Questa nuova Porsche è la versione “famigliare” della Panamera (e la prima wagon di serie della casa tedesca), rispetto alla quale non cambia nelle dimensioni, pesa appena un poco in più (20 kg per la ibrida), ma offre un baule più capiente e accessibile e un abitacolo a cinque posti (anche se il quinto, con la seduta rigida e stretta e l'enorme tunnel centrale nel pavimento, va considerato di fortuna). La linea della Porsche Panamera Sport Turismo, sportiva ed elegante come quella della berlina, cambia solo nella parte posteriore, dove il tetto è meno arcuato e il lunotto più “in piedi”; il grande portellone, che arriva fino al paraurti, ha anche il vantaggio di una soglia di carico più bassa, a 61 cm da terra invece di 78 (un bel guadagno, in termini di praticità). Diverso è anche lo spoiler elettrico, sopra il lunotto, che gioca un importante ruolo aerodinamico variando d’inclinazione a seconda della velocità: fino a 170 km/h è in posizione Eco (angolo di - 7°); oltre questa velocità entra in posizione Performance (+ 1°); infine, quando il tetto elettrico è aperto, si porta a + 26°.
L’abitacolo della Porsche Panamera Sport Turismo, elegante e moderno, nella parte anteriore è uguale a quello della berlina, con la plancia a sviluppo orizzontale ben collegata al tunnel fra i sedili attraverso la larga consolle e rifinita come si deve (anche nelle parti meno in vista). Il grande schermo di 12” del sistema multimediale ha una grafica molto gradevole e d’effetto; i comandi tattili nella console, però, hanno una supericie liscia e quindi risultano difficili da riconoscere al tatto, il che può portare a qualche distrazione nella guida. Fanno scena le mappe satellitari, orientabili sfiorando lo schermo con un dito. Peccato che ci sia solo l’interfaccia Apple CarPlay (di serie): manca Android Auto. Come sulla berlina, le bocchette d’aerazione centrali sono motorizzate e si orientano muovendo un cursore sullo schermo (la regolazione, però, è poco precisa e laboriosa). Gli interni cambiano, invece, nella parte posteriore, dove si notano i tre sedili (ma la vettura può essere ordinata anche con le due poltroncine singole) e il soffitto più alto, che lascia più agio sopra la testa.
Anche il bagagliaio cambia, a cominciare dall’ampio portellone ad apertura elettrica, che rende molto meno faticose le operazioni di stivaggio dei bagagli. La Porsche Panamera Sport Turismo, comunque, non è una station wagon pura: è pur sempre una sportiva di lusso. Si distingue, però, per la buona capacità del vano (520 litri nelle versioni a benzina e a gasolio, 25 in più rispetto alla Panamera, e 1.390 litri con i sedili reclinati, valori che si riducono a 425/1295 nell’ibrida, contro i 405/1212 dell’analoga berlina), per il pratico schienale del divano frazionato nello schema 40/20/40 e per il sistema che consente di gestire il contenuto del bagagliaio, attraverso due binari sul pavimento e quattro occhielli.
La Porsche Panamera Sport Turismo 4E Hybrid è la versione ibrida plug-in (ricaricabile collegandola a una presa di corrente). Il sistema ibrido è costituito da un sei cilindri 2.9 biturbo a benzina da 330 cavalli, sotto il cofano anteriore, abbinato a un motore elettrico da 136 CV montato assieme al cambio: la potenza complessiva è di 462 cavalli (disponibili nella modalità Hybrid Auto). Le batterie agli ioni di litio sono collocate sotto il baule, hanno una capacità di 14 kWh e, secondo la casa, quando sono cariche consentono alla macchina di percorrere fino a 51 km in elettrico, sotto i 140 km/h, prima dell’intervento del motore a benzina. Le modalità di funzionamento sono quattro: alla Hybrid Auto si aggiungono la E-Power, che privilegia l’alimentazione elettrica; la E-Hold, che mantiene intatta la carica della batteria; e la E-Charge, che sfrutta al massimo le funzioni di ricarica, in modo che parte della potenza prodotta dal motore termico venga utilizzata per ricaricare le batterie agli ioni di litio, aumentando l’autonomia di marcia.
Nella guida la Porsche Panamera Sport Turismo 4 E Hybrid colpisce soprattutto per comfort, maneggevolezza e prevedibilità nelle reazioni. Nelle strade strette e tortuose e in città, le dimensioni extralarge si fanno sentire; tuttavia lo sterzo leggero, il cambio automatico e il notevole spunto offerto dal sistema ibrido consentono di muoversi nel traffico senza fatica e in silenzio, sfruttando anche per lunghi tratti il solo motore elettrico. Tuttavia, è nel misto veloce che la Panamera Sport Turismo ibrida mostra il meglio delle sue qualità dinamiche, facendosi apprezzare per la rapidità nei cambi di direzione, la stabilità e l’elevata tenuta di strada (con un coricamento laterale davvero contenuto, anche per merito delle sospensioni attive PASM, di serie). E quando c’è da riprendere velocità in fretta, la potenza dei due motori e la rapidità nelle scalate del cambio a doppia frizione a 8 marce proiettano in avanti la macchina come una fionda, con una reattività sorprendente. Del resto, con 462 CV a disposizione anche una shooting brake di 5 metri come questa riesce far dimenticare la sua stazza, tanto da rendere quasi “normali” dati da autentica sportiva, come i 4,6 secondi ufficiali nello scatto da 0 a 100 km/h e la velocità massima di 275 km/h, che sembrano davvero alla portata della vettura. Non dimentichiamoci, però, che la Panamera Sport Turismo è anche un’auto votata ai lunghi trasferimenti, dove fa valere l’elevato comfort dei sedili (riscaldabili, ventilati e con massaggio a 2.159 euro), l’efficiente insonorizzazione dell’abitacolo e del motore (che a 100 km/h quasi non si sente) e l’eccellente filtraggio delle sospensioni. Un capitolo a parte riguarda i consumi, visto che questa belva è capace di percorrere poco più di 30 km a emissioni zero, vale a dire senza consumare benzina (tanti ne siamo riusciti a coprire nel nostro test in strade di campagna, prima dell’intervento del motore termico e col computer di bordo che ne segnava ancora 12: ma con una maggiore attenzione e un piede ancor più leggero si potrebbe fare meglio). La casa dichiara 51 km di autonomia con le batterie al massimo della carica, una distanza che consentirebbe gran parte dei possibili tragitti casa-ufficio senza dover passare dal benzinaio. Tanto più che i tempi di ricarica dichiarati non sono lunghi: la batteria ad alta tensione integrata nella parte posteriore si carica completamente in sei ore, tramite un collegamento a una presa da 230 V a 10 Ampère. Se invece, in alternativa al caricatore da 3,6 kW, si utilizzano il caricabatteria opzionale da 7,2 kW e un allacciamento da 230 V a 32 Ampère, gli accumulatori arrivano alla massima carica già dopo 2,4 ore. Tramite il Porsche Communication Management (PCM) o l’app Porsche Connect (per smartphone e Apple Watch) si può pure avviare la carica da remoto anche in maniera temporizzata. Inoltre, la vettura è dotata di climatizzazione a vettura ferma, per raffreddare o riscaldare l'abitacolo mentre l’auto è collegata alla presa.
La Porsche Panamera Sport Turismo è già in vendita (per ora solo a trazione integrale). Si parte dai 103.502 euro della 4 da 330 CV (2.928 euro più della berlina). Poi ci sono la 4S da 441 cavalli (126.560 euro) e la Turbo col 4.0 da 549 CV (166.088 euro). Abbastanza pesante il prezzo della 4S Diesel da 421 cavalli: 130.586 euro, più della 4 E-Hybrid che si ferma a 118.158. Viste le cifre in gioco, è strano che alcuni optional (di serie su auto molto meno costose) si debbano pagare a parte: è il caso del cruise control adattativo (2.440 euro), del sistema di mantenimento di corsia (1.086 euro) e della radio DAB (488 euro).
PREGI
> Comfort. Come la berlina, questa Sport Turismo fa viaggiare sul velluto (specie con le sospensioni ad aria).
> Emissioni. Se dispone di una wallbox o di colonnine di ricarica veloci, questa ibrida ricaricabile consente di fare tragitti brevi senza inquinare..
> Guida. L’auto è maneggevole, nonostante le dimensioni importanti, e brillante. E in modalità elettrica è un vero piacere da guidare, in particolare nel traffico cittadino.
> Sistema ibrido. Il 2.9 biturbo è ben assistito dal motore elettrico e assieme assicurano prontezza di risposta, vivacità e ottima sfruttabilità.
DIFETTI
> Bocchette dell’aria. Quelle motorizzate sono complicate da regolare e rispondono in ritardo ai comandi.
> Comandi tattili. Non si riconoscono con le dita: per cercare quello giusto si rischia di distrarsi dalla guida.
> Infotainment. Il sistema multimediale non prevede Android Auto e non c’è la ricarica wireless per gli smartphone, ormai disponibile anche su alcune utilitarie.
> Optional. Si pagano a parte sistemi importanti per la sicurezza, come il mantenimento di corsia e il cruise control adattativo. Visto il prezzo, dovrebbero essere di serie.
Motore a benzina | |
Cilindrata cm3 | 2894 |
No cilindri e disposizione | 6 a V di 90° |
Potenza massima kW (CV)/giri | 243 (330)/5250-6500 |
Coppia max Nm/giri | 450/1750-5000 |
Motore elettrico | |
Potenza massima kW (CV)/giri | 100 (136)/2800 |
Coppia max Nm/giri | 400/100-2300 |
Potenza massima complessiva kW (CV)/giri | 340 (462)/6000 |
Coppia max complessiva Nm/giri | 700/1100-4500 |
Emissione di CO2 grammi/km | 56 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 8 (robotizz. doppia friz.) + retromarcia |
Trazione | integrale |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi autoventilanti |
Le prestazioni dichiarate | |
Velocità massima (km/h) | 275 |
Accelerazione 0-100 km/h (s) | 4,6 |
Consumo medio (km/l) | 40 |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 505/194/143 |
Passo cm | 395 |
Peso in ordine di marcia kg | 2190 |
Capacità bagagliaio litri | 425/1295 |
Pneumatici (di serie) | 265/45-295/40 R19 |