Pubblicato il 12 settembre 2010
Qualità prezzo | |
Dotazione | |
Posizione di guida | |
Cruscotto | |
Visibilità | |
Confort | |
Motore | |
Ripresa | |
Cambio | |
Frenata | |
Sterzo | |
Tenuta strada | |
Media:
Perché l'ho comprata o provata
È stata la mia prima auto da neopatentato, una Mini British Open 1.3 del 1998, per intenderci quella "originale" all'epoca prodotta con marchio Mini - Rover, me ne sono innamorato a prima vista, era esclusiva, unica e, soprattutto rispecchiava perfettamente l'auto dei miei desideri all'epoca visto che avevo 21 anni quando la acquistai. Era nel classico colore verde british con tetto apribile elettricamente, cerchi in lega da 12" con disegno specifico per questa versione e stemmi British Open sulla parte posteriore della fiancata. Sicuramente non era un' auto con la quale si passa inosservati, attirava gli sguardi ed anche l'udito col suo speciale rombo che sembrava prefigurare il passaggio di una vettura di ben altra stazza e cilindrata.
Gli interni
Gli interni erano almeno esteticamente perfettamente a tono con la personalità della macchina, plancia in simil-legno radica con due strumenti di forma circolare (contagiri e tachimetro) con bordi cromati incassati in un piccolo cruscotto di colore nero ed il classico orologino analogico che faceva bella mostra di se a centro plancia. Volante rivestito in pelle nera con conformazione sportiva dotato di airbag, una bella corona spessa che quando la impugnavi ti dava già soddisfazione, cuffia e pomello del cambio in pelle beige con cuciture a vista e leva del cambio color inox. I sedili avevano la parte centrale in tessuto a quadretti e la parte esterna in pelle beige così come i pannelli porta. L'abitacolo a dir poco angusto aprendo il tetto diventava quanto mai arioso, perfetto per le passeggiate nelle belle giornate estive.
Alla guida
Sicuramente la parte migliore di sè la Mini la esprime alla guida, nonostante il poco spazio per le gambe e la pedaliera disassata verso destra, la macchina è incollata alla strada grazie alle sospensioni idropneumatiche che e rano coroce e delizia perchè poco adatte alle strade sconnesse ma sull'asfalto liscio davano il meglio di se. Il motore sembrava invogliarti ad accelerare solo a sentirne il suono ed il tiro che sembrava non finire mai anche visto il classico cambio a quattro marce esoprattutto grazie ai suoi 65 cavalli che a dirlo così sembrano pochi ma provate a metterli su una macchinetta cortissima e non troppo pesante.... in poche parole definirei la guida entusiasmante anche perchè la velocità di punta era sicuramente sovrabbondante per una macchina così piccola.
La comprerei o ricomprerei?
La ricomprerei sicuramente ma a patto di tenerla come seconda auto da tenere in garage coperta da un bel telo per preservarne tutta la sua bellezza ed originalità e tirarla fuori quando ci sono delle belle giornate e fare una bella trotterellata magari lungo le strade tortuose e panoramiche della Costiera Amalfitana.