UN RICHIAMO CHE COSTA CARO - Si chiarisce meglio la vicenda di cui abbiamo accennato qui, che riguarda il richiamo di diverse auto elettriche della Hyundai equipaggiate con batterie LG. Queste ultime, in determinati casi, possono andare in cortocircuito provocando la combustione dell’accumulatore e, conseguentemente, del veicolo. Ora sembra certo che la Hyundai, per motivi precauzionali, avrebbe poi deciso di estendere il richiamo globalmente, sostituendo le batterie di oltre 82.000 veicoli elettrici. L’agenzia Reuters parla di un’operazione da circa 900 milioni di euro. Nello specifico, si parla di 76.000 Kona EV (nella foto qui sopra) costruite tra il 2018 e il 2020 (25.000 quelle vendute in Corea del Sud), di Ioniq EV e di autobus Elec City.
UN PROBLEMA HARDWARE - Il modello maggiormente interessato dal rischio di incendio della batteria è la Hyundai Kona EV. La casa coreana, dopo i primi episodi di incendio, aveva avviato una campagna di richiamo aggiornando il software delle proprie Kona EV. Tuttavia, questo tentativo non è stato risolutivo perché il problema è “hardware”, in quando interessa direttamente la parte strutturale dell’accumulatore. Al momento, secondo le indiscrezioni, il malfunzionamento sarebbe causato dal separatore delle celle (il “foglietto” che divide l’anodo dal catodo permettendo agli ioni di passare tra di essi) prodotte dalla LG, che sarebbe troppo sottile, permettendo ai dendriti di crescere nell’elettrolita fino a causare il cortocircuito.
LA LG NEGA - La LG, anch’essa coreana, respinge le accuse, asserendo che non ci sono difetti strutturali ma la Hyundai ha mal interpretato i suoi suggerimenti sulla configurazione del sistema di gestione della batteria. Nonostante ciò, molto probabilmente, le due aziende arriveranno ad un accordo sulla spartizione dei costi del maxi richiamo, sotto la supervisione del Ministero dei Trasporti coreano.