C’è stato un tempo in cui il rombo di un motore potente e l’ingegneria sotto il cofano erano il primo argomento di conversazione in ogni concessionaria d’auto. Cavalli, coppia, cilindri: queste erano le questioni che definivano il prestigio e le prestazioni di un veicolo. Oggi sembra aver perso il suo primato nelle preferenze degli acquirenti. Se ne sono accorte anche le case costruttrici, che quando devono promuovere le proprie vetture molto raramente pubblicizzano i motori, preferendo invece di puntare su tecnologie, impianti multimediali, gadget, aiuti alla guida, interni e così via.
Lo conferma anche il vice presidente della Ford, John Lawer, che in un recente incontro ha dichiarato: “Non credo che i consumatori pensino davvero ai motori come facevano 30 anni fa”. E le conferme di questa tendenza arrivano tutti i giorni. Commentando un recente articolo su alVolante.it, un venditore di auto ha testimoniato come ai clienti “nel 95% dei casi ormai non interessa più nessun aspetto tecnico. Alle volte mi sento in imbarazzo quando cerco di spiegare un prodotto tecnicamente e loro deviano su cose più banali”. Il lettore ha riferito il caso di una cliente alla quale l’unica cosa che importava era se l’auto avesse o meno Apple CarPlay. Il motore, in molti casi, è diventato qualcosa che serve solamente perché senza l’auto non si muove, ma non un vero elemento da valutare: che sia a 3 o 4 cilindri, che abbia più o meno potenza, spesso anche che sia termico o elettrico, sono tutte questioni secondarie.
Naturalmente esistono ancora delle nicchie di automobilisti per le quali il motore e le sue caratteristiche tecniche restano fondamentali. Sono quasi sempre appassionati di auto (come molti lettori di questo sito), che quindi fanno un po’ storia a sé. Ma per la maggior parte degli utenti le cose che contano sono altre. E questo fornisce una sorta di via libera ai costruttori, che possono unire le forze e progettare e costruire in sinergia motori che poi vengono montanti su decine di modelli anche di marchi diversi. In tutto ciò, la Cina gongola: la sua capacità di produrre motori a buon mercato, sia elettrici che a combustione interna, potrebbe spingere diversi costruttori occidentali a rivolgersi alle aziende cinesi per lo sviluppo e la produzione a basso prezzo dei propri propulsori. Nel momento in cui le caratteristiche di un motore non pesano sulla scelta dell’auto, non conta nemmeno sapere da dove proviene ciò che c’è sotto al cofano.





















































































































































