Stati Uniti ed Europa si sono accordati per abbassare le tariffe d’importazione dal 27,5 al 15% per i veicoli prodotti nell'UE, nell'ambito di un accordo più ampio.
Trump e von der Leyen hanno trovato un compromesso e fissato al 15% le tariffe su buona parte delle merci, tra cui le automobili. L’Europa si impegna anche a investire negli Stati Uniti.
Il presidente degli Stati Uniti ha sospeso per molti Paesi per 3 mesi i dazi introdotti la settimana scorsa, escludendo però le automobili prodotte all’estero, che continueranno a essere soggette a tariffe del 25%.
La nuova tariffa del 25% per tutte le automobili prodotte al di fuori degli Stati Uniti rappresenterà una “bella botta” per molti costruttori: da Stellantis a Tesla, chi è più a rischio.
Dal 2 aprile 2025 aprile, tutti i veicoli d'importazione saranno soggetti a una tassa supplementare del 25%. Lo scopo è stimolare la produzione nazionale.
C’è molta preoccupazione da parte delle case automobilistiche per le nuove tariffe imposte dall’amministrazione Trump verso Canada e Messico, che rischiano perdite di miliardi.
Secondo gli addetti ai lavori, la nuove tariffe del 25% applicate dagli USA ai prodotti canadesi e messicani metteranno in difficoltà anche la produzione statunitense.
BYD, Geely e Saic presentano ricorso contestando i dazi imposti dall’UE sulle auto elettriche di provenienza cinese. A loro si uniscono anche BMW e Tesla.
Il presidente uscente degli Stati Uniti chiude di fatto la porta alle vetture connesse provenienti dalla Cina: per motivi di sicurezza software e hardware cinesi non potranno più essere venduti.
I costruttori cinesi stanno iniziando a portare sui mercati Europei sempre più vetture ibride, puntando in particolare sulle plug-in: per il 2025 ci si aspetta una decisa impennata.
Il neopresidente ha minacciato di imporre dazi sulle auto provenienti dall’Europa e dal Messico: se dalle parole passasse ai fatti i profitti di BMW, Mercedes e Volkswagen potrebbero subire un drastico calo.
Pechino si è rivolta all’organizzazione mondiale del commercio per chiedere la rimozione delle nuove tariffe, ritenute illegali. Intanto le due parti continuano i negoziati.
Il governo cinese starebbe invitando le proprie case automobilistiche a interrompere la ricerca di nuovi siti produttivi in Europa mentre le trattative sui dazi sono in corso.
Il governo di Pechino sta valutando come rispondere alle nuove tariffe che l’Unione Europea ha stabilito per le vetture elettriche cinesi. Sul tavolo ci sarebbe un aumento delle tasse per le auto di grossa cilindrata.
L’Italia ha votato a favore insieme ad altri 10 Paesi. Da segnalare il no della Germania preoccupata di ritorsioni essendo la Cina il primo mercato per i costruttori tedeschi.
I modelli della Tesla prodotti in Cina e importati in Europa sono soggetti a una tassa aggiuntiva più ridotta. Ritocchi anche ai dazi per i costruttori cinesi.
La Commissione Europea starebbe valutando la possibilità di abbassare la tariffa di importazione per le auto elettriche prodotte in Cina dai due gruppi tedeschi portandola dal 37,6 al 20,8%.