Crossover dalla linea squadrata e grintosa, ha un abitacolo ampio in rapporto alle dimensioni esterne e permette di viaggiare anche in sette. È spinta da un generoso 2.0 turbodiesel da 163 CV e, in rapporto ai contenuti tecnici e alla dotazione, vanta un prezzo concorrenziale.
Posizione di guida | (1 vote) |
Cruscotto | (1 vote) |
Visibilità | (1 vote) |
Comfort | (1 vote) |
Motore | (1 vote) |
Ripresa | (1 vote) |
Cambio | (1 vote) |
Frenata | (1 vote) |
Sterzo | (1 vote) |
Tenuta di strada | (1 vote) |
Dotazione | (1 vote) |
Qualità/prezzo | (1 vote) |
La linea “solida” e grintosa la fa sembrare imponente, ma la lunghezza – 465 cm – non è affatto esagerata. L’abitacolo è spazioso e prevede anche due posti aggiuntivi estraibili dal fondo del baule, ma plastiche e finiture sono un po’ sottotono. Le sospensioni, tarate più in favore dell’agilità che del comfort sullo sconnesso, favoriscono la maneggevolezza, e al piacere di guida contribuisce anche il tiro sempre disponibile del turbodiesel da 163 CV. La ricca dotazione rende favorevole il rapporto fra prezzo e contenuti, anche se la qualità delle plastiche non è il massimo e alcuni accessori non si possono avere.
Il marchio nel listello in tinta con la carrozzeria che taglia l’ampia mascherina è americano proprio come la denominazione del modello (Orlando è una città della Florida), ma questa Chevrolet nasce in Corea. È una crossover dalla carrozzeria squadrata ma non sgradevole, anzi: i passaruota marcati e il taglio dei finestrini (che si restringono verso la coda) le conferiscono una certa grinta, sottolineata dai grandi cerchi di 17” (di serie).
La lunghezza (465 cm) è quella di una media famigliare, mentre l’abitabilità è da vera monovolume: permette di viaggiare in cinque senza troppi sacrifici, e se non si utilizza l’ampio bagagliaio è possibile estrarre una coppia di strapuntini e portare i posti totali a sette. Peccato, però, che le plastiche utilizzate per plancia e consolle siano rigide e le finiture meno curate di quel che ci si aspetta.
Su strada non sembra di essere alla guida di una vettura alta 163 cm: grazie alle sospensioni rigide (anche troppo, quando si transita sulle buche) e alle discrete qualità dello sterzo, agilità e tenuta di strada sono paragonabili a quelle di una buona berlina. Valido anche il 2.0 turbodiesel da 163 CV, generoso nell’erogazione e parco nei consumi, seppure un po’ impacciato in ripresa a causa delle marce lunghe.
Al prezzo invitante corrisponde una dotazione tutt’altro che povera, che include tutto quanto occorre per la sicurezza e pure il navigatore, anche se ci si deve accontentare del “clima” automatico monozona e, a differenza di quel che accade per molte rivali, non è possibile aggiungere i fari allo xeno e neppure i vetri posteriori scuri. Pagando un accettabile sovrapprezzo si può, invece, avere il cambio automatico a sei marce, valido alleato del cruise control (che è di serie).
L’abitacolo è accogliente e piacevole, ma si deve chiudere un occhio sull’estetica datata del cruscotto e sulle plastiche, rigide ed economiche. I comandi, comunque, sono correttamente posizionati e di serie c’è anche il navigatore. Viaggiando in cinque lo spazio abbonda anche per i bagagli, mentre utilizzando i due strapuntini estraibili dal fondo del baule – che non sono scomodi nemmeno per due adulti – la capacità di carico si riduce considerevolmente.
Plancia e comandi
Il ponte di comando ha un aspetto movimentato, soprattutto per via della consolle molto inclinata, resa elegante da ampie porzioni in plastica lucida e dominata dal navigatore (di serie) con schermo di 7 pollici. I comandi sono facili da riconoscere e da raggiungere, ma la qualità generale delle plastiche è un po’ sottotono, e nemmeno il cruscotto convince del tutto: pur essendo correttamente leggibile, nel complesso appare esteticamente pesante e lo schermo a cristalli liquidi color verde acqua ha un aspetto superato. Criticabile anche la posizione del tasto per escludere l’Esp: è davanti al passeggero, che potrebbe premerlo per sbaglio.
Abitabilità
In cinque si viaggia comodi: le poltrone anteriori (separate da un bracciolo che nasconde un profondo pozzetto e un doppio portabibita) sono accoglienti e ben sagomate, e la seduta del divano (quasi piatta), assieme al tunnel non troppo prominente, non fa soffrire chi siede al centro. Ma la seconda fila non scorre e raggiungere la coppia di strapuntini estraibili dal fondo del baule richiede una certa agilità; in compenso, una volta seduti, il sesto e il settimo passeggero godono di un discreto agio, sia al livello delle spalle sia per le gambe. Utile il piccolo vano a sinistra del volante, mentre il cassetto principale è poco capiente, oltre che privo di serratura e di refrigerazione.
Bagagliaio
L’ampia bocca squadrata facilita l’accesso al vano, anche se con i sette posti in uso di spazio per i bagagli ne resta poco: solo 25 cm di profondità, oltretutto mal sfruttabili in altezza a causa degli schienali inclinati (ma rimane accessibile il pratico doppiofondo). In cinque, invece, la capacità di carico è generosa e il vano può essere ulteriormente ampliato abbattendo la fila centrale; in questo caso non si formano gradini, ma con le valigie pesanti disturba che la soglia sia di 3 cm più alta del pavimento. Opportuno il rivestimento in plastica della superficie superiore del paraurti, che evita di graffiare la vernice.
La Chevrolet Orlando è grande ma non troppo, e ha i sensori posteriori di serie: dunque in città non è impacciata, sebbene i massicci montanti del parabrezza limitino un po’ la visuale. Le sospensioni dure, che fanno sentire un po’ troppo le buche, si “riscattano” fra le curve, determinando una buona agilità; di buon livello anche la tenuta di strada. Sebbene i rapporti lunghi – volti a contenere i consumi – penalizzino la ripresa, il turbodiesel si rivela vivace e assicura la necessaria riserva di potenza anche in autostrada; buona l’insonorizzazione, per quanto fruscii e rumore di rotolamento delle gomme infastidiscono un po’.
In città
Lo sterzo, piuttosto reattivo e non pesante, esalta la sensazione di maneggevolezza di questa crossover, che peraltro non esagera con gli ingombri e dunque si muove con un certo agio anche nel traffico (tanto più che nei parcheggi in “retro” si può contare sui sensori di distanza, di serie). Nelle partenze al semaforo si apprezza la prontezza del motore, ma approssimandosi a incroci o rotonde il montante anteriore sinistro copre parte della visuale; un altro difetto risiede nella risposta progressiva delle sospensioni (in particolare di quelle posteriori): le buche si sentono troppo.
Fuori città
Per essere una vettura con carrozzeria alta, la tenuta di strada sorprende positivamente: le sospensioni controllano efficacemente i movimenti della carrozzeria e fra le curve l’impressione è di guidare una normale berlina; solo esagerando con l’andatura (o “pestando” sull’acceleratore) si viene preavvertiti dell’approssimarsi del limite dal muso che allarga progressivamente la traiettoria. Piacevolmente pronto anche lo sterzo, mentre la ripresa delude un po’ perché la quinta e la sesta marcia sono lunghe, studiate per contenere i consumi (che effettivamente non sono male: abbiamo rilevato 14,5 km/l).
In autostrada
Sicura e stabile nell’incedere, in autostrada la Chevrolet Orlando assicura una notevole riserva di potenza e un adeguato livello di comfort: a 130 km/h in sesta il turbodiesel lavora a 2300 giri tenendo bassa la voce, al punto che a dar fastidio sono più che altro il rumore di rotolamento delle gomme e i fruscii aerodinamici generati dagli ampi specchi retrovisori. Nelle frenate di emergenza si apprezza il mordente dell’impianto, un po’ meno la tendenza della coda a scomporsi se le ruote sono sterzate (ma la situazione viene prontamente recuperata dall’Esp).
Promossa a pieni voti dall’Euro NCAP, che le ha assegnato cinque stelle, la Orlando offre una dotazione completa: oltre all’Esp sono di serie anche gli airbag per la testa (sebbene soltanto per le prime due file di sedili) e il regolatore elettronico di velocità. Ma a differenza di alcune rivali non è prevista l’opzione dei fari allo xeno.
Tutto quel che si può avere è incluso nel prezzo: controllo elettronico della trazione e della stabilità, airbag frontali, laterali anteriori e per la testa (ma questi ultimi non “coprono” la terza fila), fendinebbia e cruise control. Diversamente dalle concorrenti più accreditate, però, la Orlando non può montare i fari allo xeno nemmeno pagando un sovrapprezzo. Degne di nota le valutazioni da parte dell’Euro NCAP a seguito dei crash test: le cinque stelle (il massimo) sono supportate da risultati parziali notevoli, come i 95 punti percentuali assegnati alla protezione degli occupanti adulti e i 79 relativi a quella dei bambini su seggiolini Isofix. Nella media la capacità di salvaguardia dei pedoni in caso di investimento (49%), e più che buona l’efficacia dei sistemi di assistenza (71%).
Oltre che per l’estetica gradevole e “solida”, la Orlando si fa apprezzare per il conveniente rapporto fra prezzo e contenuti: è una crossover grande e bene equipaggiata, che offre pure la possibilità di viaggiare in sette pur non accusando ingombri esterni penalizzanti in città. Certo, risparmia un po’ sulle plastiche, ma la dotazione è ricca sotto ogni aspetto. Inoltre, su strada è piacevole da guidare – anche se un po’ dura sulle buche – e ha un turbodiesel vivace ed economo.
A dispetto delle dimensioni la Chevrolet Orlando offre una buona agilità e non impegna eccessivamente nemmeno nell’uso cittadino: questo la rende adatta a chi desidera una crossover tuttofare, adatta all’uso quotidiano come alle vacanze (il baule, in cinque, è spazioso) e – non ultimo – capace di ospitare anche sette persone. L’isolamento acustico dell’abitacolo è migliorabile e le sospensioni “solide” penalizzano un po’ il comfort sulle buche, ma il turbodiesel non è rumoroso, non eccede mai nella richiesta di carburante e offre la vivacità che serve per rendere la guida gradevole. Anche perché, fra le curve, l’agilità è più da berlina che da vettura con carrozzeria alta. A non soddisfare del tutto è la qualità delle plastiche, che in un’auto di questa categoria non dovrebbero essere rigide, ma considerato il prezzo e la completezza della dotazione non c’è troppo da lamentarsi: questa Chevrolet rimane un buon affare.
Agilità
Il passo relativamente contenuto (276 cm) e le sospensioni piuttosto rigide fanno sì che – nonostante l’altezza della carrozzeria – l’agilità sia notevole: la Orlando si guida con piacere anche fra le curve.
Garanzia
Anche se è previsto il limite di 100.000 km, si sta più tranquilli che con le rivali: per questa coreana dal nome americano la copertura dura tre anni, ossia 12 mesi in più del minimo imposto dalla legge.
Prezzo
I più esigenti troveranno da ridire sulle finiture e su qualche accessorio che non è disponibile nemmeno a pagarlo, ma la Orlando non è affatto povera e viene proposta a una cifra concorrenziale.
Motore
Il turbodiesel spinge con vigore da circa 1700 giri e allunga sino ai 4500; inoltre, non alza mai la voce e ha consumi tutt’altro che esagerati, complici i lunghi rapporti del cambio (che, però, penalizzano la ripresa).
Accessibilità
Le poltroncine in terza fila non sono scomode nemmeno per due adulti, ma per raggiungerle (oppure per uscire dall’abitacolo) occorre una buona dose di agilità: colpa del divano, che non è di tipo scorrevole.
Materiali
Le plastiche impiegate per la realizzazione della plancia e della consolle, anche se contraddistinte da assemblaggi precisi, sono rigide e di aspetto piuttosto economico: in una vettura di questa classe ci si aspetta un rivestimento morbido.
Visibilità
Nelle curve, soprattutto quelle a sinistra, l’ingombro dei montanti anteriori è fastidioso. Va ancor peggio in retromarcia, dato che finestrini e lunotto sono poco estesi: meglio affidarsi ai sensori di distanza (di serie).
Comfort
Un’auto di questo tipo, destinata ai viaggi e alla famiglia, dovrebbe essere insonorizzata con maggior cura; invece ad andatura autostradale si viene infastiditi dai fruscii aerodinamici e dal rumore di rotolamento delle gomme.
VELOCITÀ MASSIMA | Rilevata | Dichiarata | |
in 6a a 3550 giri | 204,2 km/h | 195 km/h | |
ACCELERAZIONE | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
0-100 km/h | 10,1 | 10,0 secondi | |
0-400 metri | 17,2 | 131,5 km/h | non dichiarata |
0-1000 metri | 31,5 | 167,3 km/h | |
RIPRESA | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
1 km da 40 km/h in 5a | 36,5 | 131,5 km/h | non dichiarata |
1 km da 60 km/h in 6a | 34,3 | 150,7 km/h | non dichiarata |
da 40 a 70 km/h in 5a | 11,6 | ||
da 80 a 120 km/h in 6a | 13,1 | non dichiarata | |
CONSUMO | Rilevato | Dichiarato | |
In città | 10,4 km/litro | 12,7 km/litro | |
Fuori città | 14,5 km/litro | 20,4 km/litro | |
In autostrada | 12,2 km/litro | non dichiarato | |
Medio | 12,5 km/litro | 16,7 km/litro | |
FRENATA | Rilevata | Dichiarata | |
da 100 km/h | 35,7 metri | non dichiarata | |
da 130 km/h | 61,1 metri | non dichiarata | |
ALTRI VALORI | Rilevati | Dichiarati | |
A 130 km/h effettivi il tachimetro indica | 137 km/h | non dichiarata | |
Diametro di sterzata tra due marciapiede | 11,4 metri | 11,3 |
Cilindrata cm3 | 1.998 |
No cilindri e disposizione | 4 |
Potenza massima kW (CV)/giri | 96 (131)/3800 |
Coppia max Nm/giri | 315/2000 |
Emissione di CO2 grammi/km | 159 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 5 (manuale) + retromarcia |
Trazione | Anteriore |
Freni anteriori | Dischi autoventilanti |
Freni posteriori | Dischi |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 465/184/164 |
Passo cm | 276 |
Peso in ordine di marcia kg | 1655 |
Capacità bagagliaio litri | 89/1499 |
Pneumatici (di serie) | 205/60 R 16 |
VELOCITÀ MASSIMA | Rilevata | Dichiarata | |
in 6a a 3550 giri | 204,2 km/h | 195 km/h | |
ACCELERAZIONE | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
0-100 km/h | 10,1 | 10,0 secondi | |
0-400 metri | 17,2 | 131,5 km/h | non dichiarata |
0-1000 metri | 31,5 | 167,3 km/h | |
RIPRESA | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
1 km da 40 km/h in 5a | 36,5 | 131,5 km/h | non dichiarata |
1 km da 60 km/h in 6a | 34,3 | 150,7 km/h | non dichiarata |
da 40 a 70 km/h in 5a | 11,6 | ||
da 80 a 120 km/h in 6a | 13,1 | non dichiarata | |
CONSUMO | Rilevato | Dichiarato | |
In città | 10,4 km/litro | 12,7 km/litro | |
Fuori città | 14,5 km/litro | 20,4 km/litro | |
In autostrada | 12,2 km/litro | non dichiarato | |
Medio | 12,5 km/litro | 16,7 km/litro | |
FRENATA | Rilevata | Dichiarata | |
da 100 km/h | 35,7 metri | non dichiarata | |
da 130 km/h | 61,1 metri | non dichiarata | |
ALTRI VALORI | Rilevati | Dichiarati | |
A 130 km/h effettivi il tachimetro indica | 137 km/h | non dichiarata | |
Diametro di sterzata tra due marciapiede | 11,4 metri | 11,3 |
Cilindrata cm3 | 1.998 |
No cilindri e disposizione | 4 |
Potenza massima kW (CV)/giri | 96 (131)/3800 |
Coppia max Nm/giri | 315/2000 |
Emissione di CO2 grammi/km | 159 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 5 (manuale) + retromarcia |
Trazione | Anteriore |
Freni anteriori | Dischi autoventilanti |
Freni posteriori | Dischi |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 465/184/164 |
Passo cm | 276 |
Peso in ordine di marcia kg | 1655 |
Capacità bagagliaio litri | 89/1499 |
Pneumatici (di serie) | 205/60 R 16 |