Alfa Romeo 166 2.0i V6 turbo Super

Pubblicato il 1 novembre 2016

Listino prezzi Alfa Romeo 166 non disponibile

Ritratto di vallifire
alVolante di una
Alfa Romeo 166 2.0i V6 turbo Super
Alfa Romeo 166
Qualità prezzo
4
Dotazione
5
Posizione di guida
4
Cruscotto
5
Visibilità
3
Confort
4
Motore
5
Ripresa
4
Cambio
3
Frenata
4
Sterzo
4
Tenuta strada
5
Media:
4.1666666666667
Perché l'ho comprata o provata
Come un noto conduttore televisivo indigesto alla BBC ha spesso affermato, un vero Petrolhead, neologismo anglosassone che a dire il vero non mi dispiace utilizzare e che identifica quelli che hanno sempre in testa una sola cosa (si parla di meccanica ovvio, birichini!), non può non provare una certa attrazione per l' Alfa Romeo. Attrazione, parola che racchiude forse meglio di ogni altra l' insieme delle motivazioni che spingono un automobilista ad avvicinarsi ad un auto con il marchio milanese sul cofano.Spesso si tratta infatti di una scelta umorale, impulsiva, espressione più della passione che della ragione.Nulla di più vero: nessuna considerazione di carattere razionale mi spinse all' acquisto di una, all' apparenza, paciosa berlinona che celava sotto il cofano un motore 6 cilindri turbo degno di starsene a bordo di una moderna sportivetta a motore centrale. "il cuore ha sempre ragione" recitava un azzeccato claim del Biscione, cavolo se ce l' ha!
Gli interni
Descrivere la sensazione che si prova a calarsi (nel vero senso della parola) nell' abitacolo della alfa 166 metterebbe a dura prova le capacità narrative delle più carismatiche penne del mondo giornalistico automotive. Parole che possono suonare esagerate, ma che a chi è salito almeno una volta a bordo di questa incompresa (sigh!) ammiragliona italiana, non sembrano poi cosi tendenziose. L' abitacolo dell' Alfa 166 è probabilmente la miglior realizzazione della casa di Arese, rapportando il tutto ai tempi e al segmento di appartenenza ovviamente, quanto a qualità dei materiali, degli assemblaggi e ricercatezza del design. L' Alfa 166 non appaga il proprio utilizzatore con la praticità, la capienza dei vani portaoggetti o la fruibilità del bagagliaio, tutte voci alle quali se la cava con un onesta sufficienza senza infamia e senza lode. La soddisfazione, nella vita di tutti i giorni, proviene, al di la delle doti stradali, che approfondiremo e che restano il vero "senso" di questa berlina, dall' ambiente stesso all' interno della vettura.Un insieme fatto di linee morbide,calde e avvolgenti che si fanno poi decise proprio la dove l' occhio vorrebbe. Un piccolo cockpit incastonato in una palpebra fornisce le informazioni principali (i puristi me compreso però, storcono il naso per la mancanza di strumenti aggiuntivi quali ad esempio la pressione di sovralimentazione o del lubrificante) mentre la classica console orientata verso il pilota (e non guidatore, giammai!) amplifica la sensazione di controllo della vettura già superbamente indotta dalla ottima geometria di sterzo, pedaliera e sedile (nella classica ma mai banale realizzazione in pelle a cannelloni Momo) concepita esattamente per trasmettere ciò che chi guida un auto cosi si aspetta: Piacere e controllo, sempre. Spicca, nella console centrale, il sistema di controllo ICS, acronimo di Integrated Control System, che alla sua apparizione fu criticato per la poca immediatezza di utilizzo, ma che in realtà rappresentava forse uno dei primi rudimentali sistemi di infotainment. Il sistema, attraverso una semplicissima interfaccia, comandava l' impianto audio, la climatizzazione, la navigazione, il telefono e il trip computer attraverso un unico pannello di comandi ed uno schermo a colori da 5 pollici sul quale switchando dai tasti di selezione si accedeva ai menu dedicati. Un esercizio tecnico di cui in realtà in Alfa andarono fieri e che insieme a ragioni strategiche quali principalmente il lancio della più "popolare" 156 ritardarono almeno di 2 anni il lancio sul mercato, maggior rimpianto per il successo della 166,poichè tale ritardo influi probabilmente sulla percezione di quel frontale che nel 1996, non sarebbe sembrato poi cosi dimesso come nel tardo 1998, confrontato con la sorellina media fresca di matita. In realtà, cosi come lo stesso De Silva, padre del design della 166, affermò all' epoca, la 166 voleva si essere il manifesto della filosofia Alfa Romeo nel mondo delle grosse berline di rappresentanza, ma voleva esserlo senza alzare la voce, senza essere volgare, lasciando a quello che c'era sotto il vestito, il compito di accendere la fantasia del proprio "partner".
Alla guida
E sotto quel vestito forse poco sportivo ma di un eleganza senza tempo (pregio, questo si assolutamente di non poco conto, per la linea di un autovettura, sopratutto quando il tempo comincia a passare) si celava una meccanica tra le più raffinate del segmento di appartenenza, al momento della sua comparsa sul mercato. Essa poggiava le basi nel telaio tipo4 già utilizzato dalla 164 ma profondamente rivisto sia nei materiali (alleggeriti e rinforzati con una rigidità torsionale al vertice della categoria) che nella geometria delle sospensioni. Il nuovo retrotreno multilink a 4 bracci unito alla sospensione anteriore a quadrilatero alto brevettata con la 156, in luogo del mcpherson e dei bracci tirati dell' antesignana, donano alla 166 una insospettabile agilità nei percorsi guidati, che fa il verso ad una precisione dello sterzo ed una stabilità sul veloce, sconosciuta a qualsiasi altra berlina di pari segmento del tempo. Una guida di primo ordine, assecondata da quell' orchestra meccanica rappresentata dal più amato e rimpianto sei cilindri a v della storia dell' automobilismo, qui nella variante turbocompressa, che aggiunge al quadro già di livello, quella personalissima erogazione della potenza che rende la sua guida un esperienza mai banale. Silenziosissimo ed esente da qualsiasi vibrazione al minimo (tanto da far scattare al passeggero occasionale la fatidica domanda "ma il motore è acceso?") Il v6 turbo montato sulla 166 non è mai vuoto nel senso stretto della parola ma accompagna la progressione nella parte bassa del contagiri con una dolcezza e una regolarità che invogliano a guidare in relax, Tuttavia porta in dote quel caratteristico cambio di tonalità e carattere, superato il regime di intonazione del turbocompressore, tipico dei motori sovralimentati di qualche anno fa, che letteralmente incolla al sedile mentre la melodia del violino di Arese invade l' abitacolo pur con classe senza mai essere sgradevole. E il comfort? beh la domanda è lecita poichè, per quanto Alfa Romeo, storicamente, lega la sua immagine all' aspetto emozionale dell' automobile, è indubbio che l' "imborghesimento" generale delle vetture moderne impone di offrire comunque una buona qualità della vita a bordo durante i lunghi trasferimenti, ai quali tra l' altro la 166, per segmento di appartenenza, è per forza di cose destinata. Ebbene la 166 non se la cava bene ma benissimo.l'aspetto meglio riuscito alla voce comfort è sicuramente quello dell' insonorizzazione sia sul piano della rumorosità meccanica che su quello meno scontato dei fruscii aerodinamici, (complice anche l' ottimo cx di 0,29), addirittura al vertice della categoria, tale da consentire di conversare o ascoltare musica dall' ottimo impianto di serie, con un filo di voce, mentre la lancetta del tachimetro supera abbondantemente i 200 km/h. La taratura delle sospensioni asseconda e copia le asperità della strada senza trasmettere scossoni nemmeno sugli esemplari con gommatura generosa come quella in mio possesso (225/45 R 17) anche perchè l' ottima fattura delle sospensioni rende superfluo l' utilizzo di un assetto eccessivamente "duro" anche se ciò apre la strada all' unico vero aspetto poco riuscito dal punto di vista dinamico della 166, l' eccessivo beccheggio nelle brusche frenate (affidate tra l' altro ad un superbo impianto Brembo con dischi anteriori da 310 mm e pinze a sei pompanti, instancabile anche se migliorabile nella modulabilità al pedale) dovuto anche alla disposizione meccanica tutto avanti, che nonostante tutto non mette mai veramente in crisi il controllo delle reazioni al retrotreno ("eh ma la trazione posteriore!" starà pensando l' alfista nostalgico.).Insomma, La guida! Nient' altro che la guida, nonostante un insieme comunque di livello notevole, può appassionarvi di un auto del genere, quella che "non ti fa contare mai i km che mancano alla fine del viaggio".
La comprerei o ricomprerei?
Rileggendo questa prova è ovvio come a tratti non emerga la lucida analisi di un automobilista del proprio mezzo di trasporto, ma la passione di un alfista per la propria vettura. E' facile pensare che molti aspetti analizzati siano frutto solo dell' amore per il marchio di chi scrive, ma voglio raccontarvi un aneddoto che può farvi riflettere su quanto spesso, i luoghi comuni, precludano il godimento di luoghi oggetti o persone molto migliori di quanto percepito dalla massa. quando acquistai questa vettura usata nel 2011, molti stolsero il naso di fronte alla mia scelta. Non nascondo che io stesso avevo numerosi dubbi sia sull' affidabilità che sulla qualità di questa auto, tale che nei primi mesi quasi avevo il timore di mettermici in viaggio per una distanza superiore a quella percorribile da un buon cinquantino moderno. Non immaginavo che invece avrei scorazzato almeno tre volte all' anno ad oggi su e giù per la penisola dal brennero alla campania a pieno carico con moglie e figlio al seguito senza che lei ormai con 18 anni e 220.000 km sul groppone battesse mai ciglio. E, chiudendo con una battuta, non avrei mai immaginato che gli unici due componenti che mi avrebbero dato noia (senza mai comunque appiedarmi: un debimetro e una bobina) fossero stati made in germany! No. Non la ricomprerei. farei piuttosto in modo di non lasciarla mai!
Alfa Romeo 166 2.0i V6 turbo Super
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I VOTI DEGLI UTENTI
10
2
1
2
1
VOTO MEDIO
4,1
4.125
16


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Ritratto di fiattaro
11 novembre 2016 - 23:23
Grandissima prova, meglio di quelle di boss600.
Ritratto di JTD16
6 novembre 2016 - 21:51
166,Alfa poco capita ma dallo stile inconfondibile e senza tempo,ho letto che era pronta la Q.V. Q4,ma fu stoppata da Montezemolo per non intralciare la Maserati Quattroporte 2003...che dire,un genio ! prova molto passionale e curata nei particolari,bravo :) p.s. gli interni della 166 sono i più belli mai prodotti per una vettura,anche più di quelli Audi attuali imho
Ritratto di Blueyes
8 novembre 2016 - 17:07
1
L'aveva mio padre e l'ho guidata numerose volte, a parte la turbina "esplosa" una volta in autostrada nessun problema. Macchina molto goduriosa, comodissima e con un ottimo motore (era il 2.4 JTD). Peccato non la facciano più..
Ritratto di fiattaro
8 novembre 2016 - 22:24
Per fortuna fanno la giulia, altro che la 166.
Ritratto di fiattaro
11 novembre 2016 - 23:18
La giulietta sarebbe da rifare.
Ritratto di silvano1978
10 novembre 2016 - 08:13
dal 2000 al 2006 ebbi la 166 però 2.0 twinspark, certamente meno esaltante meccanicamente, ma fu la mia prima berlina medio grande e allora mi sembrava già oro.....Prima dell'uscita della serie5 F10.....era indubbiamente la miglior berlina del segmento, infotaimente che sembrava di una generazione superiore rispetto alle rivali tedesche; credo addirittura fosse la prima auto ad avere il navigatore integrato e lo schermo con la gestione di radio clima e impostazioni varie. Rimasi a piedi una volta per la rottura della cinghia di distribuzione(made in germany) a nemmeno 30.000km, per fortuna non subì danni e da allora è l'auto che piu mi ha accompagnato sino ad oggi; la tenni sino al 2006 con 240.000km senza particolari problemi(cambiai a oltre 200.000km la pump dell'acqua); non posso che parlarne bene era un'auto davvero ben fatta e curata per l'epoca; l'unico "difetto" era che con le 5 marce e la 5° da velocità massima(mi viene il dubbio fossero 5 o 6...ma credo 5..ma il discorso non cambia) in autostrada si viaggiava a regimi un po elevati.....tenendo presente che la velocità massima intorno ai 230 di contachilometri la raggiungeva a 7000 giri.
Ritratto di Fr4ncesco
23 novembre 2016 - 20:04
2
Complimenti per la prova, chiara e piacevole da leggere, ma soprattutto complimenti per la scelta, soprattutto per il coraggio di comprare un'auto con questa mole e con quel motore. Molti appassionati avrebbero desistito. Riguardo la 166 hai già detto tutto, aggiungo che come tutti i prodotti Alfa post 75 fino alla neonata Giulia è stata sottovalutata, un po' per la mentalità italiana di associare i prodotti italiani alla scarsa fattura, un po' per gli alfisti radicali che sono rimasti alla prima Giulia. Considero invece ottime e/o buone auto anche la Giulietta e la Mito, mentre con la nuova Giulia si rasenta di nuovo l'eccellenza.
Ritratto di Pellich
24 novembre 2016 - 17:07
Tutto bello ed idilliaco a leggere la prova.. ma in realtà, eccezionale motore a parte, questa vettura è pesante e soprattutto è a trazione anteriore. Come la mettiamo in curva? Per quanto non dubito sia appagante nella guida, ci saranno senz'altro limiti fisici che la posizioneranno sotto, in termini di efficacia, alle più moderne e anche meno potenti trazioni posteriori di un segmento sotto. Ad ogni modo bella recensione, trasuda passione
Ritratto di querelle61
3 febbraio 2017 - 15:56
Esteticamente direi che la versione restyling era molto più bella, "aggressiva" come deve essere un'Alfa. Per il resto, i due favolosi motori "Busso" 3.0 V6 e 2.0 V6 Turbo sarebbero già motivo più che sufficiente per comprarla!
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