni '90. Mentre mano a mano che si saliva di giri, mano a mano questo 2 litri diventava sempre più robusto e cattivello quanto a spinta. Intorno ai 6000 giri, sembrava sviluppare addirittura qualche cavallo in più del dichiarato (del resto, era tipico dei motori giapponesi). Il sound, invece, non era granché con il sistema di scarico originale: andrebbe necessariamente cambiato. Parliamo del cambio: un semplice manuale a 5 marce con una corsa della leva un po' troppo lunga con quasi tutte le marce. La rapportatura era piuttosto ravvicinata e uniforme; anche la quinta di marcia, quindi, era piuttosto corta e di potenza. Mentre la frizione era pesante (com'è giusto che sia) e aveva una corsa piuttosto lunga: con il pedale completamente premuto, infatti, si arrivava a toccare quasi il pianale. Da segnalare, riguardo al cambio, un certo indurimento a freddo all'inserimento della prima marcia e della retro (quest'ultima non sincronizzata). Darei volentieri due numeri, anche se sono poche le testate che l'hanno provata: se non sbaglio, il dato di accelerazione è leggermente superiore a quello dichiarato e dovrebbe attestarsi intorno ai 10 secondi, decimo più, decimo meno. Riguardo all'autotelaio, invece, la prima parola che mi viene in mente per descriverlo è massima semplicità: l'architettura era a motore trasversale e trazione anteriore, quindi la ripartizione pesi era sbilanciata sul davanti; mentre le sospensioni erano a quattro ruote indipendenti con schema MacPherson, se non sbaglio. Nulla di eclatante, ma per lo meno si trattava di un progetto dedicato e non di un ricarrozzamento come accade oggi su alcune vetture... Diciamo che le trazioni anteriori giapponesi, salvo qualche eccezione come la Integra, non erano granché, almeno all'epoca. Non a caso, l'avantreno della Eclipse non era proprio "la punta del compasso": era abbastanza leggero, ma molto progressivo anche forzando il gas, e il limite di aderenza veniva trasmesso con una certa efficacia. Il posteriore, invece, era in discreta armonia meccanica con l'anteriore: i suoi movimenti longitudinali rimanevano sempre ben controllabili, nonostante soffrisse di una certa leggerezza e vaghezza nell'inserimento. Dato che la potenza in gioco non era moltissima, i pattinamenti erano piuttosto contenuti: giusto tirando la prima al massimo e forzando la sgommata in partenza, ma sempre entro certi limiti. Il bilanciamento tra il sottosterzo ed il sovrasterzo era abbastanza uniforme, nel senso: la tendenza era chiaramente quella di allargare la traiettoria con il muso (scontato per una tutto avanti), ma allo stesso tempo il posteriore poteva contare su una buona reattività che, al rilascio pedale acceleratore, garantiva una buona chiusura di traiettoria. In caso di sovrasterzo più marcato, comunque, bastava ripremere sul pedale del gas per riallinearla. E il tutto, anche senza tutti i controlli elettronici di oggi, avveniva con una certa facilità. Ovviamente, per via dell'assetto poco estremo, il rollio e il beccheggio in frenata erano abbastanza marcati, ma bastava qualche piccola modifica per risolvere il tutto. Vediamo lo sterzo ora: un comando piuttosto sensibile e con una buona precisione e prontezza. È uno dei punti di forza della Eclipse. Sulla corona del volante si avvertiva come si deve ciò che succedeva sotto le ruote, a tutto vantaggio del feeling di guida. Mentre la consistenza, piuttosto pesante, era senza dubbio quella giusta. Ultimo appunto sulla guida i freni: il pedale aveva una corsa un po' troppo lunga, anche se era ben modulabile. Gli spazi di arresto mi pare fossero allineati con la concorrenza, ma nulla di più. Anche come potenza non era il top, sebbene potesse contare su quattro dischi con quelli anteriori autoventilanti. Dopo tanta guida, sarebbe il caso di approfondire anche il confort, ma in questo caso i giudizi che vi posso dare sono piuttosto vaghi. L'auto è sempre stata guidata (o quasi) con piede molto pesante, almeno da me, e di certo non c'è stata una grande attenzione per il confort. Posso solo dirvi che agli alti regimi la voce del motore era discretamente invadente nell'abitacolo, anche se con uno scarico diverso sarebbe stata sicuramente molto più cattiva. Il rapporto tra sospensioni e misura delle gomme era piuttosto turistico, per cui i cambi di fondo stradale, se affrontati a velocità per lo meno normali, non erano un problema. Sul consumo non mi esprimo, dato che con me alla guida se faceva 3 km/litro era già un miracolo!
La comprerei o ricomprerei?
Quest'auto ci ha fatto divertire come poche altre. Guardandola ora non è nulla di che quanto a prestazioni e qualità dinamiche, ma alla fine ci ha sempre fatto strappare un sorriso alla guida. Tra levoni con il freno a mano, garette clandestine, partenze sporche e altre cavolate è stata una delle auto che più ricorderò per quel che abbiamo fatto. È anche una delle auto con cui ho imparato al meglio il sovrasterzo, considerando che pur essendo una tutto avanti, vanta comunque un retrotreno molto ballerino e sensibile ai giochi di acceleratore. Considerando che si tratta di una sportiva, vorrei fare un approfondimento sulle voci della pagella (a mio avviso, un po' povere per una sportiva): POSTO GUIDA Regolazioni sedile...............7/10 Visibilità...............................7/10 Altre regolazioni..................6/10 MOTORE Potenza...............................4/10 Allungo................................7/10 Progressione.......................6/10 Sonorità...............................4/10 CAMBIO Rapporti...............................7/10 Manovrabilità.......................4/10 FRENI Impianto...............................6/10 COMPORTAMENTO Avantreno.............................6/10 Retrotreno............................6/10 Sterzo...................................8/10 Motricità...............................6/10
Mitsubishi Eclipse 2.0 16V DOHC GS
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I VOTI DEGLI UTENTI
5
4
4
0
1
VOTO MEDIO
3,9
3.857145
14


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Ritratto di V6_Busso
20 febbraio 2017 - 22:56
Verissimo, all'epoca moderna purtroppo le poche bestie che offre il listino sono in via di estinzione... si spera in un gradito ritorno, anche se non sarei così sicuro.
Ritratto di Racing 89
21 febbraio 2017 - 16:06
Anche se ci sarà un ritorno, non penso che daranno le stesse emozioni che ti davano le prime.
Ritratto di V6_Busso
21 febbraio 2017 - 19:24
Devo concordare, purtroppo. Con l'elettronica invasiva della maggior parte delle auto di oggi, la guida poco fisica, con comandi decisamente leggeri che rendono l'utente medio un pilota praticamente, i motori sempre più tappati e gli sterzi sempre meno precisi, la guida delle sportive di oggi si è decisamente appattiatita. Si contano sulle dita di una mano le sportive "vecchia scuola" presenti nel listino.
Ritratto di Alfiere
7 marzo 2017 - 23:25
2
Uno dei miei piu grandi dispiaceri è proprio di non aver fatto in tempo a vivere i 90 da un punto di vista motoristico. Bella macchina la FTO
Ritratto di V6_Busso
10 marzo 2017 - 19:32
Sono d'accordo..... quando ci penso, poi, non immagini quanta nostalgia...
Ritratto di ammiocuggino tuning
22 marzo 2020 - 00:09
Vettura esteticamente stupenda, mi piacciono molto le prime due serie della eclipse...peccato per le prestazioni della versione aspirata, ci si poteva aspettare un po' di più vista l'aura di cattiveria che emana quel design curvilineo molto ben riuscito. Resta comunque un auto divertente e con un buon margine di miglioramento per chi è appassionato di tuning, in ogni caso spiace che la versione turbo gsx 4x4 sia quasi del tutto scomparsa dalla circolazione, oltre ad essere lontana anni luce a livello di prestazioni e con un prezzo che immagino sia alle stelle ormai.
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