La terza generazione della Mini degli anni 2000 risale al 2013 ed è stata lievemente aggiornata nel 2021. Ma lo stile cambia poco: è inconfondibile, con i fari tondeggianti, il tetto piatto e il parabrezza quasi verticale a ricordare il modello storico del 1959. Richiami al passato anche dentro (uno per tutti il grande “orologio” tondo al centro della plancia, che ora racchiude il display del sistema multimediale), insieme a finiture di ottima qualità e a uno spazio che rimane risicato. Davanti si sta bene, con una postura sportiva, bassa e allungata, ma il divanetto è stretto già per due e adatto solo per brevi tragitti, e il pur curatissimo bagagliaio ha una capienza ridotta. I motori sono turbo a benzina, o l'elettrico. Fra i primi, i 1.5 sono dei tre cilindri mentre le Mini più potenti montano un quattro cilindri 2.0 con 178 CV (la Cooper S) e 231 (la John Cooper Works). I cambi sono manuali, automatici (optional per la John Cooper Works) e robotizzati a doppia frizione con sette rapporti (optional, davvero rapidi e reattivi). Agile fra le curve, la Mini diverte anche grazie alla prontezza dello sterzo. Stesse doti stradali per l'alternativa elettrica, molto reattiva anche nello scatto grazie ai 184 CV subito disponibili. La batteria non "ruba" spazio a bagagli e persone, ma non è il caso di aspettarsi una grande autonomia (siamo sui 200 km "reali"). In compenso, la ricarica avviene abbastanza in fretta.