Nata nel 2014, la Mini 5 porte è una “prima assoluta” nella storia della casa inglese, perché mai era stata proposta in passato. Nell'estetica ricalca i tratti della 3 porte (che costa un po’ meno), ma con un sensibile aumento della lunghezza (+16 cm, per un totale di 402), del passo (+7,2 cm) e dell’altezza (+ 2 cm). Di conseguenza, chi sta sul divano dispone di 7 cm in più per le gambe, e di maggiore agio per testa e gomiti; quanto al bagagliaio, il guadagno vale 67 litri, per un totale di 278 (941 reclinando lo schienale del divano, suddiviso asimmetricamente). Sia chiaro, però: le porte posteriori sono piccole e lo spazio non abbonda di certo se rapportato a vetture con gli stessi ingombri. Invariata rispetto alla 3 porte l’impostazione della zona anteriore, dove ritroviamo la strumentazione collocata sul piantone dello sterzo e il display di 8,8" inserito nel caratteristico elemento circolare nella plancia; sempre molto curate le finiture. Pur riviste nella geometria, le solide sospensioni conservano lo schema MacPherson anteriore e multilink posteriore: complice lo sterzo preciso e diretto, l’agilità è quasi pari a quella della sorella “corta”. E, anche in questo caso, fra gli optional figurano il selettore della risposta Mini Driving Modes (con regolazioni Sport e Green oltre alla Mid) e le sospensioni elettroniche regolabili su due tarature. Tutti turbo a benzina i motori della Mini 5 porte, che, diversamente dalla 3 porte, non c'è in versione elettrica: la Cooper monta un 1.5 a tre cilindri e 136 CV, la Cooper S un 2.0 a quattro cilindri da 178 CV. Entrambi ci sono solo col valido cambio rovbotizzato a doppia frizione.