Quali sono state le maggiori difficoltà nello sviluppo della Huayra?
È stato un progetto complicato, i cui primi schizzi risalgono a ben sette anni fa, mentre le linee sono diventate definitive solo dopo cinque. Sicuramente, le sfide maggiori sono state quelle relative all’aerodinamica attiva (l’auto presenta quattro “flap mobili”, come quelli degli aerei, che si muovono automaticamente, su comando di un computer, per variare il carico aerodinamico secondo le situazioni di guida - ndr) e della sicurezza passiva. Inutile nascondere che auto con queste prestazioni sono potenzialmente pericolose.
Quali caratteristiche di sicurezza ha la Huayra?
Abbiamo proceduto identificando prima di tutto i tipi di incidente nei quali di solito sono coinvolte le supercar. Il rischio più grande è che l’auto prenda fuoco a seguito di un impatto ad alta velocità. Ecco perché il serbatoio rinforzato della Huayra sta nella posizione più protetta possibile (dietro al pilota) e integra le due pompe del carburante per evitare ulteriori rischi. L’auto presenta poi una cellula di sicurezza in carbo-titanio.
La qualità delle finiture e le raffinatezze tecniche della Huayra sono impressionanti. Nella foto la parte anteriore a cofano sollevato.
Com’è fatta questa cellula di sicurezza?
Sostanzialmente è un’evoluzione di quanto già visto sulla Zonda. Ha presente il cliente che è uscito praticamente illeso dall’incidente di stamattina (vedi qui la news)? Eccolo là, assieme alla ragazza che era in auto con lui (Horacio Pagani ci indica un ragazzo, in perfetta salute, che sta ammirando gli interni della Huayra esposta; a fine serata pare ne abbia ordinata una - ndr). Ovviamente, quella della Huayra è più resistente, mentre gli attacchi che tengono “legata” la meccanica posteriore alla cellula sono progettati per spezzarsi di netto dopo un urto superiore a 30 g: in questo modo, dopo un violento impatto laterale il motore si stacca letteralmente dall’abitacolo e l’auto si separa in due, al fine di togliere inerzia e ridurre i danni fisici di un eventuale successivo impatto.
Horacio Pagani e un particolare dell'impianto audio del "bolide" da lui creato.
Come successo per la Zonda, sono previste evoluzioni per la Huayra?
Sicuramente vedremo una versione spider, ma non prima di due o tre anni.
E quali altri progetti state portando avanti?
Stiamo lavorando a un’auto sportiva da posizionare sotto la Huayra, ma ora è davvero presto per parlarne. Inoltre, stiamo sperimentando nel campo dell’elettrico (l’AMG, da sempre fornitrice dei motori delle Pagani, ha presentato qualche mese fa una Mercedes SLS totalmente elettrica - ndr) e dell’ibrido. Sinceramente, però, non credo che l’elettrico potrà mai fornire le stesse emozioni di un’auto a motore a scoppio.
La Zonda è stata venduta in circa 130 esemplari in 11 anni. Quali obiettivi ha l’erede?
A pieno regime, crediamo di riuscire a produrre (e vendere) 40 auto l’anno. Proprio per questo, fra quattro mesi sarà operativa una seconda fabbrica Pagani. Sarà situata nei dintorni dell’attuale, in provincia di Modena, e là dentro avverrà il “montaggio” dell’auto, con i componenti che i nostri fornitori ci spediranno. Lo stampaggio del carbonio, invece, rimarrà dov’è ora.